Framing The World, Numero LXX

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  Redazione
  25 October 2021
  39 minutes, 16 seconds

Nel nuovo numero di FtW ci occupiamo, per prima cosa, degli ultimi avvenimenti in Myanmar, Haiti, Iraq e Russia. Dedichiamo particolare attenzione alla governance talebana e alla dura discriminazione perpetrata contro la minoranza Hazara e, rimanendo sempre in Asia centrale, descriviamo il “vicino” accordo tra Pakistan e Stati Uniti allo scopo di monitorare il territorio afghano. Analizziamo in seguito la continuazione degli scontri in Tigray e la ripresa delle violenze a Beirut. Ci spostiamo poi in Cina dove hanno fatto notizia i primi test positivi di missili ipersonici a lunga gittata e negli Stati Uniti, dove dei documenti di Facebook mostrano l’incapacità del social network di prevenire post incitanti all’odio e dubbi sulla legittimità per la privacy.

Tutto questo e molto altro nel 70° numero di Framing the World!


DIRITTI UMANI

Kabul, i talebani sfrattano le minoranze per distribuire la terra ai propri sostenitori. Secondo Human Rights Watch, in diverse province dell’Afghanistan, gruppi appartenenti a delle minoranze sono stati sfollati con la forza. Molti di questi sgomberi hanno preso di mira le comunità sciite Hazara, insieme a varie persone che avevano collaborato col precedente governo. Una chiara forma di punizione collettiva. Da quando i talebani sono saliti al potere ad agosto, gli sfratti sono stati portati avanti in molti casi con solo pochi giorni di preavviso e senza alcuna possibilità di presentare delle rivendicazioni legali riguardanti il possesso dei territori. Un ex analista politico delle Nazioni Unite ha affermato di aver visto avvisi di sfratto che dicevano ai residenti che se non si fossero conformati, “non avrebbero avuto il diritto di lamentarsi delle conseguenze”.

Sudafrica, ancora nessuna giustizia per l’uccisione dell’attivista ambientale Fikile Ntshangase. Un anno fa, un’attivista ambientale sudafricana è stata uccisa nella sua casa a Somkhele nella provincia di KwaZulu-Natal, dopo aver sollevato preoccupazioni per le conseguenze ambientali che una miniera di carbone nella zona stava provocando. Non è stato ancora individuato un colpevole. Oggi, i membri della sua comunità e delle organizzazioni locali per la giustizia ambientale sono scesi in piazza e hanno inviato una lettera al governo sudafricano, chiedendo giustizia. Hanno attualmente un forte sostegno. Molti esperti delle Nazioni Unite hanno evidenziato come i difensori dei diritti umani abbiano utilizzato la storia di Ntshangase per portare un rapporto al Consiglio dei diritti umani di Ginevra, sottolineando i rischi che i difensori ambientali corrono in tutto il mondo, soprattutto se sono donne.

Edoardo Cappelli

ECONOMIA E FINANZA INTERNAZIONALE

Trump, lo sbarco in borsa. Donald Trump ha annunciato mercoledì sera la creazione di una società chiamata Trump Media and Technology Group e che essa si quoterà in borsa tramite la fusione con una SPAC (Special Purpose Acquisition Company), Digital World Acquisition Corporation (DWAC). L’ex-presidente creerà un nuovo social network, TRUTH Social, per i suoi sostenitori e per combattere la censura operata nei suoi confronti dalle principali piattaforme social. La notizia ha mandato in visibilio Wall Street e l’esercito di investitori che aveva fatto volare GameStop, a volte improvvisati, altre molto preparati, ha mandato il titolo DWAC alle stelle, con rialzi del 500% nel primo giorno e fino al 1750% il giorno successivo, per poi chiudere a +840% in due giorni. La nuova società, il cui valore stimato era di $875 milioni, è ora valutata almeno 8 volte tanto ed è l’operazione SPAC più di successo della storia.

Tasse, un accordo globale. 136 paesi si sono accordati per imporre una tassazione minima del 15% sulle aziende e limitare la competizione fiscale internazionale. Fondamentale per il successo dei negoziati è stato il consenso dato da tre paesi, Estonia, Ungheria e Irlanda, noti per le politiche pro-business degli ultimi anni. L’accordo prevede che un quarto dei profitti di un’azienda (con un fatturato globale superiore ai $20 miliardi) in eccesso del 10% siano ricollocati nei paesi dove sono stati guadagnati e lì tassati. Il diavolo è però nei dettagli e difficilmente l’obiettivo di tassare le multinazionali tecnologiche verrà raggiunto, visto che molte non raggiungono la soglia del 10% di profitti grazie agli ingenti investimenti effettuati, in primis Amazon, il cui margine è di poco superiore al 6%. Appare inoltre complicata la ratifica del trattato negli USA, per la quale servirà la maggioranza dei 2/3 del Senato.

Giappone, peggio del previsto. La luna di miele del nuovo premier giapponese Kishida con i mercati, capaci di raggiungere i record da 30 anni a questa parte sulle speranze di un maggior intervento pubblico e di bassi tassi d’interesse, è durata solo 24 ore. Infatti, già nel giorno successivo all’insediamento la borsa di Tokyo ha reagito malamente alle parole del premier, che ipotizzava, nell’ambito di una revisione delle politiche fiscali per diminuire la diseguaglianza sociale, di aumentare la tassazione sulle plusvalenze finanziarie attualmente pari al 20%. Gli investitori, soprattutto quelli esteri, non sono rimasti particolarmente impressionati dal nuovo gabinetto e hanno colto l’occasione per vendere e trarre profitto dai prezzi che rimangono relativamente elevati rispetto agli scorsi mesi.

Cina, crescita in calo. I dati del terzo trimestre confermano il rallentamento dell’economia cinese, che tra luglio e settembre è cresciuta “solo” del 4.9%, al di sotto delle previsioni degli economisti (5.2%) e in forte rallentamento rispetto al +7.9% del periodo precedente, mentre anche la produzione industriale (+3.1%) ha mancato le stime (+4.5%). In aggiunta ai problemi legati al covid (lockdowns localizzati e chiusura di alcuni porti) e alle interruzioni nelle supply chains, in parte legate allo stesso covid, i problemi principali sono il razionamento dell’energia, che ha causato la sospensione delle attività industriali in diverse province (ma iniziato solo a fine trimestre), e, soprattutto, le severe misure restrittive imposte nei mesi precedenti nei confronti di alcuni settori fondamentali, primo fra tutti l’immobiliare, che da solo rappresenta un terzo del pil cinese. Il governo è tuttavia fiducioso di conseguire l’obiettivo annunciato del 6% di crescita annuale.

