Agenda 2030 – Europa: cenni sullo “stato dell’arte”

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  Redazione
  06 September 2021
  3 minutes, 38 seconds

In questo 21° appuntamento sugli “stato dell’arte” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, tratterò l’area denominata Europa.

Più precisamente, a distanza di quasi un anno dall’ultima volta[1] vedremo cosa l’Unione Europea sta implementando per raggiungere gli ambiziosi obiettivi sottoscritti nel 2015 dal mondo intero.

Come in quasi tutte le altre parti del Pianeta, la pandemia ha monopolizzato l’attenzione delle élite al governo, relegando ai margini del dibattito e dell’azione politica molte altre urgenti questioni.

Dunque, il giudizio complessivo datato settembre 2021 non può essere chiaramente positivo.

Alcuni dati a sostegno di tale affermazione:

  • A maggio 2021 la quota di rinnovabili sul totale dei consumi energetici europei è ancora al 17%. Molto meglio rispetto al 9% di dieci anni fa ma ancora ben lontano dall’obiettivo dell’abbandono dei combustibili fossili[2].
  • Alcuni paesi europei registrano livelli di disoccupazione femminile addirittura pari al 54%[3].
  • Dopo il Covid c’è stato un tracollo di molte città europee dal punto di vista della loro vivibilità: Vienna è crollata al 12° posto nel mondo (era 1°), “in Germania, Francoforte, Amburgo e Dusseldorf sono le città che hanno registrato i cali maggiori nella nostra classifica di 140 città. Un trend al ribasso che può essere attribuito all'elevato stress sulle risorse sanitarie durante la seconda ondata di pandemia”.[4]

A riprova di ciò, le conclusioni sulla questione “Agenda 2030” del Consiglio Europeo di poco tempo fa non lasciano spazio a dubbi:

  • “Il Consiglio riconosce che la pandemia di COVID-19 sta minacciando i progressi verso il conseguimento degli OSS e chiede pertanto un dialogo rafforzato e azioni operative concrete per accelerare l'attuazione dell'Agenda 2030 e dei suoi OSS. Il Consiglio invita la Commissione a proporre tali azioni in concomitanza con la realizzazione delle tematiche ambiziose individuate dalla sua presidente – un Green Deal europeo. Invita inoltre la Commissione a impegnarsi in un dialogo regolare con il Consiglio per promuovere ulteriormente un approccio integrato, strategico, ambizioso e globale all'attuazione degli OSS. Tale dialogo dovrebbe servire a fare il punto sui progressi compiuti nell'attuazione degli OSS a livello di UE in modo integrato e coerente e a discutere orientamenti strategici.
  • Nelle conclusioni si invitano la Commissione e gli Stati membri dell'UE a svolgere attività di comunicazione e sensibilizzazione sull'Agenda 2030 al fine di aumentare la titolarità condivisa dei cittadini, del settore privato e di altri pertinenti portatori di interessi.
  • Il Consiglio mantiene il suo impegno a esaminare i progressi compiuti verso la realizzazione dell'Agenda 2030 e intensificherà gli sforzi per integrare gli OSS nelle sue attività in tutti i settori strategici”[5].
  • “Le sfide poste dalla crisi Covid-19 non rendono più una scelta facoltativa il perseguimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, e (c’è) la necessità di accelerare un'azione congiunta innovativa e decisa nell’allineare gli investimenti verso il raggiungimento degli SDGs, intraprendendo riforme strutturali urgenti e costruendo in modo migliore e più verde, affrontare efficacemente le cause profonde delle malattie zoonotiche, nonché altri shock e crisi future. [...] (C’è) l’urgente necessità di accelerare l'azione a tutti i livelli e da parte di tutte le parti interessate al fine di realizzare la visione e gli obiettivi dell'Agenda 2030, evidenzia il fatto che i diversi Goal sono integrati e indivisibili”[6].

In questo contesto e con queste difficoltà, la “chiave di volta” della situazione non può che essere il piano “Next Generation EU[7] e tutte le sue declinazioni a livello nazionale.

Un piano finanziario, composto da centinaia di progetti nazionali e locali, adibito alla ripresa economica da un lato e alla “trasformazione verde e digitale” dall’altro.

Un piano che, ad esempio, per l’Italia vale più di 200 miliardi di euro.

In conclusione, dunque, possiamo dire che l’Unione Europea e i Paesi che ne fanno parte non stanno ancora andando spediti verso gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Serve uno scatto poderoso per non fallire clamorosamente in questa sfida epocale, ormai e purtroppo sempre più urgente per la vita non solo futura, ma anche presente.

[1] https://mondointernazionale.com/agenda-2030-unione-europea-cenni-sullo-stato-dellarte.

[2] https://www.eea.europa.eu/signals/signals-2017/articles/l2019energia-in-europa-situazione-attuale.

[3] https://euractiv.it/section/europea-parlano-i-fatti/news/unione-europea-e-parita-di-genere-a-che-punto-siamo/.

[4] Ansa, 09/06/2021.

[5] https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2021/06/22/2030-agenda-for-sustainable-development-council-approves-conclusions-reaffirming-strong-eu-commitment/.

[6] https://www.ansa.it/ansa2030/notizie/asvis/2021/06/28/rubrica-europa-e-agenda-2030_f0b938a0-3814-45de-ad95-749556443bd8.html.

[7] https://europa.eu/next-generation-eu/index_it.

A cura di Alessandro Fanetti

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