Ci stiamo dimenticando dell’Afghanistan?

Un anno dopo la caduta di Kabul, un bilancio sull’operato dell’Unione europea

  Articoli (Articles)
  Melissa Cortese
  22 agosto 2022
  5 minuti, 20 secondi

In seguito all’accordo di Doha, trattato siglato tra Stati Uniti d’America e rappresentanti dei talebani con lo scopo di porre fine alla guerra iniziata nel 2001, la situazione politica e militare dell’Afghanistan è precipitata.

Il 15 agosto 2021, giorno di partenza delle ultime truppe Nato dall’Afghanistan, i taliban conquistarono Kabul, facendo crollare il governo e le altre istituzioni della Repubblica islamica e mettendo in fuga il presidente Ashraf Ghani. Nel mese di settembre, i taliban annunciarono l’inizio di un governo ad interim e il progetto di ricostruzione dell’Emirato islamico dell’Afghanistan.

Un anno dopo, complici altre gravi crisi di carattere internazionale, alcuni punti importanti della questione afghana restano bui. Oggi in Afghanistan permane una gravissima crisi umanitaria, economica, alimentare e agricola che il governo dei taliban non è in grado di gestire. Il congelamento dei fondi della Banca centrale di Kabul, che al momento della caduta della capitale erano depositati negli istituti di credito americani, ha aggravato ulteriormente la situazione. I taliban, che inizialmente cercarono di rassicurare sia il popolo afghano che il mondo intero dichiarando pubblicamente che i diritti umani sarebbero stati garantiti e tutelati, hanno mantenuto le promesse? E la comunità internazionale ha fatto davvero tutto il possibile per proteggere i cittadini afghani in fuga e non?

Nel corso di quest’anno abbiamo visto l’interesse per la questione afghana calare rapidamente. L’invasione dell’Ucraina dalla parte della Russia ha accelerato l’allontanamento del dibattito internazionale dalla minaccia dei taliban e il dirottamento di attenzioni e risorse verso altri fronti. In particolare modo, la guerra in Ucraina ha contribuito all’archiviazione del dossier afghano senza lasciare il tempo per riflettere sul bilancio dell’operato europeo in Afghanistan, così da avere un quadro degli errori commessi e dei punti su cui occorre ancora insistere e intervenire.

Tuttavia, oggi sappiamo che in quell’agosto 2021 l’Unione europea si fece trovare impreparata, divisa sulle strategie di accoglienza da adottare e spaventata dall’avvicinarsi di una possibile crisi migratoria simile a quella del 2015. I leader europei erano distanti tra loro e l’adozione di una politica migratoria comune sembrava impossibile.

Il presidente ungherese Viktor Orbán, che nel mezzo della crisi del 2015 fece costruire una recinzione al confine con la Serbia per fermare i profughi che percorrevano la rotta balcanica, è stato d’esempio per altri undici paesi europei, che, davanti ad una possibile ondata di profughi afghani, hanno chiesto di poter costruire muri lungo le loro frontiere, finanziandoli con fondi europei. I paesi membri dell’Unione europea che hanno inoltrato la richiesta sono stati: Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Polonia e Slovacchia. La risposta della commissaria agli affari interni dell’Unione europea in merito fu negativa: il Patto sull’immigrazione e l’asilo prevede infatti il mantenimento del principio base del regolamento di Dublino, secondo cui le richieste d’asilo debbano essere esaminate dal Paese d’ingresso nell’Unione europea. Proposto dalla Commissione europea nel settembre 2020, il Patto è un documento programmatico che ha come obbiettivo il rafforzamento delle frontiere esterne basandosi su due pilastri: esternalizzazione e rimpatri. L’esternalizzazione è l’unica strategia di politica migratoria su cui i Paesi europei sembravano compatti. Essa consiste in un processo di finanziamento e sostegno ai paesi extraeuropei limitrofi all’Afghanistan, come il Pakistan e l’Iran, finalizzato a bloccare - o quantomeno rallentare - il flusso di migranti, e al contempo a garantir la loro accoglienza, permettendo la gestione di reinsediamenti e ricongiungimenti e l’organizzazione dei corridoi umanitari. Per quanto riguarda i rimpatri, invece, nonostante una dichiarazione congiunta in cui si impegnavano ad assistere gli afghani che intendevano lasciare il paese, molti paesi europei disattesero le promesse. Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Austria, Grecia e Germania chiesero alla Commissione europea l’autorizzazione a rimpatriare gli afghani a cui era stato negato l’asilo. In un messaggio al vicepresidente della Commissione e alla commissaria per gli affari interni, i rappresentanti di questi governi spiegarono che l’interruzione dei rimpatri avrebbe rischiato di mandare un segnale sbagliato, motivando più persone a cercare di raggiungere l’Europa.