Materie prime, vola il cotone. All’elenco delle materie prime il cui prezzo sta vivendo aumenti quasi senza precedenti si aggiunge il cotone, cresciuto del 47% da gennaio e arrivato ai massimi dal 2011. I rialzi sono dovuti ad una combinazione di fattori, tra cui il raccolto americano inizialmente giudicato scarso per le condizioni di siccità, il raccolto indiano colpito dalla mancanza delle piogge monsoniche, e gli ormai abituali intoppi nelle supply chains. Tuttavia, dopo il miglioramento delle condizioni meteorologiche negli USA (primo esportatore) e in India (primo produttore), i futures sono calati fino ad arrivare a +36% da gennaio, anche grazie al calo della domanda cinese. Rimane però evidente l’effetto del boicottaggio del cotone prodotto nello Xinjiang (20% della produzione mondiale) imposto da Trump per l’impiego di manodopera forzata e confermato da Biden.

Leonardo Aldeghi



AFRICA SUB SAHARIANA

L’eroe di Hotel Rwanda condannato troppo lievemente secondo l’accusa. Paul Rusesabagina, oggi 67enne, durante il genocidio del 1994 salvò, pur essendo di etnia Hutu, più di migliaio di Tutsi dal massacro dando loro protezione nell'albergo di cui era direttore. Questo episodio ispirò il celebre film "Hotel Rwanda”. Oggi, Rusesabagina, che negli anni è divenuto uno strenuo oppositore del presidente ruandese Paul Kagame, è considerato però un criminale. Lo scorso settembre è stato condannato per terrorismo, insieme ad una ventina di altri imputati, a 25 anni di carcere. Rusesabagina è infatti accusato di essere il leader di un gruppo terroristico, il Fronte per la liberazione nazionale, considerato responsabile di una serie di attentati con vittime compiuti fra il 2018 e il 2019 in Ruanda. Secondo diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani il processo fu solo una farsa politicamente motivata. Di recente i procuratori della pubblica accusa hanno però persino presentato ricorso contro la sentenza a 25 anni di carcere, da loro giudicata troppo lieve rispetto all'ergastolo chiesto inizialmente.

(Andrea Ghilardi)

Etiopia, attacchi aerei contro la capitale del Tigray. La città di Mekele, capitale della regione del Tigray, teatro della sanguinosa guerra civile che si trascina da più di un anno nel paese africano, è stata il bersaglio di diversi attacchi aerei condotti dall’esercito etiope. Sono state segnalate delle vittime civili al seguito di queste operazioni. I raid aerei arrivano come risposta ai pesanti combattimenti nella regione Amhara, a sud del Tigray, dove il TPLF ha lanciato un'offensiva a luglio. Mercoledì, il portavoce del TPLF Getachew Reda ha affermato su Twitter che i combattenti tigrini hanno preso il controllo di almeno due nuove città nella regione, mettendo così le città di Kombolcha e la vicina Dessie, dove decine di migliaia di persone hanno cercato rifugio dalla loro avanzata, a portata della loro artiglieria.

(Andrea Ghilardi)

Sierra Leone, presentata una proposta di legge per incentivare la rappresentanza politica femminile. Giovedì scorso il governo della Sierra Leone presieduto dal Presidente Julius Maada Bio ha presentato una proposta di legge che mira ad aumentare la rappresentanza femminile all’interno del parlamento. Nello specifico il testo del documento prevede che almeno il 30% dei seggi parlamentari e delle posizioni al governo debbano essere presieduti da donne. La proposta di legge tiene dunque fede alle promesse della campagna elettorale di Juliu Maada Bio del 2018 legate alla partecipazione delle donne in politica. Al momento, soltanto 18 seggi parlamentari e 4 posti al governo sono affidati a donne, circa il 12% del totale. Sono previsti al momento ulteriori dibattiti parlamentari e al momento non è del tutto chiaro se la proposta di legge riuscirà a passare all’assemblea.

(Giulio Ciofini)

Eswatini, gli stati dell’Africa meridionale inviano una delegazione per risolvere l’agitazione popolare. Ormai da diverse settimane l’ultimo regno dell’Africa subsahariana, l’Eswatini, precedentemente conosciuto come Swaziland, sta vivendo un duro periodo di disordini civili che hanno completamente bloccato il paese. L’entità e la costanza delle proteste ha convinto la Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale (SADC) a formare nuovamente una delegazione composta da ufficiali di paesi vicini come Sudafrica, Botswana e Namibia. I manifestanti pro-democrazia richiedono non solo riforme radicali ma anche la rimozione del Re Mswati III, accusato anche di aver soppresso violentemente le proteste e di aver limitato l’accesso a internet nel paese. La delegazione inviata dalla SADC è guidata dall’ex-ministro della Giustizia sudafricano Jeff Radebe, ma al momento non è chiaro se e quale ruolo interpreterà nella mediazione tra manifestanti e Mswati III.

(Giulio Ciofini)

Sudan: continuano le proteste, in migliaia a Khartoum per richiedere un governo civile. Tra le strade della capitale sudanese lo scorso giovedì sono scesi in migliaia richiedendo l’accelerazione della transizione verso un governo totalmente civile e politico. Difatti dal 2019, successivamente alla cacciata di Omar al-Bashir, il governo ad interim insediatosi è formato da un insieme di generali militari e figure politico-civili. Stando alle dichiarazioni degli organizzatori delle proteste, i manifestanti sono stati attaccati dalle forze di sicurezza vicino al palazzo del Parlamento. Le tensioni tra i movimenti pro-democrazia e i militari continuano pertanto ad aumentare. Si tratta probabilmente del momento di maggior difficoltà del governo ad interim che solo nelle scorse settimane ha sventato un tentativo di colpo di stato da parte dei lealisti di al-Bashir.

(Giulio Ciofini)

Andrea Ghilardi e Giulio Ciofini



AMERICA DEL NORD

Washington, Rachel Levine primo ufficiale a quattro stelle transgender. Una pediatra transgender, Rachel Levine, ex viceministro della salute degli Stati Uniti, sarà il primo ufficiale a quattro stelle negli Stati Uniti. È stata infatti nominata dal presidente Joe Biden ammiraglio dell’organismo preposto al servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti (essenzialmente i militari che scendono in campo in caso di emergenze sanitarie o disastri naturali). Il 63enne professore universitario, psichiatra oltreché pediatra, è entrato a far parte dell’amministrazione Biden a marzo, diventando l’ufficiale federale apertamente transgender di più alto grado negli Stati Uniti. Ora il nuovo passo avanti, che lei ha definito, nella cerimonia di giuramento, “memorabile” e “storico”.

