Col termine Tipiṭaka (in sanscrito त्रिपिटक, cioè Tripitaka - letteralmente “tre canestri”) si indica il canone Pāli, cioè uno dei tre canoni che raccolgono i sacri testi buddhisti. Gli altri due sono il canone cinese e quello tibetano; i loro nomi derivano della lingua in cui sono stati redatti.
Scritto in pāli (una lingua indiana), il Tipiṭaka raccoglie antichissimi scritti un tempo conservati in canestri, da qui la spiegazione del nome. Essi rappresentano la più antica collezione di testi buddhisti giunta integralmente fino ai giorni nostri. Il loro contenuto riguarda gli insegnamenti lasciati dal Buddha sotto forma di sermoni, lezioni e guide alle giuste pratiche per raggiungere il Nirvana.
Inoltre, il Tipiṭaka si divide in tre parti: il Vinaya-piṭaka, il Sutta-piṭaka e l’Abhidhamma-piṭaka. Il primo “canestro” contiene scritti sulla disciplina e l’ordine monastico; il secondo contiene parabole sulla vita del Buddha e suoi insegnamenti; l’ultimo canestro, infine, approfondisce i concetti dottrinali del secondo.
Questo canone è caratteristico del buddhismo Theravāda, una tra le più antiche scuole derivanti dagli insegnamenti del Buddha e particolarmente diffuso nel Sud-est asiatico. Il principio promosso da questa dottrina è il Vibhajyavāda, ovvero l’insegnamento dell’analisi e dell’introspezione tramite esperienze pratiche.
Mario Rafaniello
Mario Rafaniello Vice Responsabile della rubrica “Culturalmente Imparando”. Partecipa anche all’entusiasmante progetto “Japan 2020” e si interessa di arte, cultura e letteratura.
Laureato in Giurisprudenza e laureando in Relazioni Internazionali. Attualmente collabora con diversi portali online.