La storia dei Ruin Pub è un originale esempio di riqualificazione di luoghi fatiscenti e poco apprezzati dalla popolazione locale e dai turisti.
Ci troviamo in Ungheria, a Budapest, quando nei primi anni del terzo millennio i proprietari di una catena di locali della capitale decisero di investire nella realizzazione di un pub all’interno di uno dei numerosissimi edifici abbandonati presenti nella città. Nacque in questo modo il Little Szimpla, il primo ruin pub di Budapest. Il successo di questa iniziativa scatenò una reazione a catena che portò diversi ristoratori ad investire in questo tipo di locale, i romkocsmàk (pub in rovina, appunto). Da parcheggi incustoditi a fabbriche abbandonate, da edifici disabitati e fatiscenti a giardini, i ruin pub attirano l’attenzione dei turisti per la loro architettura decadente e per i loro arredi, che solitamente sono composti da materiali di recupero, riconvertiti in protagonisti dei disordinati e polverosi punti di incontro di giovani ungheresi.
Insomma, un’idea originale e utile volta a riqualificare gli spazi abbandonati, unendoli all’arte e al servizio del cliente. Il concetto che sta alla base dei ruin pub può essere ricollegato ad esempio a quello di Metelkova, il quartiere degli artisti di Lubiana, dove ex edifici abbandonati sono stati riconvertiti in cinema, mostre e caffè letterari.
Pablo Scialino