(Edoardo Cappelli)

Pasadena, dei documenti di Facebook provano l’incapacità di fermare post incitanti all’odio. L’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio scorso ha visto un tentativo del social di Zuckerberg di bloccare i post inneggianti alla violenza, ma senza riuscirci. Il Financial Times ha condiviso i documenti dell’azienda, dove si evidenzia un tentativo di minimizzazione da parte dei dirigenti di Facebook sul ruolo dei social media in questa vicenda. Ciò fa parte di un dossier più ampio dove si vede come Facebook fosse consapevole di molti dei danni causati dalle sue app e dai suoi servizi, ma non abbia risolto i problemi o abbia fatto fatica a risolverli. Il social è alle prese con una serie di problemi sul fronte delle pubbliche relazioni che ne stanno facendo il momento più buio dopo lo scandalo di Cambridge Analytica.

(Edoardo Cappelli)

Cuba, canadese detenuto nella prigione cubana a cui vengono negate le visite consolari. Un cittadino canadese, Michael Carey Abadin, è stato arrestato il 12 luglio, secondo le dichiarazioni di sua madre, all’Avana. La detenzione è iniziata il giorno dopo l’esplosione senza precedenti di manifestazioni antigovernative in tutta Cuba. Vari atti di protesta sparsi erano stati innescati nel quartiere dove il giovane si trovava (L’Avana Vecchia), dove la polizia e i vigilanti filo-governativi chiamati Brigate di risposta rapida sono molto operativi. La madre di Michael, Yvis Abadin, ha anche dichiarato che suo figlio non faceva parte della manifestazione, si è semplicemente trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si ritiene che l’affermazione sia supportata da alcuni testimoni. “Alcune persone di un altro edificio a circa mezzo isolato di distanza hanno lanciato alcuni sassi e rotto il parabrezza di un’auto della polizia. Un’ora dopo, alcuni omoni in abiti civili con delle mazze sono passati e hanno arrestato Michael”. È interessante vedere come si svilupperà questo caso, anche diplomaticamente.

(Edoardo Cappelli)

USA, vicino l’accordo per l’utilizzo dello spazio aereo pakistano per operazioni in Afghanistan. Dopo un vertice dei membri del Congresso nella giornata di venerdì 23, sembra vicino un accordo con le autorità pakistane per l’utilizzo di basi aeree per condurre “military and intelligence operations” su territorio afghano. Il governo di Islamabad vorrebbe firmare un Memorandum of Understanding (MOU), accordo che gioverebbe al governo pakistano per il sostegno nella propria lotta al terrorismo regionale. Gli USA, dal canto loro, continuerebbero nelle loro operazioni in Medio Oriente e in particolare nella lotta all’ISIS-K e di altri attori che potrebbero inserirsi nel complesso contesto afghano.

(Emanuele Volpini)

New Orleans, nuovo caso di aggressione razziale nei sobborghi della città. Ennesimo caso di aggressione nella periferia della città di New Orleans, Louisiana, dove una donna è stata aggredita dalle stesse forze dell’ordine che aveva chiamato. La donna, che non ha voluto rivelare il proprio nome, era stata inizialmente aggredita da alcuni ragazzi vicino casa. Una volta giunta sul posto la polizia, l’agente ha gettato la donna a terra e, prendendola per i capelli, le ha ripetutamente sbattuto il cranio contro l’asfalto. Infine, l’agente l’ha immobilizzata premendo il suo ginocchio contro il collo. L’aggressione è stata testimoniata grazie a un video di 14 secondi poi pubblicato su Instagram. Immediate le indagini interne condotte dell’ufficio dello sceriffo di Jefferson Parish.

(Emanuele Volpini)

Canada, l’esercito chiamato negli ospedali per combattere la quarta ondata di covid. Venerdì la regione del Saskatchewan ha richiesto, tramite aiuti federali, l’invio di personale sanitario per fronteggiare la quarta ondata di Covid-19. Il fatto è stato anche confermato tramite un tweet dal ministro della Sicurezza Pubblica e Preparazione all’Emergenza, Bill Blair. Immediata la risposta del governo, che ha inviato personale medico del Canadian Armed Forces (CAF) sul territorio: non si tratta del primo caso, dal momento che anche l’Alberta ha fatto la medesima richiesta poco meno di un mese fa. Da diversi giorni i sistemi sanitari locali stanno affrontando un innalzamento del numero dei contagi e in particolare delle ospedalizzazioni: tra queste, il 25% riguarda pazienti di terapia intensiva.

(Emanuele Volpini)

Edoardo Cappelli e Emanuele Volpini



AMERICA LATINA

Colombia, catturato Otoniel, capo del narcotraffico del Paese. Una dolorosa pagina nella storia criminale della Colombia volge finalmente a termine: Dairo Antonio Úsuga, conosciuto come Otoniel, uno dei criminali più ricercati del Clan del Golfo è stato finalmente arrestato a Necoclí, sulla costa di Antioquia, grazie all’azione congiunta di Polizia ed Esercito. A darne l’annuncio il Presidente Iván Duque: “​​Otoniel non era solo nel cartello dei più ricercati per traffico di droga e reclutamento, ma anche per abusi sui minori”. L’operazione Osiride può dirsi conclusa. El Clan Del Golfo controllava e regolava sia il micro-traffico che per il volume di affari che aveva, così alto da ledere la stabilità della nazione. Il governo colombiano ha offerto una ricompensa di 3.000 milioni di pesos e gli Stati Uniti sono arrivati a cinque milioni di dollari, per le informazioni che hanno portato alla sua cattura. “Otoniel dovrà essere ritenuto responsabile delle centinaia di crimini commessi sotto il suo comando. Le vittime meritano giustizia”, ha dichiarato tramite Twitter Jose Miguel Vivanco, direttore di Human Rights Watch per le Americhe, congratulandosi con Duque per l'operazione.

(Giulia Patrizi)

Ecuador, il Presidente Lasso indebolito dal terremoto mediatico dei “Pandora Papers”. Dopo le turbolente elezioni ecuadoriane che, al secondo turno, hanno decretato Lasso Presidente dello Stato centromericano, il suo tasso di gradimento nei sondaggi era superiore al 70%, complice la promessa mantenuta di vaccinare, in soli tre mesi, nove milioni di ecuadoriani. Subito dopo e in poco tempo ha perso oltre 20 punti. Le scottanti rivelazioni dei “Pandora Papers” non risparmiano nessuno: la Procura, infatti, sta indagando anche su di lui. Per recuperare alcuni punti, Lasso è stato costretto a bloccare il rincaro del prezzo della benzina ma questa manovra tardiva non lo ha aiutato nel riconquistare una solida posizione davanti all’Assemblea tale da procedere con l’approvazione delle manovre economiche previste.

