Europa dei ponti o Europa dei muri?

  Articoli (Articles)
  Redazione
  03 September 2021
  2 minutes, 13 seconds

La crisi umanitaria in Afghanistan è ormai un argomento all'ordine del giorno. L'Europa, sotto l'elmetto Nato, ha combattuto in terra afgana ed ha subito in questi giorni una grande sconfitta. È pur vero che gli Stati Uniti hanno dettato le condizioni del loro ingresso e uscita dalla guerra, trascinando con sé anche gli Stati europei, ma è anche vero che questo episodio farà riaprire il celebre argomento di una Difesa europea, di un corpo europeo militare, seppure complementare alla Nato e non alternativo ad esso.

L'Unione Europea si trova a essere tenuta a coordinare gli effetti politici, umanitari e non della situazione creatasi in Afghanistan. Una riunione straordinaria del Consiglio con i Ministri dell'Interno dell'UE si è riunita il 31 agosto, per rispondere prontamente alla gravità delle circostanze sia a livello europeo che internazionale. Nonostante le molteplici difficoltà riscontrate, si è riusciti ad approvare il testo di una dichiarazione finale preannunciando un forum per i reinsediamenti che avverrà in breve tempo. Il problema del ricollocamento dei profughi afgani apre le ferite europee; non tutti gli Stati europei sono pronti ad accogliere. Si pensi all'Ungheria e alla Polonia, che hanno minacciato di chiudere le frontiere, nonostante abbiano partecipato operosamente con i loro contingenti al conflitto afgano. Anche dal Ministro degli Interni austriaco arrivano parole dure, si invita gli afgani a restare nel Paese o nei Paesi vicini e verranno supportati. Il rischio di ricreare la crisi migratoria del 2015 è una delle preoccupazioni poste dal Ministro degli Interni della Repubblica Ceca.

Le dichiarazioni che giungono dalla commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, aprono al forum di settembre sui reinsediamenti, poiché non sono state ancora fissate delle quote di rifugiati per ogni Paese europeo. Le parole della Commissione europea, rappresentata da Ursula von der Leyen, vanno nella direzione dell'accoglienza: l'UE è pronta ad aiutare economicamente i Paesi che daranno ospitalità ai rifugiati. L'Unione Europea continuerà inoltre a coordinarsi con i partner internazionali, come l'ONU, per permettere che gli aiuti umanitari continuino a giungere nel territorio afgano e nei Paesi limitrofi. Ci si augura che l'UE continui sulla rotta dei ponti, e pertanto dell'accoglienza e del sostegno, e non della chiusura, dei muri - come già sta accadendo in altri parti d'Europa - ove si innalzano per cercare di contrastare l'immigrazione clandestina.

Immagine: https://pixabay.com/it/photos/...

Fonti consultate:

https://www.consilium.europa.e...

https://www.rainews.it/dl/rain...

https://www.repubblica.it/comm...

https://europa.today.it/afghan...

https://formiche.net/2021/08/a...

A cura di Valeria Lavano

Share the post

L'Autore

Redazione

Tag

geopolitics EuropeanUnion refugees ethic welcoming humanitariancrisis