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La sentenza Bosman 1995

Jean-Marc Bosman, classe 1964, è un ex centrocampista belga. Bosman iniziò la sua carriera calcistica con lo Standard Liegi per poi passare alla prima squadra del Royal Football Club, altrimenti noto come RFC Liegi. Nel 1990 scadeva il suo contratto presso il RFC, e aveva in programma di trasferirsi all’USL Dunkerque, squadra pronta a tesserare il giocatore belga. Negli anni Novanta però, il trasferimento dei calciatori non era libero come lo è oggi, e Jean-Marc Bosman, con l’omonima sentenza del 1995, ha cambiato la storia del calcio.

La legge n.91 del 1981 recante “Norme in materia di rapporti tra società e sportivi professionisti” introdusse all’art. 6 l’indennità di preparazione e di promozione (la cosiddetta indennità di trasferimento); tale norma prevedeva l’obbligo di versare una somma di denaro alla società “cedente” anche nel caso in cui il contratto di lavoro fosse già giunto a scadenza. La società cessionaria era quindi quella che doveva adempiere alle spese, poiché vedeva accrescere il proprio potenziale sportivo con l’entrata in rosa del nuovo calciatore. Per definire tale somma si utilizzava un parametro base pari alle ultime due annualità percepite dal giocatore, moltiplicato per il coefficiente di un’apposita tabella della FIGC. Con l’introduzione di questa norma, il legislatore allineò la normativa interna con quella dettata dalla UEFA, la quale imponeva “l’indennità di trasferimento, di formazione o di promozione”.

È opportuno ricordare che, in quegli anni, l’Unione Europea non era ancora del tutto affermata a livello geografico e giuridico (l’anno di fondazione dell’organizzazione è il 1993), il muro di Berlino era crollato da poco ed il concetto di euro doveva ancora essere definito.

Ebbene, l’RFC Liegi in cui militava Jean-Marc Bosman si rifiutò di concedergli il certificato di trasferimento internazionale (CTI), senza il quale Bosman non poté realizzare il sogno del trasferimento all’USL Dunkerque, perché considerò insufficiente l’indennizzo proposto dalla squadra francese. Di conseguenza, l’USL Dunkerque decise di annullare la trattativa, e Bosman dovette pagare il prezzo più alto: ebbe una riduzione dell’ingaggio e venne posto fuori rosa. Il belga decise quindi di fare causa al RFC Liegi, contro la federazione calcistica belga e contro l’UEFA, arrivando alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in Lussemburgo. La base su cui la Corte dovette emettere una sentenza riguardava diritti acquisiti e inalienabili, in un momento in cui, per Bosman come per tutti i calciatori, può diventare opinabile definirsi cittadino dell’Unione Europea. Le procedure descritte per la gestione del calciomercato utilizzate fino ad allora costituivano una restrizione alla libera circolazione dei lavoratori, prevista dall’art. 39 del Trattato di Roma, che nel 1957 aveva istituito la Comunità Economica Europea.

La disputa si concluse il 15 dicembre 1995, quando la Corte diede ragione a Bosman affermando che le disposizioni relative all’indennità di preparazione e promozione limitassero la libera circolazione dei calciatori che desideravano giocare a livello professionale in società sportive appartenenti a uno Stato membro. Con la sentenza Bosman, avente valenza erga omnes, i Club non avrebbero più potuto chiedere alcun corrispettivo per il trasferimento dei propri giocatori aventi contratto già estinto. La sentenza Bosman ebbe anche il merito di impedire alle singole federazioni nazionali di porre un tetto massimo al numero di calciatori stranieri schierabili nelle partite, mantenendo però limitazioni ai calciatori extracomunitari.

La sentenza Bosman ha dato una svolta determinante alla storia del calcio europeo, ma con sé ha portato anche risvolti negativi. Le grandi squadre hanno potuto alzare gli ingaggi a scapito dei piccoli club, non più in grado di trattenere giocatori promettenti, e di conseguenza, incrementando il divario economico e sportivo tra società.


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  • L'Autore

    Chiara Calabria

    Chiara Calabria vive a Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, curriculum Esperto linguistico per le Relazioni Internazionali presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia.

    I suoi studi le hanno permesso di sviluppare un ampio interesse per le relazioni internazionali, la geopolitica e culture politiche. Al contempo ha potuto approfondire le competenze di lingue straniere, potenziate tramite il programma Erasmus a Tilburg, in Olanda.

    In Mondo Internazionale ricopre il ruolo di autrice per l'area tematica Legge e Società.


    Chiara Calabria lives in Palazzolo sull'Oglio, a city in the province of Brescia. She obtained a Bachelor Degree in Linguistic Sciences and Foreign Literatures, curriculum International Relations Language Specialist at Catholic University of the Sacred Heart in Brescia.

    During her studies, she developed a strong interest for international relations, geopolitics and political cultures. She also had the chance to deepen her expertise in foreign languages, consolidated during an Exchange program in Tilburg, Netherlands.

    Within Mondo Internazionale, she is an Author for the thematic area of "Legge e Società".

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calcio Sentenza Bosman Jean-Marc Bosman 1995 Unione Europea Corte di Giustizia

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