(Giulia Patrizi)

Port-au-Prince, l’UNICEF allerta sui rapimenti di donne e bambini ad Haiti. Secondo il direttore regionale dell’UNICEF per l’America Latina e i Caraibi, Jean Gough, “nessun posto è più sicuro per i bambini ad Haiti”. Apparentemente, i rischi per i ragazzi e le ragazze di essere rapiti ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte, sono molto alti. L’UNICEF stima, sulla base di fonti ufficiali, che 71 donne e 30 bambini sono stati rapiti nei primi otto mesi di quest’anno, mentre l’anno scorso erano rispettivamente 59 e 37. Il numero rappresenta un terzo dei 455 rapimenti denunciati. La maggior parte dei rapimenti ha luogo nella capitale Port-au-Prince e la maggior parte delle vittime sono haitiani.

(Edoardo Cappelli)

Messico, tra violenza e droga. Lo Stato del Chiapas presenta due antichi problemi: fiumi di droga che passano per le sue strade e commandi armati che rendono la posizione dello Stato centrale ancora più debole. In un territorio in cui lo Stato e la polizia non riescono a penetrare, uomini ben forniti di armi sono i padroni incontrastati della regione sostituendo, di fatto, lo Stato, ed arrivando persino a muovere esplicite richieste: “Rispetto per le nostre richieste indigene, niente più distrazione di risorse dalla gente, niente uomini armati o narcotrafficanti armati, tolleranza zero per lo spaccio di droga in luoghi clandestini, niente più morti, cure mediche dignitose, che la sicurezza pubblica sia per le persone e non per i criminali”. Queste le parole pronunciate da alcuni uomini del gruppo armato Simojovel Armed Force (FAS) di recente creazione. Dagli anni Novanta il Messico è costantemente in lotta con queste organizzazioni, le quali promuovono l’indipendenza degli indigeni e fanno affari e alleanze con la criminalità organizzata. Il ricorso alla lotta organizzata, secondo esperti messicani, è necessario per ottenere fondi che tali gruppi non possono recuperare in altro modo poiché lo Stato non glieli fornirà. Inoltre, si insinuano proprio in quei territori di grande fragilità del tessuto sociale in cui lo Stato non riesce a penetrare e ad affermarsi costruendo alternative nella legalità con la popolazione.

(Giulia Patrizi)

La cooperazione tra Bolivia e Russia passa attraverso il litio. Il Ministro degli Esteri boliviano Rogelio Mayta è stato ospite di Putin per confrontarsi sui nuovi investimenti previsti da Mosca verso il continente latino-americano. Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, ha annunciato un forte interesse nell’aumentare il giro di affari nel mercato latino-americano. Alcuni dei punti di discussione sono stati l’uso dell’energia nucleare a scopi pacifici e lo sfruttamento del litio. I due Paesi sono uniti anche nella lotta contro il coronavirus. Il fornitore dei vaccini per la Bolivia, infatti, è la Russia e, di conseguenza, le vaccinazioni in corso sono effettuate con lo Sputnik. Un successo diplomatico di grande entità per la Russia. Lavrov ha dichiarato: “Lo Stato della Bolivia è uno dei partner prioritari della Russia nella regione dell'America Latina e dei Caraibi”, sottolineando il rinsaldarsi in un arco temporale ridotto delle relazioni diplomatiche. La portavoce degli esteri russa María Zajárova ha sottolineato che la Bolivia è “uno dei partner prioritari” del Cremlino e che la visita di Rogelio Mayta ha l'obiettivo di elevare la cooperazione bilaterale “a un livello qualitativamente più alto”. La russa Gazprom è sul territorio boliviano da cinque anni poiché attinge riserve di gas naturale dal giacimento di Incahuasi, le cui riserve sono stimate in 70,8 miliardi di metri cubi di gas naturale.

(Giulia Patrizi)

Giulia Patrizi e Edoardo Cappelli


ASIA ED ESTREMO ORIENTE

Cina, confermati i test dei primi missili ipersonici a lunga gittata. Fonti governative e dell’intelligence statunitense hanno confermato che la Cina avrebbe condotto con successo due test di lancio di missili appartenenti alla nuova categoria di testate ipersoniche a lunga gittata. La conferma del successo dei test in questione avrebbe allarmato esperti della difesa e analisti statunitensi, i quali sospettano che la Cina stia rapidamente conquistando un vantaggio strategico nello sviluppo delle armi nucleari ipersoniche. Secondo fonti governative, la Cina avrebbe condotto due test – uno ad agosto e un altro a luglio – durante i quali avrebbe lanciato in orbita un missile (hypersonic glide vehicle, HGV) capace di raggiungere una velocità pari a cinque volte quella del suono (appunto ipersonico); ciò permetterebbe al missile di eludere le difese anti balistiche convenzionali e raggiungere distanze maggiori rispetto alle normali testate balistiche continentali.

Myanmar, liberati centinaia di prigionieri politici. Lo scorso martedì, il capo della giunta militare al potere, Min Aung Hlaing, ha fatto sapere in un comunicato che centinaia di prigionieri politici sono stati liberati dal carcere, in seguito all’annuncio, il giorno prima, che questi avrebbero beneficiato dell’amnistia. La decisione del rilascio è avvenuta in seguito all’annuncio dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) che specificava che Min Aung Hlaing non sarebbe stato invitato al loro vertice alla fine di questo mese perché, secondo i ministri degli Esteri asiatici, Myanmar non avrebbe raggiunto “progressi sufficienti” nel rispetto dei cinque punti che erano stati concordati congiuntamente ad aprile. In base all’accordo, infatti, si sarebbe dovuto porre fine alla violenza contro coloro che si oppongono alla giunta, e permettere a un inviato speciale dell’ASEAN di visitare il Paese e incontrare tutte le parti. Nonostante l’annuncio della liberazione dei prigionieri politici, l’Associazione di assistenza per i prigionieri politici (AAPP), un gruppo per i diritti che ha seguito la risposta dell’esercito alle proteste scoppiate in seguito al colpo di stato, è scettico sul rilascio, definito come “una forma di distrazione”.

Giappone, prime esercitazioni militari nazionali per la “Self Defence Force”. Per la prima volta da 30 anni le truppe di autodifesa dell’Esercito giapponese (JSDF) stanno conducendo delle esercitazioni militari a livello nazionale, con lo scopo di preparare le truppe a un potenziale conflitto nella regione dell’arcipelago giapponese. L’esercitazione è iniziata ufficialmente a metà settembre, e coinvolge all’incirca 100.000 soldati, 20.000 veicoli e 120 aerei di diverso tipo. Al momento, truppe appartenenti alla 2° divisione GSDF (Ground Self Defence Force) si stanno preparando a effettuare simulazioni di combattimento (wargames) presso l’area di manovra di Hijudai, nella prefettura di Oita. Il terreno è stato scelto per simulare le condizioni e l’ambiente delle isole sud-orientali del Giappone (come le isole Senkaku), luogo dove Tokyo si aspetta un ipotetico conflitto contro altri attori regionali.

