Interpol, progetto I-CAN: un approccio globale per contrastare la ‘Ndrangheta

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  Redazione
  04 June 2021
  3 minutes, 21 seconds

La ‘Ndrangheta è una delle più potenti organizzazioni criminali globali. Nata in Calabria, si è poi espansa in tutto il mondo e continua a crescere costantemente. Oggi è considerata l’unica organizzazione mafiosa italiana presente in tutti i continenti mondiali. La troviamo, infatti, in 32 Paesi, ed è attiva in 17 Stati europei. Inoltre, è coinvolta in diversi tipi di attività criminali: dal traffico di droga all’estorsione. Per quanto riguarda il primo, costituisce il principale broker del mercato mondiale degli stupefacenti. Nonostante sia ancora legata ai suoi riti arcaici, può essere considerata un'organizzazione criminale al passo con la digitalizzazione e con i nuovi sistemi di trasferimento del denaro, come i bitcoin.

È evidente, quindi, che questa organizzazione mafiosa sia ormai diventata una minaccia di dimensioni mondiali e dunque, per contrastarla, è necessario un approccio globale. Con questo obiettivo è stato creato il progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), un’iniziativa della durata di tre anni (2020-2023) che mette insieme diversi Paesi per promuovere una cooperazione internazionale nel contrasto delle attività criminali promosse dalla ‘Ndrangheta.

Nato da un accordo tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'Interno Italiano e il Segretariato Generale dell’Organizzazione Internazionale della Polizia Criminale (Interpol), il progetto ha l’obiettivo principale di mostrare alle Forze di polizia straniere quale sia la struttura della 'Ndrangheta e come essa operi. I punti fondamentali dell’iniziativa sono i seguenti:

  • contenuto – diffondere le conoscenze e l’esperienza diretta dell’Italia per quanto riguarda la struttura e il modus operandi della ’Ndrangheta;
  • accesso – rendere queste informazioni disponibili in modo da poter individuare, in tempo reale, i Paesi coinvolti e gli schemi ricorrenti seguiti dall’organizzazione criminale;
  • azione – coordinare delle indagini congiunte tra le forze dell’ordine nazionali, in modo da identificare e arrestare i fuggitivi.

Arresto del boss Rocco Morabito

Grazie alla cooperazione internazionale promossa dal progetto I-CAN dell’Interpol, lunedì 24 maggio 2021, in Brasile, è stato arrestato il boss della ‘Ndrangheta Rocco Morabito, considerato il latitante italiano più pericoloso dopo Messina Denaro. Il narcotrafficante di 54 anni era ricercato dal 1994 ed era già stato arrestato in Uruguay nel 2017, ma dopo due anni era riuscito a fuggire dal carcere di Montevideo.

La polizia brasiliana, l’Interpol e i Carabinieri del Ros lo hanno pedinato a lungo, fino a quando non hanno fatto irruzione nella sua abitazione di João Pessoa, capitale dello Stato brasiliano del Paraiba, e hanno preso "due piccioni con una fava". Con Morabito, infatti, è stato arrestato anche Vincenzo Pasquino, originario di Torino, anche lui nell’elenco dei latitanti italiani pericolosi e fuggitivo dal 2019. Pasquino era considerato un punto di riferimento per il traffico di stupefacenti provenienti dal Sud America. I due latitanti sono stati trasferiti in un carcere di Brasilia, in attesa che vengano avviate le pratiche di estradizione.

Il vicecapo della Polizia, Vittorio Rizzi, ha evidenziato quanto sia stata importante la cooperazione internazionale promossa dal progetto I-CAN, elencando (a un anno dalla promozione dell’iniziativa) i 14 arresti che sono stati portati a termine: «Tre in Argentina, due in Spagna e altri in Albania, Brasile Portogallo, Canada, Costa Rica, Svizzera e Repubblica Dominicana» [1].

Tutto ciò dimostra quanto sia sempre più necessaria, vista la tendenza alla globalizzazione delle organizzazioni criminali mafiose (e, in questo caso specifico, della ‘Ndrangheta), un'altrettanto globale risposta da parte delle forze dell’ordine.

A cura di Lorena Radici



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