La dieta ipocalorica tra leggenda e realtà

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  Redazione
  19 February 2020
  3 minutes, 24 seconds

Ciò che più spesso frena una persona dall’intraprendere un percorso nutrizionale finalizzato alla perdita di peso è il timore di venire privata di buona parte del cibo che è abituata ad assumere, sia in termini di quantità che di qualità. Chiariamoci, per perdere peso è effettivamente necessario attuare una restrizione calorica, ovvero ridurre la quota calorica giornaliera fornitaci dagli alimenti, così come è necessario, se già non lo facciamo, migliorare l’aspetto qualitativo della nostra alimentazione, eliminando i cibi poco salutari. È anche vero che un percorso dimagrante presenta una serie di difficoltà che sarebbe inutile e insensato negare: cambiare abitudini a cui si è ancorati da tempo, perseguire il proprio obiettivo in maniera tenace e mettersi costantemente in discussione. Eppure, spesso prima di mettersi a dieta si tende a non considerare alcuni fattori che potrebbero invece aiutarci ad abbracciare il nuovo stile di vita più serenamente, per quanto il percorso possa poi effettivamente rivelarsi difficoltoso.

Innanzitutto, è bene non focalizzare l’attenzione su ciò che si va ad eliminare dalla propria vita (dolci, alcol, calorie…), ma pensare a ciò che si va invece ad acquisire: salute, per esempio (il sovrappeso e l’obesità sono un vero e proprio rischio per la salute, e non un semplice problema estetico), la scoperta di nuovi sapori, di nuovi abbinamenti che magari prima non avevamo mai considerato.

Questa riflessione ne introduce un’altra, non meno importante: una dieta, per essere portata avanti nel lungo periodo, deve essere varia e comprendere, secondo le giuste frequenze, tutti i gruppi di alimenti. È infatti impensabile portare avanti un percorso che ci privi a vita di qualcosa. Tutto sta nell'imparare a gestire ciò che più ci fa ingolosire per non abusarne, concedendosi lo sfizio di assaggiarlo ogni tanto con parsimonia. Ciò è possibile già durante il percorso dimagrante, chiaramente in una fase più avanzata, in cui si è già più o meno abituati al nuovo stile di vita. È da sfatare, dunque, il mito che, dall’inizio del percorso, ci si possa scordare per sempre e definitivamente il cioccolato, la fetta di torta, il sorso di vino.

Per quanto possa sembrare assurdo e contraddittorio, molte persone, dopo aver intrapreso una dieta ipocalorica, riferiscono di sentirsi più sazie di prima, nonostante la riduzione delle calorie. Ciò è legato principalmente al fatto che stili di vita scorretti sono spesso contraddistinti dal consumo di alimenti ipercalorici a basso contenuto di fibra, i cui nutrienti vengono dunque immediatamente assorbiti e bruciati dal nostro organismo. Ciò comporta un apporto eccessivo di calorie e il rapido ritorno del senso di fame. Uno stile di vita sano, invece, prevede una giusta ripartizione dei nutrienti (e quindi di carboidrati, proteine e grassi) durante la giornata, con predilezione di alimenti quali cereali integrali, verdura, frutta. Ne deriva un maggior senso di sazietà, legato non solo all’aumento dell’assunzione di fibra e alla sua azione regolatrice sull’assorbimento di zuccheri e grassi, ma anche all’assunzione dei nutrienti necessari al nostro organismo nelle giuste quantità e frequenze. Non è detto, dunque, che la restrizione calorica faccia patire la fame.

Riguardo all’aspetto quantitativo, è da considerare che una perdita di peso salutare non supera 0.5/1 kg circa alla settimana, e che perdite molto superiori a questa possono arrecare dei seri danni alla nostra salute. Difatti, in genere un percorso dietetico stilato da un professionista non prevede restrizioni caloriche insostenibili da parte del nostro organismo, per quanto all’inizio possano risultarci scomode.

In conclusione, è sempre bene ricordare il vero significato della parola dieta, ovvero stile di vita. Non tristezza, non privazione, non solo frutta e verdura. Al contrario, qualcosa che ci permetta di rimanere in salute mangiando in maniera varia, con gusto e – perché no? – concedendosi anche qualche sfizio ogni tanto.

A cura di Francesca Locatelli

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