Corea del Nord, effettuato test missilistico nelle acque giapponesi. Lo scorso martedì, fonti provenienti dallo Stato Maggiore sudcoreano hanno rilasciato un comunicato in cui si indicava che la Corea del Nord avesse effettuato un test missilistico la cui testata sarebbe caduta nel Mar Giapponese orientale. La testata, secondo alcuni esperti di difesa corani, sarebbe stata lanciata da un sottomarino nordcoreano dal porto di Sinpo, nella Corea del Nord orientale. Secondo il rapporto, il missile avrebbe percorso una distanza di circa 450 chilometri, raggiungendo un’altitudine massima di 60 chilometri prima della caduta. Il fatto che il missile possa essere stato lanciato da un sottomarino è estremamente significativo per lo Stato Maggiore della Corea del Sud, essendo che i missili lanciati dai sottomarini sono più difficili da rilevare, e possono essere lanciati molto più vicino al loro obiettivo, aumentando così il tempo di reazione per le difese missilistiche.

Francesco Ancona

EUROPA OCCIDENTALE E UNIONE EUROPEA

Regno Unito, il virus fa di nuovo paura. Numeri preoccupanti quelli che arrivano da Oltremanica, dove i contagi di COVID-19 hanno raggiunto picchi impressionanti di oltre 50mila casi al giorno. A questi si accompagnano un numero variabile tra i 150 e i 200 morti al giorno. Il governo di Johnson si trova dunque ad affrontare una nuova ondata pandemica che, secondo il ministro della Salute britannico Sajid Javid, potrebbe addirittura aggravarsi fino ad arrivare a 100mila casi giornalieri durante l’inverno. Ciononostante, le limitazioni attuali restano piuttosto blande, tanto che il governo esclude ancora un piano di irrigidimento delle misure di prevenzione, come la reintroduzione dell’obbligo di mascherine in certi luoghi chiusi e una sorta di “green pass” solo per grandi eventi.

Consiglio Europeo del 21 e 22 ottobre. Molte le tematiche importanti che sono state trattate durante l’ultimo Consiglio europeo. In primo piano c’era il tema dell’energia: i capi di Stato e di governo dell’UE riuniti a Bruxelles hanno avuto una discussione esaustiva sui prezzi dell’energia, senza però raggiungere delle comuni conclusioni. Il premier italiano Draghi ha invitato ad accelerare i tempi su questo argomento, sollecitando linee di azione urgenti sullo stoccaggio comune del gas. L’obiettivo di Draghi è quello di proteggere egualmente dalla crisi energetica tutti i 27 membri. Altre tematiche centrali sono state la pandemia, la questione migratoria, il commercio e la transizione digitale. Oltre a tutto questo, a seguito delle tensioni tra l’Unione e la Polonia, anche lo Stato di diritto è stata una delle tematiche più delicate in agenda per questo vertice.

L’ultimo summit di Angela Merkel. Finisce un’era: Angela Merkel ha presenziato al suo ultimo Consiglio europeo uscendo di scena, dopo una standing ovation dei leader UE, in un momento estremamente delicato per il futuro stesso dell’Unione Europea. Lo scontro tra Varsavia e Bruxelles sullo Stato di diritto preoccupa infatti la cancelliera poiché, come ha sottolineato prima dell’inizio del vertice europeo, “esso non rappresenta solamente una tensione tra la Polonia e l’Unione”. Al contrario, questo scontro è la contrapposizione tra due visioni e due progetti differenti di Europa. La questione, ha osservato Merkel, è “come i singoli Stati membri immaginano che sia l’Unione Europea, sempre più integrata oppure fatta da più Stati nazionali”. In questo contesto la perdita di una figura carismatica e fortemente europeista come Angela Merkel, definita un vero e proprio “monumento” dal presidente del Consiglio europeo Michel, non fa altro che aumentare i dubbi e le domande sulla futura stabilità delle istituzioni europee.

Andrea Ghilardi



EUROPA CENTRO-ORIENTALE E RUSSIA

La Croazia contro le donne. Il dibattito su quella che viene ribattezzata “tampon tax” non imperversa solo in Italia. Anche nei Balcani ci sono problemi analoghi. La Croazia rifiuta (di nuovo) di abbassare l’IVA sui prodotti per le mestruazioni femminili. Attualmente l’IVA in Croazia è al 25%. La proposta è di portarla al 5%, non essendo un bene di lusso. Il governo, visto il suo reiterato rifiuto, è stato accusato dall'ONG femminile PaRiter di considerare le donne come “cittadini di serie B”. Anka Mrak Taritaš, del partito liberale di opposizione GLAS, ha presentato gli emendamenti alla legge sull'IVA. Taritaš nel suo intervento, durante la seduta del Parlamento, ha detto che ogni donna in Croazia paga circa 8.000 kune di IVA per assorbenti igienici e tamponi. Il 25 marzo il governo ha respinto la stessa proposta, avviata anche da GLAS. In un sondaggio online del 2019 di Fiume PaRiter, a cui hanno risposto seimila persone, è emerso un numero ingente di donne che non ha accesso a servizi igienici, carta igienica e nemmeno acqua calda o sapone. La normativa UE consente una riduzione delle tasse sui prodotti d'epoca – sulla cosiddetta “tampon tax” – al 5 per cento, ma molti dei suoi 27 Stati membri, tra cui la Croazia, continuano ad applicare loro l'aliquota IVA standard, che è 25%in Croazia e 22% e 27% in Slovenia e Ungheria e, fino a qualche giorno fa, anche in Italia.

Kosovo, due diplomatici russi espulsi. Il presidente Vjosa Osmani ha annunciato che due funzionari russi sono stati ufficialmente inseriti nel registro di “persone non gradite”. I due lavorerebbero in un “Ufficio di Collegamento” tra Russia e Kosovo, a Pristina. Lo specifico ruolo e l’identità dei due funzionari è ancora avvolta nel mistero ma Osmani ha dichiarato: “le loro attività dannose, che hanno compromesso la sicurezza nazionale e l'ordine costituzionale del Kosovo”; questi i motivi dell’espulsione coatta. La Russia è una stretta alleata della Serbia che non ha ancora accettato la richiesta d’indipendenza da parte del Kosovo del 2008. E, pertanto, ha sempre votato contro la volontà del Kosovo di aderire alle istituzioni internazionali e non ha un’ambasciata ma un Ufficio di Collegamento. Dopo questo episodio, la politica antirussa di Osmani è ancora più forte: “Continueremo a collaborare strettamente con i nostri alleati americani ed europei per prevenire qualsiasi tentativo che il Kosovo e la nostra regione cadano preda delle ambizioni destabilizzanti della Federazione Russa”.

