Indira Gandhi

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  Redazione
  11 January 2021
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La giovinezza

Indira Gandhi, figlia di Kamla e Jawaharlal Nehru - il quale ricoprì la carica di Primo Ministro dell’India - nacque il 19 novembre 1917. Definita dall’opinione pubblica come una donna fermamente convinta dei propri ideali e intelligente, trascorse gli anni di studio tra India, Svizzera e Inghilterra.

La sua infanzia non fu di certo tra le più serene. Nel 1936 perse la madre a causa della tubercolosi e, nello stesso anno, dovette fare i conti con le diverse carcerazioni dei parenti, tra cui quella del padre - noto leader del movimento indipendentista indiano. In tale contesto, trovò conforto nella figura di Feroze Gandhi, un amico di famiglia, con il quale si sposò nel 1942.

Dopo che il padre fu nominato Primo Ministro dell'India nel 1947, anno nel quale il Paese raggiunse l’indipendenza, la giovane iniziò ad affacciarsi ed ad appassionarsi al mondo politico. Fu la più grande alleata del padre e, con il tempo, imparò a muoversi in relazioni complesse di diplomazia con alcuni dei più influenti leader del mondo.

Crescita politica

Era il 1955 quando Indira Gandhi si unì al comitato di lavoro del Partito del Congresso; quattro anni dopo fu eletta Presidente del partito. Nel 1964, dopo la morte del padre, oltre ad essere nominata “Rajya Sabha”, la carica più importante del parlamento indiano, fu eletta Ministro dell'informazione e della radiodiffusione. Quando il successore di suo padre, Lal Bahadur Shastri, morì bruscamente nel 1966, ella prese il suo posto. Così, Indira Gandhi fu l’unica donna a ricoprire la carica di Primo Ministro in India.

Indira si distinse per la sua tenacia e resilienza anche quando, in seguito alla quasi mancata vittoria del Partito del Congresso alle elezioni del 1967 e dopo aver agito unilateralmente per nazionalizzare le banche del paese nel 1969, gli anziani del Partito del Congresso cercarono di estrometterla dal suo ruolo. Nonostante ciò, ella radunò una nuova fazione del partito con la sua posizione populista e cementò la sua presa del potere con una decisiva vittoria parlamentare nel 1971.

Guerre e successi

In quello stesso anno, l’India si ritrovò in un sanguinoso conflitto tra il Pakistan orientale e occidentale, che portò circa 10 milioni di pakistani a cercare rifugio in India. Successivamente alla resa delle forze pakistane, Indira Gandhi invitò il presidente pakistano nella città di Simla per un vertice. I due leader firmarono l'accordo di Simla, accettando di risolvere le controversie territoriali in modo pacifico e aprendo la strada al riconoscimento della nazione indipendente del Bangladesh.

Durante questo periodo, l'India stava conseguendo un successo tangibile grazie ai progressi della rivoluzione verde. Al fine di affrontare la cronica carenza di cibo che aveva colpito principalmente i poveri agricoltori della regione del Punjab, Indira Gandhi stimolò l’aumento di produzione di cereali attraverso l'introduzione di semi ad alta resa e l'irrigazione.

Tendenze autoritarie e reclusione

Nonostante tali progressi, Gandhi fu anche criticata per le tendenze autoritarie e la corruzione del suo governo. Nel 1975, l'Alta Corte di Allahabad la giudicò colpevole di pratiche elettorali disoneste, spese elettorali eccessive e di utilizzo di risorse governative per scopi di partito. Invece di dimettersi, Indira dichiarò lo stato di emergenza e imprigionò migliaia dei suoi avversari.

Incapace di evitare definitivamente i diversi ostacoli al suo potere, Indira Gandhi uscì temporaneamente di scena in seguito alla sua sconfitta nlle elezioni del 1977. Fu brevemente imprigionata nel 1978 con l'accusa di corruzione, ma l'anno successivo vinse le elezioni per il “Lok Sabha”, il livello inferiore del parlamento. Nel 1980 tornò al potere come Primo Ministro. Quello stesso anno il figlio Sanjay, che era stato il suo principale consigliere politico, morì in un incidente aereo a Nuova Delhi: così, Indira Gandhi iniziò a preparare l'altro figlio, Rajiv, per la leadership.

Morte

Durante i primi anni '80, Indira Gandhi dovette affrontare crescenti pressioni da parte delle fazioni secessioniste, in particolare dai Sikh del Punjab. Nel 1984, ordinò all'esercito indiano di affrontare i separatisti Sikh al loro sacro Tempio d'Oro ad Amritsar, causando diverse centinaia di vittime.

Il 31 ottobre 1984, Indira Gandhi fu uccisa da due delle sue guardie del corpo, entrambi Sikh, che si vendicarono dell'attacco al Tempio d'Oro. Fu immediatamente succeduta dal figlio Rajiv e il suo corpo fu cremato tre giorni dopo con un rituale indù.

a cura di Licia Signoroni 

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