Eletta la nuova presidente della Commissione Europea

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  Leonardo Cherici
  20 July 2019
  3 minutes, 35 seconds

Presidente della Commissione Europea: Ursula von der Leyen. Figlia di un funzionario tedesco della Commissione, Ursula nasce nel 1958 a Ixelles (Bruxelles) e trascorre lì gran parte della sua infanzia. Nel 1987, dopo essere rientrata in Germania, si laurea in Medicina. Fin dagli anni ‘90 è iscritta al CDU (i cristiano-democratici di Angela Merkel), ma la sua carriera politica inizia nel 2001. Fra il 2005 e il 2009 ricopre l’incarico di Ministro della famiglia. Fino al 2013 è Ministro del lavoro per poi passare al Ministero della difesa. Tuttavia, Ursula non è una donna molto conosciuta fuori dalla Germania per questo ci sembra importante ripercorrere il suo pensiero su alcuni temi “caldi”.

Il suo nome è arrivato sul tavolo del Consiglio dopo che i 28 Paesi non erano riusciti a trovare un accordo sul socialista olandese Frans Timmermans che non piaceva né al gruppo di Visegràd né alla Lega di Matteo Salvini. La politica tedesca è riuscita a mettere d’accordo tutti. Un fattore importante potrebbe essere stato il suo forte atlantismo in politica estera: è nota la diffidenza dei Paesi dell’Est verso il Cremlino, e Ursula, quando ricopriva l’incarico di ministro della difesa, non ha mai avuto un approccio debole verso la Russia. La sua candidatura aveva, comunque, creato qualche perplessità: alcuni la consideravano troppo vicina ai rigoristi, ovvero a tutti coloro che hanno supportato politiche di austerità nei confronti degli Stati. Una volta ricevuta l’approvazione del Consiglio, la Von der Leyen si è dovuta concentrare sul Parlamento Europeo. I Trattati, infatti, prevedono che il/la candidato/a alla presidenza della Commissione debba essere ascoltato e approvato dagli eurodeputati in sessione plenaria. La mattina di martedì 16 luglio, la politica tedesca ha presentato il proprio discorso nell’emiciclo di Strasburgo, toccando numerosi punti importanti. Ha iniziato sostenendo l’importanza simbolica della possibilità di avere, per la prima volta, una presidente della Commissione donna. Ursula doveva riuscire ad ottenere il consenso di una maggioranza “larga” fra popolari, liberali e socialisti; perciò è stata costretta a toccare numerosi temi, venendo incontro a richieste che non appartengono propriamente alla sua area politica. Il primo punto che ha toccato è stato il cambiamento climatico: ha sostenuto di impegnarsi in un green deal grazie all’introduzione di una european climate law. L’idea sarebbe quella di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità nel 2050, un obiettivo più ambizioso rispetto al passato. Sul sociale, Ursula si è impegnata a sostenere un salario minimo e un sussidio di disoccupazione europei, condiscendendo alle richieste dei socialisti democratici. Il discorso si è poi spostato sull’importanza dello stato di diritto: sono noti i problemi del governo polacco con la Commissione precedente per alcune riforme non proprio rispettose della separazione dei poteri. La Von der Leyen ha ribadito più volte che su questo argomento non ci saranno compromessi. Chiaramente, tutti gli eurodeputati aspettavano il tema dell'immigrazione: Ursula ha sostenuto con convinzione il dovere di salvare vite in mare, ma anche quello di ridurre gli immigrati irregolari. Si è mostrata comunque favorevole alla riforma del Trattato di Dublino e ad un miglioramento dei corridoi umanitari, collaborando con l’Onu. L’ultimo punto toccato è stata la politica estera: è importante il tentativo di introdurre un sistema di voto a maggioranza qualificata per le azioni dell’Ue come soggetto internazionale.

Gli eurodeputati hanno votato nel pomeriggio dello stesso giorno. Ursula Von der Leyen è stata proclamata presidente della Commissione con 383 voti favorevoli su 733. A favore hanno votato i popolari, i liberali, una buona parte dei socialisti (fra cui il Partito Democratico) e il Movimento 5 Stelle (i cui voti sono stati determinanti). Si sono opposti i sovranisti (fra cui la Lega), i verdi (insoddisfatti delle proposte troppo poche ambiziose sull’ambiente) e la sinistra radicale. È importante sottolineare che la candidatura della Von der Leyen è passata per solo 9 voti, una maggioranza molto risicata, dovuta anche alla presenza di alcuni franchi tiratori interni al gruppo dei S&D. La nuova presidente si troverà ad affrontare sfide difficili. La principale sarà quella di rinnovare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni Europee e di proseguire nell’ambiziosa direzione di una maggiore integrazione.

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L'Autore

Leonardo Cherici

All’interno della famiglia di Mondo Internazionale APS ricopre la carica di Direttore di Redazione di Mondo Internazionale Post, quotidiano online dell'associazione. Oltre a questo, sta svolgendo un dottorato in economia politica presso l'Università Cattolica di Milano dove si occupa di diseguaglianza, preferenze politiche e modelli elettorali.

Within the Mondo Internazionale APS family, he holds the position of Editor-in-Chief of Mondo Internazionale Post, the online daily of the association. In addition to this role, he is pursuing a Ph.D. in Political Economy at the Università Cattolica di Milano, focusing on inequality, political preferences, and electoral models.

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