Putin non parteciperà al summit sul clima del COP26. In una nota promulgata mercoledì 20 ottobre dal Cremlino, il Presidente Putin dichiara la sua assenza al summit sul clima COP26 che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. La grande assenza della Russia è considerata un fallimento al tentativo di raggiungere gli obiettivi di contenimento dell’aumento delle temperature da parte dei leader più rilevanti. Il Cremlino non fornisce alcuna spiegazione in merito a questa decisione ma precisa che la lotta al cambiamento climatico è una priorità di primo piano nelle politiche presidenziali. Il portavoce Dimitrij Peskov rassicura i giornalisti asserendo che il cambiamento climatico è uno dei punti chiave della loro politica estera. Dopo la ratifica nel 2015 degli storici accordi di Parigi che avevano come oggetto i cambiamenti climatici, la COP26 è la più grande conferenza proprio su questo tema. Duecento paesi altamente industrializzati dovranno presentare concrete proposte per ridurre le loro emissioni di gas serra entro il 2030. L’assenza della Russia preoccupa, soprattutto per l’alto impiego e dipendenza energetica dai combustibili fossili. Sembra che l’assenza di Putin sarà solo fisica, in quanto il Presidente ha dichiarato di voler ridurre gli spostamenti a causa della ripresa di altissimi contagi all’interno dei suoi confini.



La Russia sospende la sua adesione alla missione NATO per crescenti tensioni. Il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov annuncia ufficialmente la volontà russa di uscire dalla NATO, in risposta alla recente espulsione di otto rappresentanti del corpo diplomatico accusati di essere membri dell’Intelligence. Il governo di Putin interromperà i rapporti diplomatici a partire dal 1° novembre; la scelta è stata chiarita dalle recenti dichiarazioni di Lavrov “Non ci sono più le condizioni di base per lavorare insieme [...]. Sarà sospeso a tempo indeterminato anche l’ufficio informazioni della Nato a Mosca”. Le relazioni con la NATO sono tese dal 2014 dopo l’annessione unilaterale della Penisola di Crimea da parte della Russia. La mossa della Russia è stata descritta dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas come preoccupante. “È più che deplorevole, questa decisione presa a Mosca danneggerà seriamente il rapporto”, ha detto. Lavrov ha accusato la NATO di non portare avanti un dialogo equo e che, se dovessero aver bisogno di discutere di rilevanti affari con la Russia, potranno rivolgersi all’ambasciatore in Belgio.

Russia, via al turismo vaccinale con la Serbia. I cittadini russi stanno dando il via ad un corposo turismo vaccinale che li vede approdare in Serbia per farsi iniettare il Pfizer ed essere così liberi di viaggiare negli Stati Uniti e nella vicina Europa. Molti uomini d’affari russi stanno alimentando una vera e propria moda per cui vengono soprannominati “i turisti del vaccino”. Sebbene sia usato in circa 70 Stati nel mondo, lo Sputnik ancora non è stato ufficialmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’EMA. Parallelamente, in Russia non sono presenti altri tipi di vaccino. La Serbia è la meta prescelta per diverse ragioni: non è uno Stato membro dell’UE ma ha il vaccino Pfizer-BioNtech, la situazione endemica del virus è in netto e progressivo miglioramento e i russi possono entrare nello Stato senza dover fare il visto. In Serbia solo il 50% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale poiché i movimenti No-Vax sono molto forti. Tuttavia, gli stranieri che sono andati là per vaccinarsi raggiungono numeri altissimi: 160mila e il fenomeno è in crescita dopo che, da questa estate, sono state aperte le vaccinazioni ai turisti. L’economia serba sta cercando di risollevarsi dopo la grande decrescita registrata durante le ondate della pandemia. Si stima che un turista russo possa arrivare a spendere tra i 500 e i 700 dollari per passare tra le tre e le quattro notti a Belgrado.

Giulia Patrizi

MEDIO ORIENTE E NORD AFRICA (MENA)

Libia, una grande conferenza ed il solito status quo. Il 21 ottobre a Tripoli si sono incontrati i maggiori rappresentanti politici del paese insieme a numerosi delegati delle potenze straniere coinvolte nello scacchiere libico. Al termine della conferenza per la stabilizzazione della Libia, i partecipanti hanno concordato su una dichiarazione di nove punti. Tra questi vi è la conferma della necessità di proseguire sul percorso tracciato dalle precedenti risoluzioni ONU, dalle conferenze e dagli organismi di dialogo promossi dalla comunità internazionale. Il ministro degli Esteri libico, Najla Al-Mangoush, ha ulteriormente rimarcato la necessità di una completa smobilitazione delle forze mercenarie facenti capo a Turchia e Mosca. Proprio questi due paesi hanno però “semi-boicottato” la conferenza, inviando funzionari minori a presenziare al meeting diplomatico.

(Michele Magistretti)

Israele, tra esercitazioni militari e nuovi progetti. Nel deserto del Negev, il 17 ottobre è iniziata l’esercitazione Blue Flag 2021 che raccoglie più di sessanta velivoli militari provenienti da USA, Regno Unito, Italia, Francia, Germania e Grecia. L’esercitazione mira a migliorare l'interoperabilità tra le forze aeree dei paesi partecipanti nell’ottica di potenziamento delle capacità difensive di Israele in ambito regionale. Nel mentre, il primo ministro Bennett, è volato a Sochi per incontrare il presidente russo Vladimir Putin, con il quale si è intrattenuto in un colloquio di cinque ore. I temi principali dell’incontro sono stati quelli riguardo i dossier iraniano e siriano. Inoltre, Israele continua ad approfondire i propri legami con il nuovo alleato arabo, gli Emirati Arabi Uniti. Recentemente i due paesi hanno siglato accordi di collaborazioni riguardo progetti spaziali, in particolare per una collaborazione riguardo una spedizione lunare.

(Michele Magistretti)

Turchia, tutti i nodi al pettine? Peculiarità della Turchia di Erdoğan è da tempo la sua combinazione tra una cauta postura d’intermezzo ed accentuate esibizioni muscolari. Abilità trasformista che sembra ora dover fare i conti con la realtà. A scemare per primo è l’ottimismo di chi vedeva possibilità di vera riconciliazione tra Ankara e Il Cairo. Al contrario, Egitto, Grecia e Cipro hanno rinnovato la propria cooperazione militare nel Mediterraneo Orientale, scatenando le ire turche. Nondimeno, è la stessa Turchia ad infuocare la competizione aperta, spostandone il baricentro sul versante dell’Africa Orientale attraverso un soft power culturale ma soprattutto con forniture militari (come i droni all’Etiopia) ai rivali degli egiziani. A tinte fosche sono anche i paventati acquisti di Ankara, incerti tra F16 statunitensi e SU russi, nonché le voci di un rinnovato intervento anti-curdo in Siria e di diatribe giudiziarie con la CEDU. Oro colato nelle mani dell’opposizione turca?

