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La Nuova Via della Seta e la trappola del debito cinese: cosa si nasconde dietro la crisi in Sri Lanka?

La crisi e le proteste nella capitale hanno costretto il governo a fuggire

L’impennata dei prezzi sui beni essenziali – dal cibo ai carburanti- ha trascinato lo Sri Lanka in una gravissima crisi negli ultimi mesi. Il governo ha accusato diverse ragioni. Il settore turistico, che ricopre una ruolo fondamentale nell’ecnomia del paese, non si sarebbe ancora ripreso completamente dalla pandemia. La produttività dell’agricolutra sarebbe stata compromessa dalla conversione a metodi agro-biologici. Diversamente, i cittadini hanno accusato di corruzione il governo – nel quale la famiglia Rajapaksa è stata presente per diversi decenni – e di non aver distrubuito efficiemente le risorse tra i cittadini. Le cause in verità sono diverse, tra le quali la guerra in Ucraina e i problemi con l’importazione del grano. Il fatto principale è che le casse dello stato soffrono del debito pubblico altissimo e hanno terminato la valuta estera necessaria per importare anche i beni primari. La crisi è sfociata nel piu grande tumulto della storia del paese: i cittadini il 9 luglio hanno preso d’assalto il palazzo presidenziale a Colombo – ex capitale della città – e costretto alla fuga il presidente e il governo.^

Un’economia ancorata al debito estero

Cosa si nasconde dietro alla carenza di valute estere del paese? In verità il governo aveva già dichiarato default ad aprile, chiedendo una ristrutturazione del debito pubblico su un totale di oltre 50 miliardi. La spesa pubblica nell’ultimo decennio ha ecceduto le entrate di circa il 10% ogni anno, puntando molto su investimenti e prestiti stranieri. Il contribuente più importante è stato Pechino. Nell’ambito del progetto della Nuova Via della Seta, la Cina dal 2013 partecipa direttamente e tramite nuovi istituti internazionali – come la Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture, concepita dall’iniziativa di Xi Jinping nel tentativo di sostituire il Fondo Monetario Internazionale – al finanziamento di nuove infrastrutture attraverso prestiti in altri paesi, dall’Asia all’Europa. E’ così che nel 2016 il governo dello Sri Lanka ha privatizzato l’80% del porto di Hambantota, cedendo le quote a società cinesi controllate da Pechino, al fine di svolgere un importante ampliamento. Il governo non ha esitato ad accettare e non si è posto troppe domande circa gli effettivi benefici dell’investimento, ma ha bensì incassato un totale di 5 miliardi di finanziamenti in prestiti, che ora non è in grado di restituire e si trova intrappolato nei suoi debiti.

La trappola del debito cinese

Il termine “trappola del debito cinese” si riferisce alle accuse rivolte dalla comunità internazionale rivolte a Pechino. Attraverso aiuti finanziari – tra cui i finanziamenti in infrastrutture appunto – la Cina sta cercando di esercitare una certa influenza economica sui paesi in via di sviluppo. Il vero potere sta nella poca trasparenza e nelle clausole – talvolta segrete – dietro a questi prestiti, estremamente vincolanti, che non lasciano possibilità di ristrutturazioni e richiedono un certo grado di allineamento nelle politiche agli interessi cinesi. Lo Sri Lanka non è l’unica vittima di questo sistema. Il Laos ha concesso il controllo della rete elettrica nazionale, comprese le sue esportazioni, in cambio di finanziamenti per il suo miglioramento. Il Kenya ha accettato prestiti e investimenti, che devono essere pagati tramite il 30% della spesa pubblica. Sono tutti progetti legati allo sviluppo della Nuova Via della Seta, come la realizzazione della prima autostrada in Montenegro: in seguito al finanziamento cinese, il presidente Dukanovic ha dovuto chiedere aiuto all’Unione Europea per affrontare il fallimento del progetto.^ Allo stesso tempo va detto che dall’altra parte si trovano governi corrotti e impreparati a gestire investimenti così importanti, che pur di ottenere valute sono disposti disposti ad accettare progetti senza valutare oggettivamente i costi e i benefici – come il governo Rajapaksa ha dimostrato in Sri Lanka.

https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/22_luglio_20/sri-lanka-cina-bio-bf4c038e-0816-11ed-bd15-abd29857fc36_amp.html

https://www.investireoggi.it/obbligazioni/sri-lanka-annuncia-default-sul-debito-estero-da-51-miliardi-di-dollari/amp/

https://formiche.net/2021/05/cina-debito-prestiti-laos-via-della-seta-africa/

https://www.aiib.org/en/index.html

http://www.euronomade.info/?p=14336

https://www.repubblica.it/economia/2022/06/27/news/via_della_seta_cina_g7-355652210/

https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/obor-watch-geo-economia-delle-nuove-vie-della-seta-30231


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  • L'Autore

    Michele Bodei

    Michele Bodei sta per conseguire la laurea triennale in Studi Internazionali e Istituzioni Europee presso l’Università degli Studi di Milano, dove sta approfondendo gli studi sul regime di Cuba negli anni Sessanta nella preparazione dell’elaborato finale.

    È appassionato di geopolitica e di musica, dall’hip hop al jazz, e pratica nuoto nel tempo libero.

    In Mondo Internazionale ricopre il ruolo di autore su tematiche europee.

    Michele Bodei is getting his Bachelor’s degree in International Studies and European Istitutions at “Univesità degli Studi di Milano”, where he is deepening his studying on cuban regime during the Sixties while preparing his final thesis.

    He loves geopolitics and music, from hip hop to jazz, and during free times he enjoys swimming.

    In Mondo Internazionale he is author for european themes.

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#srilanka #colombo #cina #pechino #xijinping #benzina #inflazione #nuovaviadellaseta

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