Marie Curie

  Domina
  Fabio Di Gioia
  18 November 2019
  3 minutes, 7 seconds

Marie Skłodowska Curie nasce a Varsavia il 7 novembre 1867, nel Regno di Polonia sotto occupazione Russa. Perderà la madre ad appena 4 anni. Inizia la sua formazione scientifica accademica presso l’Università clandestina "Il volo" per poi trasferirsi a 24 anni, seguendo la sorella maggiore Bronislawa, a Parigi dove si iscrisse alla Sorbona. Qui si laureò in fisica e matematica e incontrò il futuro marito Pierre Curie da cui avrà due figlie: Irène nel 1897 (anche lei premio Nobel per la Chimica nel 1935 e futuro ministro) ed Eve nel 1904. Nel 1903 riceve insieme al marito Pierre (e a Henri Becquerel che aveva scoperto i raggi x) il nobel per la fisica per i loro studi sulla radioattività. Nel 1898 Marie e Pierre scrissero di aver identificato una nuova sostanza centinaia di volte più attiva dell’uranio che chiamarono polonio, in onore del paese natale di Marie. Nel dicembre dello stesso anno, scoprì un’altra sostanza: il radio. Curiosamente, Marie decise di non depositare il brevetto per il processo di isolamento di quest’ultimo, lasciandolo quindi di libero utilizzo alla comunità scientifica.

Il 19 aprile 1906 il marito Pierre verrà travolto da una carrozza a Pont Neuf, a Parigi; in seguito alla sua scomparsa, Marie ne prese la cattedra di fisica alla Sorbona divenendo quindi la prima donna insegnante nella storia del prestigioso ateneo.

La stampa conservatrice le si scagliò contro denigrandola come “polacca”, “ebrea” e, con ogni probabilità, anche in quanto donna. Divenne un caso pubblico quando venne resa nota la sua storia con l’allievo del marito, Paul Langevin, uomo sposato. La situazione precipitò quando iniziò a trovarsi manifestanti ad accerchiarle casa e a fermare le sue figlie fuori da scuola. I giornali la definirono «una straniera ladra di mariti» e per mesi si parlò solo della sua vita privata e della “polacca spudorata che attenta ai valori della famiglia”. Divenne caso nazionale, tanto che finì al Consiglio dei ministri dove si discusse della possibilità di allontanarla o meno dal paese. Perfino nel 1911, quando le venne assegnato il secondo Nobel, questa volta per la Chimica per aver scoperto il radio e il polonio, le venne intimato di non andare a ritirarlo.

Questa situazione la portò a soffrire di una grave crisi depressiva che durò circa un anno e dalla quale uscì grazie all’aiuto di amici scienziati tra i quali Albert Einstein.

In ogni caso, Curie divenne così la prima persona nella storia a ricevere due Nobel per materie diverse.

Con lo scoppio del primo conflitto mondiale, Marie si impegnò a girare gli ospedali da campo con la figlia Irène su un veicolo da lei concepito per trasportare strumenti radiologici (veicolo che prenderà poi il nome di “petites Curie”)

Morì di anemia aplastica nel sanatorio di Passy, in Alta Savoia, nel 1934, quasi certamente per concausa delle lunghe esposizioni alle radiazioni di cui all’epoca si ignorava la pericolosità.

Nel 1995 il corpo di Marie è stato trasportato, su istruzioni dell’allora presidente della Repubblica francese François Mitterrand, al Pantheon di Parigi, rendendo così Marie Curie anche la prima donna accolta nel luogo riservato alle personalità più importanti del paese.

Per il timore di contaminazioni radioattive, la sua bara è stata avvolta nel piombo e, ancora oggi, tutti i suoi appunti di laboratorio successivi al 1890 sono considerati pericolosi a causa del loro contatto con sostanze radioattive. Questi ultimi sono conservati in apposite scatole piombate e chiunque voglia consultarli deve indossare adeguate tute di protezione.

Infine, le è stato dedicato l'elemento dal numero atomico 96 della tavola periodica, il curio.

Le fonti impiegate per la redazione del presente articolo sono liberamente consultabili:

https://www.britannica.com/biography/Marie-Curie

https://www.nobelprize.org/prizes/physics/1903/marie-curie/facts/

http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/maria-sklodowska-curie/

https://www.ilpost.it/2017/11/07/marie-curie-vinse-due-nobel/

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L'Autore

Fabio Di Gioia

Dottore in Scienze internazionali ed istituzioni europee, attualmente si sta specializzando nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. È stato Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti, Referente di Segreteria e co-ideatore del progetto TrattaMI Bene. È ora Caporedattore e autore per la sezione Diritti Umani.

Bachelors degree in International Sciences and European Institutions, currently majoring in International Relations. He has served as Chairman of the Board of Auditors, Secretariat Liaison, and co-creator of the TrattaMI Bene project. He is now Editor-in-Chief and author for the Human Rights section.

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