(Samuele Abrami)

Iraq, elezioni incolore. Con un record negativo di affluenza per l’era post-Saddam (41%), dai risultati elettorali delle legislative dello scorso 10 ottobre spicca un chiaro segnale: la preferenza degli iracheni per il - seppur fragilissimo - equilibrio attuale. E così, emerge vincitore il sempreverde quanto mutevole Moqtada Sadr, all’apparenza leader radicale sciita nemico di ogni interferenza straniera ma concretamente un politico capace di pragmatismo. Una conferma, quindi, dell’establishment alla guida del paese da anni, la quale sembra rassicurare gli Stati Uniti sul grado di stabilità nel quadro interno e regionale. Stesso discorso per l’Iran che, pur con rappresentanza ridotta, mantiene un’influenza importante grazie alla conferma del suo “pupillo” ed ex premier Nuri al Maliki. Unica vera novità di un buon risultato per la coalizione guidata dal presidente sunnita moderato del parlamento Muhammad Halbusi. Infine, anche le aree curde confermano il predominio dei clan Barzani (filo-iraniano) e Talabani (filo-turco) sui crescenti ma deboli e cooptati partiti emergenti.

(Samuele Abrami)

Libano, i prodromi di una nuova guerra civile? Lo scorso 14 ottobre una manifestazione organizzata a Beirut dai partiti sciiti Hezbollah e Amal è degenerata in uno scontro a fuoco molto violento, destando paura e preoccupazione per il ritorno alla memoria di scene della guerra civile. Infatti, secondo la ricostruzione dei movimenti sciiti, i cecchini che hanno sparato dai palazzi sono da ricollegarsi ai gruppi cristiano-maroniti che, dai tempi della “green line”, abitano quel quartiere di Beirut. A prescindere dalle dichiarazioni di parte, le violenze sono state arginate dall’intervento dell’esercito libanese. Ma qual era il motivo della manifestazione? I gruppi sciiti (ma non solo) chiedono la rimozione di Tarek Bitar, giudice a capo dell’inchiesta dell’esplosione del porto di Beirut, in quanto lo ritengono troppo politicizzato per aver inserito nella lista degli indagati ex-ministri e attuali ministri sciiti. Quel che risulta chiaro alla luce di questi avvenimenti è che in Libano non si possa avere al tempo stesso giustizia e pace: la commistione tra potere politico e giudiziario continua a mantenere la classe politica libanese non accountable.

(Sara Oldani)

Siria, riprendono i lavori del Comitato costituzionale. La scorsa settimana Geir Pedersen, l’Inviato Speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha annunciato che la fase di stallo in seno al Comitato costituzionale siriano presso Ginevra è in via di superamento e si dichiara ottimista per gli effetti della riapertura dei lavori. Il Comitato costituzionale siriano, organo costituito dall’ONU per ideare una nuova costituzione per la Siria post-guerra civile, mette al tavolo delle trattative 150 membri, di cui 50 nominati da Pedersen in persona e rappresentanti la Comunità Internazionale, 50 rappresentanti del governo di Assad e 50 membri dell’opposizione. Da gennaio scorso gli incontri del Comitato si erano rivelati inconcludenti, ma recentemente l’opposizione capeggiata da Hadi al-Bahra e il regime da Ahmad Nabil al-Kuzbari hanno trovato un punto di incontro che permetterà di redigere una prima bozza di draft costituzionale. Tale “unione” di interessi segue la pressione russa sul regime di Assad affinché si mostri più flessibile con l’opposizione e aperto ai negoziati con la Comunità Internazionale.

(Sara Oldani)

Samuele Abrami, Michele Magistretti e Sara Oldani



TERRORISMO E SICUREZZA INTERNAZIONALE

Norvegia, attacco terroristico a Kongsberg: cinque morti e due feriti gravi. L’attacco ha avuto inizio nei pressi di un supermercato della cittadina norvegese di Kongsberg, a 80 km da Oslo, per poi protrarsi in alcune vie del centro. Lì un 37enne di nazionalità danese, armato di arco e frecce, ha iniziato a seminare il panico tra i passanti. Secondo le autorità norvegesi, sebbene il modus operandi dell’attentatore faccia presumere un’azione di matrice jihadista, l’uomo avrebbe agito da “lupo solitario”, senza alcun legame diretto con gruppi terroristici. Tuttavia, come affermato dal capo della Polizia Ole B. Saeverud, l’assalitore era già stato segnalato dai servizi di intelligence come sospetto radicalizzato.

(Davide Shahhosseini)

Regno Unito, assassinato durante un comizio il deputato conservatore David Amess. L’aggressione è avvenuta all’interno di una chiesa di Leigh-on-Sea, nell’Essex, dove Amess, membro del Partito Conservatore dal 1983, stava tenendo un incontro con alcuni elettori della sua circoscrizione. L’assalitore, un 25enne di origini somale, si è avventato sul deputato pugnalandolo più volte dinanzi ai presenti, a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori giunti sul luogo. Secondo le autorità inglesi, l’attentatore avrebbe da tempo pianificato l’attacco in totale autonomia, arrivando ad escludere, almeno per ora, la matrice jihadista. Tuttavia, secondo fonti investigative citate dalla BBC, il giovane era stato anzitempo segnalato alle autorità dell'anti terrorismo nell'ambito del protocollo di prevenzione denominato “Prevent”, in quanto soggetto a rischio radicalizzazione.

(Davide Shahhosseini)

Nigeria, ucciso il nuovo capo Isis in Africa. Una nuova azione militare precisa ed eseguita alla perfezione dalle forze speciali dell’esercito nigeriano ha portato, lo scorso 20 ottobre, all’uccisione di Malam Bako, successore di Abu Musab al-Barnawi, leader dell’ Isis della provincia dell’Africa occidentale. La notizia è stata comunicata alla BBC dal consigliere per la sicurezza nazionale nigeriana, Babagana Monguno. La straordinarietà di questa uccisione è che segue di soli pochi giorni quella comunicata lo scorso 14 ottobre di Abu Musab al-Barnawi, il precedente leader del gruppo jihadista africano.

