European Climate Law: luci ed ombre sull'arduo percorso verso la neutralità climatica

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  Tiziano Sini
  09 July 2021
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Nella giornata di lunedì 28 giugno, il Consiglio Europeo ha proceduto all’adozione definitiva della prima legislazione europea finalizzata al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

La prima “Legge sul Clima[1], così denominata, mira a regolamentare in maniera cogente ed organica l’impegno per la realizzazione della transizione ecologica, così come programmata all’interno dell’European Green Deal[2].

Grazie al giudizio favorevole del Consiglio, si chiude in questo modo il lungo e complesso iter partito circa un anno e mezzo fa, sotto l’impulso della Commissione, e caratterizzato da non pochi contrasti. Molto importante è, infatti, ricordare come i lavori per la realizzazione di questa norma si siano intrecciati, in un primo momento, con l’avvento della pandemia e le conseguenze provocate da essa sul piano economico; un aspetto non secondario, soprattutto per la necessità di strutturare impegni onerosi per il futuro in un momento di estrema incertezza.

La stessa Commissione all’inizio dell’iter avanzò, non senza ricevere critiche, una proposta estremamente limitata soprattutto perché, alla realizzazione dell’importantissimo obiettivo di raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, mantenne un atteggiamento attendista per quanto riguardava gli obiettivi di medio termine, effettivamente i più onerosi, soprattutto per quanto riguarda l’impatto economico[3].

In questo frangente è poi maturato il dibattito, in parallelo con i lavori del Next Generation Eu, assumendo a tal proposito un ruolo ancora più essenziale per il futuro.

In questa fase, a giocare un ruolo attivo è stato il Parlamento Europeo, al cui interno sono emerse importanti rivendicazioni finalizzate al raggiungimento di un accordo più ambiziosi sugli obiettivi per il futuro.

A queste rivendicazioni non ha però fatto seguito l’effettiva realizzazione di un piano più lungimirante, ed un esempio lampante in merito è dato dalla decisione di fissare la riduzione delle emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, rinunciando in questo modo all’introduzione di un target del 60%, che sarebbe stato sicuramente più oneroso, ma maggiormente performante per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.

Detto ciò, dopo l’accordo raggiunto all’Europarlamento dello scorso 21 aprile, e l’effettiva adozione la scorsa settimana, presso la medesima Istituzione, con il parere favorevole del Consiglio, l’European Climate Law è diventato ufficiale. Adesso gli step successivi saranno la presentazione delle prime 11 proposte legislative (il prossimo 14 luglio), che avranno il compito di implementare gli obiettivi della legge, attraverso iniziative settoriali mirate; oltre che la creazione di un Comitato Consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici, che avrà un ruolo di supervisione sull’operato dell’Unione Europea[4].

Farà seguito inoltre la probabile introduzione di un obiettivo intermedio (al 2040), in linea con gli impegni presi, e che garantisca in questo modo maggior facilità di realizzazione degli obiettivi, oltre che un sistema di revisione periodica (ogni 5 anni).

Molto importante infine l’adozione di un Carbon Budget, che tenga fede agli impegni per gli anni 2030-2050, per quanto riguarda il livello indicativo delle emissioni nette di gas effetto serra dell’Unione Europea[5].

Come anticipato, le opinioni in merito sono state contrastanti: da un lato, infatti, la notizia dell’introduzione di uno strumento cogente ed ambizioso è stata accolta con positività, dall’altro lato, numerose sono state le critiche mosse da esponenti politici e dal mondo dell’associazionismo, una tendenza che è facile cogliere sin dalla votazione del Parlamento Europeo, dove Verdi e Sinistra Europea, dopo aver avanzato alcune proposta più ambiziose, hanno deciso infine di votare contro la proposta.

I due aspetti centrali della Legge maggiormente soggetti a critiche sono appunto: il target di riduzione delle emissioni al 2030, considerato non sufficiente a contenere l’aumento delle temperature (sarebbe richiesto uno sforzo del 60/65%); senza dimenticare anche le critiche intorno al carbon budget, in particolare sulle modalità di calcolo di quest’ultimo. L’impegno verte infatti prevalentemente nell’aumentare le superfici in grado di assorbire CO2, senza allo stesso tempo attuare sforzi più incisivi dal lato della riduzione delle emissioni[6].

In conclusione, quindi, quello che appare all’orizzonte è un futuro ancora molto nebuloso, soprattutto se letto in rapporto agli impegni che l’Unione Europea dovrà affrontare in futuro.

La notizia dell’approvazione della prima “Legge sul clima” dà sicuramento un impulso fondamentale al tortuoso percorso legato alla transizione ecologica, garantendo al Vecchio Continente un ruolo di Leadership internazionale. Ma questo, purtroppo, non esonera comunque dal sollevare alcune perplessità rivolte alla fragilità dei fondamenti dell’intero piano, oltre a quelle sopra elencate, come ad esempio le difficoltà a cui incorrerà una tale normativa, vincolante per l’Europa, ma che non si rivolge con chiarezza alla dimensione nazionale, se non in maniera generale. Un aspetto critico che verrà sicuramente riscontrato nella realizzazione delle iniziative mirate, e che potrebbe creare fratture fra i vari governi nazionali, con alcuni che potrebbero imporre le proprie posizioni su altri, danneggiando la realizzazione degli obiettivi a livello europeo.

[1] https://ec.europa.eu/clima/policies/eu-climate-action/law_en

[2] https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/european-green-deal-communication_en.pdf

[3] https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?qid=1588581905912&uri=CELEX:52020PC0080

[4] https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2021/06/28/nuova-legge-ue-sul-clima-neutralita-climatica-entro-il-2050-_342e3399-67d1-4944-95fa-e405011eba37.html

[5] https://www.euractiv.com/section/climate-environment/opinion/the-eu-can-and-must-cut-emissions-by-more-than-55-by-2030/

[6] https://www.linkiesta.it/2021/06/legge-ue-clima-parlamento-europeo/

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Tiziano Sini

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Clima