Aerei a idrogeno per contrastare l'impatto ambientale: utopia o possibilità concreta?

Gli aerei a idrogeno potrebbero essere una soluzione per volare in maniera sostenibile, ma ci sono ancora molti ostacoli

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  Federico Quagliarini
  14 October 2021
  2 minutes, 33 seconds

Nel settembre 2020 Airbus ha annunciato l’intenzione di sviluppare e mettere sul mercato, entro il 2035, aerei alimentati completamente a idrogeno. La notizia ha entusiasmato i più attenti alle questioni climatiche, dopo che negli ultimi tempi il settore aeroportuale era stato preso di mira a causa dell’elevata emissione di CO2 degli aeromobili, attualmente responsabili del 2,5% delle emissioni globali. Tuttavia, la fattibilità del progetto si deve scontrare con un deciso rinnovo delle infrastrutture.

L'iniziativa di Airbus

Il progetto di Airbus si basa sostanzialmente su due velivoli: un turbofan simile a un aribusA321 e un aereo di nuova generazione denominato Flying-V. Quest’ultimo presenta novità particolari, come ad esempio i motori posizionati a poppa dell’aeromobile e un’apertura alare che consentirebbe di risparmiare il 20% del carburante. Il colosso europeo crede molto in questo progetto, principalmente perché rappresenta uno sviluppo sostenibile in un settore che al momento non presenta valide alternative (sostituire un viaggio in aereo con un altro mezzo di trasporto non è così semplice).

I possibili vantaggi e ostacoli

I vantaggi nello sviluppo di una tecnologia rinnovabile sono molteplici: anzitutto, l’idrogeno è un combustibile che si può ricavare dalle fonti rinnovabili. In più, l’idrogeno è un combustibile che non inquina dal momento che, una volta che viene bruciato, non emette alcuna quantità di CO2 nell’atmosfera (che, come detto in precedenza, è la principale recriminazione nei confronti dell’aviazione civile).

Allo stesso tempo, si deve considerare che l’idrogeno contiene meno energia del principale combustibile fossile, ovvero il kerosene. Si calcola infatti che sarebbe necessaria una quantità 4 volte superiore rispetto a quella attuale per alimentare un aereo a idrogeno.

Inoltre, come già anticipato, il principale ostacolo nella realizzazione del progetto è la carenza infrastrutturale delle aerostazioni. Al momento, infatti, non si riscontrano possibilità dell’utilizzo di carburanti sintetici (i cosiddetti drop-in fuel). Il settore aeroportuale dovrebbe riadattarsi prendendo in prestito tecnologie che sono state sviluppate in altri ambiti, come ad esempio nel settore automobilistico.

Conclusioni

Di per sé l’aeromobile a idrogeno rappresenta una brillante idea per ridurre l’impatto ambientale e allo stesso tempo per continuare a poter viaggiare da una parte all’altra del mondo, specie nell’era della globalizzazione.

Tuttavia, lo sviluppo di nuove tecnologie potrebbe rivelarsi inefficacie se non accompagnato da un adeguato rinnovamento nel settore aeroportuale. Paradossalmente, l’attuale pandemia potrebbe dare la svolta necessaria: col traffico aereo che, con molta probabilità, non si riprenderà prima del 2024, la ristrutturazione infrastrutturale potrebbe rivelarsi più semplice. Adeguare gli aeroporti e gli aeromobili a un futuro sostenibile non è impossibile, ma richiede sforzi notevoli da parte della classe dirigente e investimenti di lungo periodo.

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L'Autore

Federico Quagliarini

Classe 1994, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Milano, Federico Quagliarini è al contempo vice-direttore di Mondo Internazionale POST nonché caporedattore per l'area Società.

Da sempre appassionato di politica e relazioni internazionali, in Mondo Internazionale si occupa principalmente di questioni legali soprattutto inerenti al diritto internazionale.

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Ambiente e Sviluppo

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sostenibilità Aviazione innovation