(Andrea Ghilardi)

Andrea Ghilardi e Davide Shahhosseini

ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

NATO, pubblicato il primo documento su una strategia per l’uso delle IA. I ministri della difesa della NATO hanno approvato il primo documento sull’utilizzo strategico e responsabile dell’Intelligenza Artificiale (IA) come strumento militare. Come descritto nel preambolo, l'IA è una delle sette aree tecnologiche più importanti a cui gli alleati NATO stanno dando la priorità per la loro rilevanza per la difesa e la sicurezza atlantica. La strategia sull’IA si baserebbe su 4 priorità: 1) fornire una base fondamentale per lo sviluppo responsabile di tecnologie IA; 2) accelerare lo sviluppo e l’impiego operativo di programmi IA; 3) proteggere e monitorare l’adozione di tecnologie IA innovative; 4) identificare le minacce provenienti dall’uso “maligno” delle IA da parte di attori statali e non statali. La strategia descrive inoltre quali devono essere i principi guida per lo sviluppo e l’uso responsabile delle IA: conformità con il diritto internazionale, responsabilità operativa, tracciabilità e trasparenza, affidabilità, controllabilità e interazione uomo-macchina, mitigazione del bias (la tendenza dell’IA a prendere decisioni basate su assunzioni o pregiudizi).

(Francesco Ancona)

WMO, cambiamento climatico: a rischio 118 milioni di africani. Lo scorso martedì, l’ Organizzazione Meteorologica Mondiale - l’agenzia tecnica dell’ONU specializzata nei rilevamenti e analisi meteorologiche - ha rilasciato uno studio sulle probabili evoluzioni meteorologiche e le dirette conseguenze economiche ed umanitarie derivanti dal cambiamento climatico per i popoli africani, da oggi al 2030. Secondo il rapporto, si stima che circa 118 milioni di africani, già al di sotto della povertà assoluta (e cioè vive al di sotto di 1.90$ al giorno), saranno esposti a siccità, inondazioni, e temperature estreme se non verranno prese delle misure adeguate. Petteri Taalas, Segretario Generale WMO, ha affermato che i ghiacciai dell’Africa Orientale sono in procinto di sciogliersi “nell’immediato futuro”. Lo studio, inoltre, stima che gli stati dell’Africa sub-Sahariana si troveranno di fronte a costi sempre più ingenti per affrontare la sfida climatica.

(Francesco Ancona)

IAEA, “prossima” la nuova visita in Iran. Lo scorso martedì, il capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Rafael Grossi, ha riferito che intende visitare "presto" Teheran per discutere e risolvere i punti dolenti sul programma nucleare iraniano. L'Iran, infatti, è in violazione di diversi aspetti dell'accordo del 2015 (il JCPOA) che l'IAEA è incaricata di monitorare, e ha sospeso diversi elementi di cooperazione con l'organismo di controllo, tra i quali le visite di monitoraggio. La visita di Grossi a Teheran non è ancora stata programmata, ma il suo commento arriva mentre le potenze mondiali stanno facendo pressione sull'Iran per tornare al tavolo dei colloqui per riportare sia l'Iran che gli Stati Uniti all'interno dell’accordo. Dopo l'ultima visita di Grossi a Teheran a settembre, l'Iran aveva annunciato di voler permettere l’ingresso agli ispettori dell'IAEA, ma il modo e le tempistiche del monitoraggio devono ancora essere stabiliti. L'IAEA aveva già riferito che le sue attività erano state "seriamente compromesse" da febbraio dal rifiuto dell'Iran di far accedere gli ispettori alle loro attrezzature di monitoraggio.

(Francesco Ancona)

FAO, Presentata mappa globale al Simposio Globale sui suoli colpiti dal sale. L'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha presentato la Mappa globale dei suoli interessati dal sale durante il Global Symposium on Salt-Affected Soils, una conferenza virtuale di tre giorni, con la partecipazione di più di 5,000 esperti. La Mappa globale è uno strumento chiave per fermare la salinizzazione e aumentare la produttività. Si stima che ci siano più di 833 milioni di ettari di suoli colpiti dal sale in tutto il mondo (8,7% del pianeta), situati maggiormente in Africa, Asia e America Latina. Suoli sani sono un prerequisito per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e costituiscono la base dei Four Betters della FAO: una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno. Lo scopo del simposio è sensibilizzare e combattere il problema attraverso una varietà di strumenti.

(Valeria Lavano)

ONU, il Consiglio di Sicurezza si riunisce in emergenza per il missile della Corea del Nord. Il 20 ottobre si è riunito in emergenza il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per dibattere dell'ultimo test missilistico nordcoreano. La richiesta dell'incontro proviene da Gran Bretagna e Stati Uniti, cui si è unita anche la Francia. La conferma della Corea del Nord non ha tardato ad arrivare. È stato testato un missile progettato per essere lanciato da un sottomarino. Questa notizia potrebbe confermare che la Corea del Nord sarebbe in possesso della doppia possibilità di lanciare missili nucleari sia via terra, che via mare, e che questi ultimi sarebbero meno facili da rilevare. La tensione resta sempre più alta in Corea.

(Valeria Lavano)

UNCDF, viene riconosciuto dall'International Finance Corporation e dal SME Finance Forum for Innovations in Small Business Lending. Il Fondo per lo sviluppo del capitale delle Nazioni Unite fa funzionare le finanze pubbliche e private per i poveri nei 46 paesi meno sviluppati del mondo (LDC). L'UNCDF offre modelli di finanziamento “ultimo miglio” che sbloccano risorse pubbliche e private, soprattutto a livello nazionale, per ridurre la povertà e sostenere lo sviluppo economico locale. Il riconoscimento da parte dell'International Finance Corporation è un grande passo. Il Segretario Esecutivo UNCDF, ha affermato "rappresenta un messaggio potente per l'architettura finanziaria globale, che solo attraverso l'innovazione intorno a strumenti, partnership e strategie, possiamo sperare di implementare le soluzioni che risolveranno l'annoso problema di fornire finanziamenti dove è più necessario".

(Valeria Lavano)

Francesco Ancona e Valeria Lavano



Framing The World è un progetto ideato e creato grazie alla collaborazione di un team di associati di Mondo Internazionale.


Andrea Ghilardi: Africa Sub-Sahariana, Europa occidentale e Unione Europea

Davide Shahhosseini: Terrorismo e Sicurezza Internazionale

Edoardo Cappelli: Diritti Umani, America del Nord

Elisa Maggiore: America Latina

Emanuele Volpini: America del Nord

Federico Brignacca: Diritti Umani

Francesco Ancona: Asia ed Estremo Oriente, Organizzazioni Internazionali

Giorgia Avola: Europa Occidentale e Unione Europea

Giulia Patrizi: America Latina, Europa Centro-Orientale e Russia

Giulio Ciofini: Africa Sub-Sahariana

Leonardo Aldeghi: Economia e Finanza Internazionale

Michele Magistretti: Medio Oriente e Nord Africa

Samuele Abrami: Medio Oriente e Nord Africa

Sara Oldani: Medio Oriente e Nord Africa

Valeria Lavano: Organizzazioni Internazionali

Vincenzo Battaglia: Terrorismo e Sicurezza Internazionale


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