L’Economia Circolare alla prova dell’Unione Europea

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  Federico Quagliarini
  07 April 2022
  3 minutes, 27 seconds

L’economia circolare è un tema molto in voga all’interno della tematica di sostenibilità. Il suo concetto implica un modello di produzione e di consumo che prevede un riutilizzo e un ricondizionamento dei materiali il più a lungo possibile. L’obbiettivo principale dell’economia circolare è, dunque, quello di allungare il più possibile il ciclo della vita dei prodotti che quotidianamente utilizziamo (elettrodomestici, cellulari, computer ecc.) al fine di ridurre il consumo di materie prime.

I vantaggi che si possono trarre dall’implementazione dell’economia circolare sono molteplici: la riduzione delle emissioni di CO2 e la creazione di nuovi posti di lavoro, con conseguente aumento del PIL mondiale, sono solo alcuni degli aspetti a favore dell’economia circolare.

La proposta dell’Unione Europea

L’Unione Europea è da tempo impegnata sul fronte della transizione ecologica, a cui sono legate gran parte delle risorse del Next Generation EU. L’economia circolare è un aspetto che rientra pienamente nel piano del cosiddetto Green Deal Europeo, il cui obbiettivo dichiarato è quello di azzerare l’impatto climatico entro il 2050.

Proprio per questo, lo scorso 30 marzo la Commissione Europea ha presentato una serie di misure riguardanti l’approccio strategico applicabile a numerosi prodotti industriali. La finalità di questa proposta è quella di implementare il business dell’economia circolare, il quale risulta spesso appesantito dalla burocrazia, favorendo la cooperazione e lo scambio tra imprenditori e stakeholder in modo da orientare gli investimenti in questo settore.

Tra le maggiori novità spicca sicuramente il divieto di greenwashing, cioè la pratica con cui le multinazionali fingono una politica aziendale eco-sostenibile, e l’introduzione di un passaporto digitale in cui saranno inserite tutte le informazioni in merito alla sua produzione e al suo riutilizzo.

Nei prossimi mesi saranno annunciati anche i settori che verranno interessati dalla proposta della Commissione. Si tratterà, molto probabilmente, di quei settori che risultano in particolar modo interessati dal consumo di carbone, come acciaio e pneumatici. Occorre comunque notare come l’iniziativa non arrivi in un momento casuale. L’attuale guerra russo-ucraina ha messo in luce come l’UE sia troppo dipendente dalle riserve di gas russo e da altre materie prime quali grano e fertilizzanti. L’Unione Europea sta infatti accelerando sulle proprie politiche green anche per rendersi energeticamente sempre più indipendente.

Le modifiche normative e i prossimi step

Bisogna comunque partire dal presupposto che esistono già delle normative europee che impongono un determinato standard di rispetto ambientale. Quello che l’Unione Europea si appresta a introdurre non è tanto un nuovo testo normativo, quanto una modifica dei precedenti. In particolar modo, l’UE vuole intervenire modificando due direttive: quella 2011/83 relativa al diritto dei consumatori e la 2019/2161 in merito alle pratiche commerciali sleali.

Nel primo caso, l’UE vuole imporre un’adeguata informazione ai consumatori in merito alla durabilità del prodotto e in merito anche alla sua riparabilità. Nel secondo caso, invece, la proposta mira ad ampliare quelle caratteristiche del prodotto su cui il venditore non può ingannare il consumatore. Saranno inoltre aggiunte una serie di pratiche sleali, tra cui: omettere di informare i consumatori dell'esistenza di una caratteristica introdotta nel bene per limitarne la durabilità, formulare dichiarazioni ambientali generiche o vaghe e formulare una dichiarazione ambientale concernente il prodotto nel suo complesso quando in realtà riguarda soltanto un determinato aspetto.

L’ambiziosa proposta di Bruxelles è tuttavia solo alla fase iniziale del proprio iter. Seguiranno altri due passaggi: la direttiva dovrà essere approvata dal Consiglio dell’Unione Europea e dal Parlamento Europeo. Successivamente, il testo dovrà essere adottato dai singoli Stati, i quali dovranno approvare il testo con un passaggio parlamentare (cioè come se dovessero approvare una legge ordinaria).

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L'Autore

Federico Quagliarini

Classe 1994, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Milano, Federico Quagliarini è al contempo vice-direttore di Mondo Internazionale POST nonché caporedattore per l'area Società.

Da sempre appassionato di politica e relazioni internazionali, in Mondo Internazionale si occupa principalmente di questioni legali soprattutto inerenti al diritto internazionale.

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