G20, agire nel presente con uno sguardo al futuro: “Prosperità“ [parte 3]

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  Davide Bertot
  27 October 2021
  5 minutes, 44 seconds

Da dicembre 2020 l’Italia ha assunto la presidenza del G20, ovvero il forum internazionale delle 20 principali economie mondiali. Il 30 e 31 ottobre 2021 si terrà a Roma il Vertice conclusivo dei capi di Stato e di governo, con lo scopo di stilare una dichiarazione programmatica congiunta per rispondere alle sfide odierne e future del mondo. Per celebrare la conclusione del G20, tre autori di Mondo Internazionale si sono occupati di analizzare i tre punti focali attorno a cui l’Italia ha voluto organizzare i lavori: Persone, Pianeta e Prosperità. Negli scorsi articoli abbiamo dunque visto come la pandemia e la crisi climatica abbiano portato le criticità analizzate in quest’edizione, le quali vertono attorno alla salute come bene comune, alla salvaguardia del nostro pianeta e a un sistema internazionale più equo. Oggi invece ci concentriamo sul tema del ritorno alla prosperità e sugli obiettivi prefissati dalla presidenza italiana in tal senso: mantenere la stabilità finanziaria globale e sostenere le economie vulnerabili.

Prosperity

Il mondo sta affrontando la peggior crisi economica da un secolo a questa parte, e i membri del G20 hanno il compito di prendere in mano la situazione e collaborare per favorire una prosperità nuova e condivisa.

In tal senso, questo pilastro cerca di concentrarsi sugli aspetti prettamente economici della cooperazione internazionale, identificando nei problemi finanziari dei Paesi più poveri una ferita da rimarginare il prima possibile. La parola d’ordine per raggiungere questo scopo è rivoluzione tecnologica“: la digitalizzazione è sinonimo di opportunità e crescita economica, e garantire a tutti l’accesso a internet e un’adeguata alfabetizzazione digitale sottintende una lotta a disuguaglianze e precarietà per una crescita comune. Tuttavia, ridurre il divario digitale significa anche sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie per migliorare concretamente le condizioni e il tenore di vita dei cittadini: rendere più efficaci le prestazioni sanitarie, agevolare la condivisione di dati per rafforzare i meccanismi globali di risposta alle pandemie, rendere flessibili i modelli organizzativi per redistribuire meglio il carico di lavoro domestico tra uomini e donne, migliorare l’efficienza delle reti di distribuzione energetica e, infine, moltiplicare il raggio di azione delle attività didattiche.

Mantenere la stabilità finanziaria globale

La capacità del sistema finanziario globale di assicurare finanziamenti all’economia reale è fondamentale per una ripresa economica mondiale. Questo esige però una corretta gestione dei rischi per la stabilità finanziaria, la quale comporta un’azione massiccia di investimento.

La crisi pandemica e la risposta coordinata internazionale sono considerate come punti di partenza per sviluppare una comprensione condivisa su come garantire la crescita e la stabilità finanziaria nel lungo termine. L’isolamento forzato ha accelerato la crescita della domanda di servizi digitali anche finanziari, e se questo offre la possibilità di un miglior accesso per le categorie vulnerabili, lo scarso livello di digitalizzazione potrebbe anche penalizzare alcuni settori. Per questo l’azione di sensibilizzazione digitale e finanziaria dei governi deve essere coordinata e sistemica, per assicurare non solo una riduzione del divario digitale ma anche un quadro normativo e di vigilanza inclusivo, che garantisca una migliore tutela dei clienti contro i rischi derivanti da un maggiore uso dei mezzi digitali. In particolare, emergono proposte di rafforzamento della sicurezza informatica nel settore finanziario e di analisi dell’impatto dell’uso transnazionale delle nuove valute digitali globali (global stablecoins o GSC), specialmente sui tassi di cambio e sulle valute di riserva.

Inoltre, viene data priorità all’istituzione di nuove istituzioni e intermediari non bancari per garantire la qualità e la legalità degli investimenti infrastrutturali globali necessari per un’uscita dalle misure di sostegno d’emergenza, specialmente nei Paesi in via di sviluppo. A questo si aggiungono rinnovati sforzi per migliorare la resilienza dei sistemi finanziario e monetario internazionali contro il riciclaggio di denaro, il finanziamento al terrorismo e i rischi legati al clima, anche attraverso una migliore qualità dei dati e una maggiore comparabilità delle informazioni finanziarie.

Infine, caposaldo di questo obiettivo strategico è superare le divergenze e riformare l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), al fine di garantire un miglior sviluppo dei commerci competitivi regolamentando in maniera più coordinata e rigorosa protezionismi, sussidi e tassazione (di cui si è già parlato nel precedente articolo di Chiara Calabria).

Sostenere le economie vulnerabili

La crisi pandemica ha colpito duramente anche i canali di finanziamento delle economie più vulnerabili, e rischia di compromettere le prospettive di sviluppo in particolare degli Stati africani. Infatti, la pandemia ha colpito i Paesi in via di sviluppo più duramente degli altri, non solo per la risposta meno rapida e mirata contro il virus, ma anche e soprattutto per il drastico calo delle esportazioni e dell’afflusso di capitali esteri, portando molte nazioni a indebitarsi pesantemente.

Per rispondere a questo problema sono state avviate iniziative per ovviare alle immediate esigenze di liquidità e far fronte alle difficoltà della bilancia dei pagamenti dei Paesi più in difficoltà. Ma questi sforzi non bastano da soli, soprattutto nel quadro di una ripresa economica che garantisce la sostenibilità finanziaria nel lungo periodo. Per questo la presidenza italiana preme per una sospensione del servizio dei debiti e una nuova e diffusa assegnazione dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) per contribuire ad aumentare le riserve globali e a sostenere i Paesi con difficoltà valutarie. Inoltre, si auspica un accordo che miri a una cancellazione almeno parziale dei debiti condizionata all’adozione di politiche economiche di austerity nel lungo periodo, così come la cessione dei DSP di pertinenza dei Paesi avanzati a beneficio degli altri.

Tuttavia, a tali politiche di finanziamento è essenziale affiancare il coordinamento della comunità dei donatori, in particolare delle Banche Multilaterali di Sviluppo, con investimenti mirati e condivisi per aiutare i Paesi a basso reddito a massimizzare l’impatto delle risorse che ricevono e guidarle verso indirizzi di crescita moderni. In questo senso, è anche lodevole l’importanza data in quest’edizione all’inclusività politica per permettere una governance globale più multipolare e che associ anche le nazioni esterne al G20 che, pur contando meno del 15% del PIL mondiale, sono molto più numerose ed estese geograficamente e demograficamente.

In conclusione, è chiaro che “le tre P“ di questo G20 sono interconnesse e complementari. Una nuova prosperità è necessaria per trovare soluzioni alla crisi climatica, ma allo stesso tempo l’eliminazione di sperequazioni e precarietà non può che passare da un’economia più eco-friendly, che compensi le popolazioni afflitte dalle esternalità negative dei moderni processi produttivi. Tidurre le disuguaglianze significa anche proteggere le persone e promuovere una crescita inclusiva, resiliente e sostenibile, in grado di mitigare i cambiamenti climatici e proteggere così l’ambiente.

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L'Autore

Davide Bertot

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Società

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