Gli inevitabili flussi migratori non trascinarono l’Europa in un’allarmante emergenza migratoria come temuto; anche grazie alla vecchia strategia dell’esternalizzazione, l’85% dei rifugiati afghani all’estero si trova ora in Pakistan e in Iran. La situazione nel paese però è da tenere sotto controllo e il popolo afghano non va lasciato solo. Non è con l’uscita delle forze internazionali che i problemi dell’Afghanistan sono terminati. I diritti civili e politici, come l’istruzione e il diritto al voto, vengono ancora celermente soffocati. La popolazione afghana soffre sempre più la fame e necessita di interventi esterni che possano supportarla in fatto di sicurezza e di salute. Il Programma alimentare mondiale dell’Onu, che è rimasto ad operare in Afghanistan, parla di una crisi umanitaria senza precedenti. Secondo UNAMA (la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan), oggi il 59% del popolo afghana necessita di assistenza umanitaria.

Fonti consultate per il presente articolo:

“L’Europa non rispetta l’impegno di accogliere i profughi afgani”, 2021, Internazionale https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2021/10/28/accoglienza-afgani-europa

“EU, fearful of refugee crisis, delays response on Afghan asylum”, 2021, Aljazeera https://www.aljazeera.com/news/2021/10/15/eu-fearful-of-refugee-crisis-delays-response-on-afghan-asylum-2

“L’accoglienza dei profughi afghani in Europa”, 2021, openpolis https://www.openpolis.it/laccoglienza-dei-profughi-afghani-in-europa/

“Dozen ministers want EU to finance border walls”, 2021, euobserver https://euobserver.com/migration/153169

I nuovi muri europei contro i migranti”, 2021, Internazionale https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2021/10/13/europa-muri-migranti-bielorussia

“Gli scenari distopici del patto europeo sull’immigrazione”, 2020, Internazionale https://www.internazionale.it/opinione/francesca-spinelli/2020/09/24/scenari-patto-europeo-immigrazione

“Afghanistan: cause di migrazione e contesti di origine”, ISPI in collaborazione con Caritas italiana https://inmigration.caritas.it/sites/default/files/docs/2021-05/Afghanistan.pdf

“L’accoglienza dei migranti che fuggono dall’Afghanistan in Europa e in Italia”, 2021, secondowelfare https://www.secondowelfare.it/immigrazione-e-accoglienza/laccoglienza-dei-migranti-che-fuggono-dallafghanistan-in-europa-e-in-italia/

“Crisis to watch: Afghanistan”, 2021, ISPI https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/crisis-watch-afghanistan-32704

“Speciale Afghanistan: rifugiati, corridoi o muri?”, 2021, ISPI https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-afghanistan-rifugiati-corridoi-o-muri-31395

“Speciale Afghanistan: l’Europa al varco”, 2021, ISPI https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/speciale-afghanistan-leuropa-al-varco-31382

“Afghanistan, un anno dopo”, 2022, Podcast Globally ISPI https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/podcast-globally-afghanistan-un-anno-dopo-35980

“Che cos’è il patto europeo sull’immigrazione e l’asilo”, 2020, Internazionale https://www.internazionale.it/notizie/2020/09/17/patto-europeo-immigrazione-asilo

“One Year After the Taliban Takeover, Afghanistan Is Adrift”, 2022, ISPI https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/one-year-after-taliban-takeover-afghanistan-adrift-35976

“Afghanistan un anno dopo: l’ombra di al-Qaeda su Kabul”, 2022, affarinternazionali https://www.affarinternazionali.it/afghanistan-un-anno-dopo-terrorismo/

Condividi il post

L'Autore

Melissa Cortese

Tag

Afghanistan Migrazioni Taliban Europa