B3W e Globally Connected Europe: i progetti di potenziamento infrastrutturale del G7 e dell’UE

  Articoli (Articles)
  Alessandro Micalef
  05 August 2021
  3 minutes, 7 seconds

Tra i vari progetti che stanno venendo proposti per uscire più rapidamente dalla crisi legata al Covid-19, non si può trascurare il fatto che negli ultimi mesi si sia parlato spesso della questione delle infrastrutture. Alcuni Paesi, tra cui la Cina, avevano già avviato progetti di potenziamento infrastrutturale quali la "Belt and Road Initiative" - spesso chiamata anche “Nuova via della seta” - avente l’obiettivo di riavvicinare il colosso asiatico al mondo ed incrementare la capacità di distribuzione della Cina. Tale progetto è decisamente più avviato di quelli recentemente concepiti dall’Occidente, in quanto li anticipa di quasi un decennio. Nei mesi scorsi, tuttavia, due comunicati stampa hanno ufficialmente riconosciuto l’importanza di potenziare le infrastrutture anche all’interno del contesto occidentale.

In un comunicato stampa del 12 giugno 2021, consultabile sul sito web della Casa Bianca, si può leggere che il Presidente Biden, in accordo con gli altri Paesi del G7, ha avviato il progetto infrastrutturale “Build Back Better World” (abbreviato B3W). Tale iniziativa prevede la partecipazione delle principali democrazie nell’opera di costruzione (o ricostruzione) di infrastrutture nelle realtà latino-americane, africane ed indo-pacifiche, con l’obiettivo di collegare più facilmente i Paesi del mondo. Nel comunicato viene prevista la necessità di coordinare investimenti, provenienti anche da realtà private, per una somma che supererebbe i 40 trilioni di dollari americani.

Un mese dopo, il 12 luglio 2021, anche il Consiglio dell’Unione Europea in un comunicato ha presentato delle conclusioni riguardanti "un’Europa connessa a livello globale" (Globally Connected Europe) che riconoscono l’importanza di adottare un "approccio geostrategico e globale" avente la finalità di "far progredire la sua politica economica, estera e di sviluppo, come anche i suoi interessi in materia di sicurezza, e di promuovere i valori europei." Il concetto di "valori europei" viene nuovamente sottolineato poco dopo, quando viene messa in risalto l’importanza dei "partenariati in materia di connettività con paesi e regioni che condividono gli stessi principi." Tra questi, vengono evidenziate le relazioni con i Paesi del G7 e del G20, con ASEAN, Giappone, India e Stati Uniti. Si noterà che tra questi Stati non viene fatta menzione esplicita della Cina, nonostante rientri nei Paesi del G20. L'esclusione del Paese dal comunicato ha portato alcuni a ritenere che questo progetto dell’UE sia una risposta dell’organizzazione internazionale alla BRI cinese.

Questo progetto di connettività infrastrutturale europea condivide con il progetto B3W la partecipazione dei privati nell’investimento per attuarlo, ma anche altri elementi. Vista la svolta “green” che il mondo è chiamato a seguire nei prossimi anni, non si può pensare che questi due progetti a lungo termine, potenzialmente capaci di portare importanti modifiche strutturali, possano essere esenti da una connotazione il più ecologica possibile.

Inoltre, il fatto che comunque si tratti di progetti riguardanti una vera e propria espansione ottenuta mediante il collegamento infrastrutturale con tutte le realtà del mondo, rivela anche l’importanza di dare visibilità alle realtà democratiche ed economiche di UE e Paesi del G7.

L’idea di poter finalmente dotare tutti i continenti di strutture affidabili per la circolazione delle merci è infatti una prospettiva che gioverebbe a realtà in sviluppo ed arretrate. Se ciò venisse attuato evitando di inasprire i rapporti politici tra i diversi attori del panorama mondiale, segnerebbe sicuramente una grande risposta alla pandemia e sarebbe un traguardo importante per i piani di crescita futuri. Trattandosi di progetti a lungo termine sul piano realizzativo, ci si auspica che non subiscano battute d’arresto e riescano globalmente a raggiungere gli obiettivi che si sono posti, non limitandosi ad incrementare il divario già esistente tra i Paesi.

Share the post

L'Autore

Alessandro Micalef

Laureato in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Milano.

Ha una propensione per lo studio delle materie umanistiche sin dagli anni del liceo, soprattutto quelle storiche.

Durante i suoi studi universitari sviluppa un interesse per il Diritto Internazionale ed Europeo, più in particolare per i Diritti dell’Uomo in entrambi i contesti.

Oggetto della sua tesi di laurea è stato il caso che coinvolge Gambia e Myanmar davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, in cui il Myanmar viene accusato di genocidio ai danni della minoranza etnica Rohingya.

All’interno di Mondo Internazionale è autore per l’area tematica di Organizzazioni Internazionali.


Law Graduate from Università degli Studi di Milano.

He has a propensity for humanistic subjects since high school, especially for historical ones.

During his academic studies, he develops an interest for International Law and European Law, in particular Human Rights in both contexts.

His final dissertation was related to the case concerning The Gambia and Myanmar in front of the International Court of Justice, where Myanmar is accused of genocide perpetrated against Rohingya ethnic minority.

Within Mondo Internazionale he is author in the context of International Organizations.

Tag

Potrebbero interessarti