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Festa di San Giuseppe

Culturalmente Imparando

La figura di Giuseppe è tra le più amate e affascinanti del cristianesimo nonché, per alcuni versi, anche tra quelle più sottovalutate. Non aveva poteri o capacità in grado di fargli compiere incredibili miracoli. Non morì in maniera epica e brutale per mano di qualche zelante soldato romano. Anzi, di lui si racconta poco e niente: ad un certo punto della giovinezza di Gesù, semplicemente Giuseppe scompare. In fin dei conti, era solo un falegname avanti con gli anni che sposò una giovane ragazza poi “misteriosamente” incinta. Cosa aveva quindi di tanto speciale un comune mortale come Giuseppe? La risposta non è da ricercarsi, come per altri santi, nel clamore di un prodigio o nel coraggio del martirio. È tra le righe, nei piccoli gesti, nelle pagine perdute dell’infanzia di un figlio più grande di lui. Il maturo sposo di Maria aveva (e ha tuttora) il merito di incarnare quei valori senza tempo che rendono padre un uomo, e viceversa. La sopportazione e la risolutezza nell’addossarsi una situazione al di fuori di ogni immaginazione, ma anche la dolcezza e il calore nel crescere il frutto immacolato del Divino; un fardello che ha reso Giuseppe il “papà” per eccellenza nell'immaginario collettivo cristiano.

Giuseppe è venerato come santo sia dai cattolici che dagli ortodossi. Le poche informazioni che lo riguardano nel Nuovo Testamento sono opera degli evangelisti Luca e Matteo. Nonostante la sfumatura del suo personaggio, è celebrato in numerosi luoghi d’Italia, grandi o piccoli che siano. Uno dei tanti esempi dell’affetto popolare per San Giuseppe è l’omonima festa che si tiene ogni 19 marzo, nel giorno a lui dedicato, in un piccolo paesino di nome Cascano. Situato nell’entroterra campano e facente parte del comune di Sessa Aurunca (in provincia di Caserta), la ridente frazione rende onore all’amato santo con una tradizione secolare che inizia alcuni giorni prima della festa. Dal 10 marzo in poi viene celebrata una messa ogni sera (detta novena), al termine della quale alcune famiglie dispensano gratuitamente pagnotte (chiamate cuccetelle) e vino alle persone che accorrono in segno di devozione. Talvolta viene cotta e donata ai passanti anche una mistura di fagioli e ceci (la cosiddetta menestella).

L’evento richiama nel piccolo centro molte persone e intere famiglie un tempo residenti, ma che negli anni si sono trasferite in altre regioni o all’estero. Per questo la festa di San Giuseppe è da sempre vista dalla popolazione cascanese come un’occasione di ritrovo di importanza uguale pari alle festività pasquali e natalizie. La distribuzione delle pagnotte avviene anche in altri momenti delle giornate che precedono il 19 marzo, e addirittura può avvenire episodicamente nell’arco dell’anno, per dare possibilità davvero a tutti di rispettare la tradizione. Per molti la vera “festa” è nel giorno della vigilia, il 18 marzo. Durante tutta la giornata il paese si anima con canti e balli popolari, famiglie che dispensano cibo e vino per strada o nelle loro case e piccole folle che attendono l’evento più suggestivo di tutti, ovvero l’accensione serale dei falò. Questi ultimi vengono preparati in diversi punti di Cascano, a seconda della tradizione che riguarda il singolo “quartiere”. Nelle settimane precedenti all'evento vengono raccolti dei grossi tronchi di legno (i tuocchi) che serviranno per accendere i falò la sera della vigilia. Nella giornata del 19, sullo sfondo della cenere spenta che ricopre le strade, la lunga processione religiosa in onore del santo (la cui statua viene portata a spalla dai "portatori" in tunica bianca) vede centinaia di fedeli partecipare portando in segno di devozione delle candele, alcune di peso e dimensioni rilevanti.

Passeggiando per le stradine e i vicoli che attraversano Cascano come le venature di una foglia d’acero, si possono ammirare numerose recenti installazioni artistiche. Negli ultimi anni, grazie all’operosità della Pro Loco locale e ad altri gruppi di volontari, il piccolo borgo campano è stato in gran parte tirato fuori dall’anonimo grigiore che spesso cala come una coltre di nebbia sui paesini in via di spopolamento. Collocate nei muri degli edifici si possono ammirare pannelli e sculture in raffinata ceramica che rappresentano gli antichi mestieri, elementi di fantasia o lo stesso San Giuseppe.

Cascano vanta una tradizione artistica di lungo corso, soprattutto nella produzione della ceramica che ancora sopravvive grazie ad alcune mani sapienti e nei laboratori del Liceo artistico locale. La chiesa dedicata a Sant’Erasmo (santo patrono di Cascano) è arricchita da alcune splendide opere d’arte il cui valore va ben al di là delle dimensioni contenute del piccolo centro. Tra queste spicca il Battesimo di Cristo, dipinto del 1991 realizzato dall’artista napoletano Mario Buonoconto, il quale fu anche scenografo, studioso, docente, scrittore e restauratore. Scomparso nel 2003, il talentuoso pittore ha tenuto mostre sia in Italia che all’estero, e fu fondatore del gruppo artistico Figurativa 5, nonché autore di saggi sulla Napoli esoterica. Altra opera degna di citazione è una Madonna di Costantinopoli con bambino di autore anonimo, datata al tardo XV secolo.

Fonti consultate

  1. https://www.famigliacristiana.it/articolo/storia-di-giuseppe-il-falegname.aspx
  2. http://www.prolococascanogallicanum.it/la-festa-di-san-giuseppe/
  3. http://www.prolococascanogallicanum.it/storia/
  4. http://www.lospeakerscorner.eu/figli-di-portici-famosi-il-professore-artista-mario-buonoconto/


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  • L'Autore

    Mario Rafaniello

    Mario Rafaniello Vice Responsabile della rubrica “Culturalmente Imparando”. Partecipa anche all’entusiasmante progetto “Japan 2020” e si interessa di arte, cultura e letteratura.

    Laureato in Giurisprudenza e laureando in Relazioni Internazionali. Attualmente collabora con diversi portali online.

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