Agenda 2030 delle Nazioni Unite & Antartide: cenni sullo “stato dell’arte”

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  Redazione
  22 May 2021
  2 minutes, 46 seconds

Questo 16° scritto dedicato allo “stato dell’arte” dell’Agenda 2030 nel mondo fa tappa in Antartide.

Un continente stupendo e fondamentale, in primis per gli “equilibri ambientali” globali.

Dal primo pezzo che ho redatto su questo tema a metà 2020[1], si sono registrati cambiamenti significativi?

Purtroppo la situazione è ancora molto complessa, anche se il “sentimento collettivo” dell’umanità sta andando verso una direzione di sempre maggiore sensibilità nei confronti dell’ambiente.

Come ben spiegato dalla Dott.ssa Belardinelli, infatti: “[...] (Sta avvenendo) uno scioglimento, sempre più rapido, dei ghiacci polari artici e antartici. [...] Una delle principali cause antropogeniche del riscaldamento globale è, come noto, l’immissione in atmosfera di gas climalteranti, in particolar modo di anidride carbonica. È questo il fattore che ha innescato lo scioglimento dei ghiacci polari e, come riconosciuto nell’ambito dell’Accordo di Parigi del 2015, proprio su questo bisogna concentrarsi negli interventi di mitigazione, riducendo drasticamente l’impronta carbonica mondiale e puntando alla neutralità climatica dei sistemi umani entro la fine del secolo. [...] Se non si farà di tutto per raggiungere gli obiettivi concordati a Parigi, e si indulgerà nel mantenimento dello status quo ritardando i provvedimenti necessari, i ghiacci polari potrebbero superare un punto di non ritorno, raggiungendo livelli di instabilità e di fragilità che potrebbero rendere la loro sparizione inevitabile. Le conseguenze sulle società umane sarebbero drammatiche [...]”[2].

Dunque, lo strumento principale per la risoluzione di questo problema primario è l’Accordo di Parigi. Un Accordo per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C (con l’impegno di arrivare a 1,5°C) e del quale fanno parte tutti i principali “inquinatori” mondiali, con gli USA che hanno rilanciato su questo tema dopo la Presidenza Trump terminata pochi mesi fa. Un accordo che però, per essere rispettato, ha bisogno di un rullino di marcia serrato e seguito da tutti che ancora si stenta a vedere.

Come ben argomentato sul sito Rinnovabili.it a inizio 2021, infatti: “[...] Se il mondo raddoppia il passo rispetterà l’accordo di Parigi. [...] Oggi le emissioni calano a un tasso dell’1% l’anno. Se riusciremo a portarlo all’1,8% avremo una probabilità su due di contenere il riscaldamento globale sotto i 2°C entro la fine del secolo. [...] Con l’impegno sul clima odierno degli Stati c’è solo il 5% di probabilità di rispettare l’accordo di Parigi”[3].

In conclusione, dunque, è possibile affermare che nel 2021 la situazione non è delle più rosee ma il mondo ha ancora tutte le possibilità per adeguarsi alle necessità del nostro pianeta.

Per quanto riguarda l’Antartide, esso è uno dei “beni ambientali” più preziosi che abbiamo e il rispetto dell’Accordo di Parigi garantirebbe una sua fondamentale sopravvivenza, oggi minacciata gravemente. Una minaccia che colpisce non solo questo specifico territorio ma l’intero globo.

Fonti consultate:

[1] Agenda 2030 e Antartide: cenni sullo “stato dell'arte” - Mondo Internazionale.

[2] Il ritiro dei ghiacci in Antartide e l’aumento del livello dei mari: rispettare l’Accordo di Parigi non è una scelta | Il Bo Live UniPD.

[3] Accordo di Parigi: per rispettarlo dobbiamo raddoppiare l’ambizione sul clima (rinnovabili.it).

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a cura di Alessandro Fanetti 

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