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Bonus psicologo

Tra polemiche e buone notizie

È stato bocciato il tentativo di introdurre il “bonus psicologo” nella legge di Bilancio per il 2022. La legge è stata approvata dalla Camera lo scorso 30 dicembre, eppure critiche e proteste online persistono, soprattutto perché la manovra ha rinnovato invece altri bonus, come quello per l’installazione di zanzariere o di sistemi per il filtraggio dell’acqua, il cosiddetto bonus rubinetti.

Il 2 dicembre un gruppo di senatrici e senatori di diversi partiti, tra cui Caterina Biti, Paola Boldrini, Vanna Iori ed Eugenio Comincini hanno presentato un emendamento, il 102-bis, per modificare il disegno della legge di Bilancio. L’emendamento chiedeva la creazione di un “Fondo salute mentale” da 50 milioni di euro l’anno, diviso in due sussidi principali: un bonus “avviamento”, finanziato con 15 milioni di euro, e un bonus “sostegno” da 35 milioni di euro.

Mentre il primo avrebbe permesso a tutti i cittadini maggiorenni a cui non è stato diagnosticato un disturbo mentale (senza limiti di reddito) di accedere a un contributo forfettario da 150 euro ogni due anni, il secondo invece avrebbe erogato sussidi tra i 400 e i 1600 euro in base all’ISEE del richiedente. La bocciatura dell’emendamento ha provocato non poche proteste, al punto che il 4 gennaio è stata lanciata una petizione sul sito Change.org per chiedere che il bonus fosse ripristinato. In meno di due giorni sono state raccolte più di ventimila firme.

Ma per quanto il bonus psicologo possa sembrare una novità, in passato sono già stati fatti vari tentativi di questo tipo.
A maggio 2021 nel decreto “Sostegni bis” (poi convertito in legge), a luglio il governo aveva previsto l’istituzione di un fondo da 10 milioni di euro per l’accesso ai servizi psicologici, dando priorità ai pazienti oncologici, a bambini ed adolescenti. In questo caso non si può parlare di un vero e proprio bonus psicologo, a novembre infatti i fondi sono stati poi allocati alle varie regioni per rafforzare servizi già esistenti.

Anche per la Legge di Bilancio per il 2021 erano stati presentati emendamenti per l’attivazione di sussidi per la salute mentale. Pagella Politica ricorda che Lia Quartapelle, deputata democratica, aveva proposto la creazione di un fondo da 30 milioni di euro all’anno da stanziare nell’arco di tre anni, per “favorire l’accesso ai servizi psicologici” durante la pandemia, attraverso lo strumento dei voucher. Altri due emendamenti avevano proposto qualcosa di simile, ma non sono mai stati approvati.

Gli effetti della pandemia sulla salute mentale

La pandemia ha avuto un forte impatto sulla salute mentale delle persone. Le prime stime mondiali riportate su Lancet ci informano che nel 2020 ci sono stati 53 milioni di casi in più di depressione maggiore (+28%) e 76 milioni di casi in più di disturbi d’ansia (+26%), un aumento collegato direttamente alla pandemia. Il peggioramento del benessere mentale tra i giovani ha generato anche un aumento dell’uso di sostanze per sostenere lo stress da Covid.
La pandemia non ha risparmiato nessuno, nemmeno i bambini. Secondo Save the Children l’83% dei bambini nel mondo percepisce un aumento di sentimenti negativi e sono in crescita anche i livelli di ansia, depressione, solitudine e autolesionismo.

«Abbiamo registrato quasi il 40 per cento di richieste di aiuto in più nell’ultimo anno. A questo si aggiunga oltre il 30 per cento di pazienti che, rispetto allo scorso anno, hanno dovuto smettere la terapia perché non potevano permetterselo. Un aumento, dunque, frenato e contenuto a causa dei costi delle terapie» denuncia David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi.

Un bonus pari a 150 euro coprirebbe circa il costo di tre sedute, poche, ma comunque importanti per un primo intervento, prima che l’utente possa accedere al Servizio Sanitario Nazionale. Ma dei circa 130 mila psicologi presenti sul territorio, solo il 5% lavora in strutture pubbliche. Spesso chi ha bisogno è costretto allora a rivolgersi al privato, dove una seduta può costare anche fino a 200 euro. Ecco allora che gli esperti si trovano d’accordo nell’affermare che il bonus sarebbe un intervento necessario, ma comunque insufficiente rispetto alle carenze del Servizio Sanitario.

I problemi psicologici hanno un forte impatto sulla salute, sul lavoro e su ogni aspetto della vita, per questo le società scientifiche di psicologia concordano sulla necessità non solo di misure di urgenza, ma anche di azioni strutturali “per dotare il paese di una rete di prevenzione e promozione psicologica pubblica e per potenziare i servizi di cura, sia di tipo psicologico che psichiatrico.”
Nei mesi della pandemia, in presenza di carenze strutturali, hanno preso avvio alcuni progetti che si sono impegnati a fornire aiuto e consulenza psicologica gratuita o a prezzi sostenibili a chiunque ne avesse bisogno. È il caso del circolo Arci Sparwasser a Roma, che ha aperto lo sportello "Però parliamone", oppure il progetto "Psicoterapia Sospesa" del Centro popolare di Psicologia Clinica Limen e la Casa delle Donne Lucha y Siesta, sempre a Roma.

Lo psicologo di base

Mentre alcuni esponenti politici sperano che il bonus psicologo possa essere inserito nel decreto milleproroghe, le regioni intanto si sono mosse. Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, ha affermato che istituirà un fondo di 2,5 milioni di euro per cure e prevenzione del disagio psichico e la Campania, dopo l’ok del 12 dicembre 2021 dalla Corte Costituzionale, è ufficialmente la prima Regione d’Italia ad aver istituito lo psicologo di base con la Legge Regionale 3 agosto 2020, n.35.

La vicenda campana è giunta a conclusione non senza imprevisti. In Italia infatti non esiste una legge nazionale per lo psicologo di base, ma in Senato esiste il disegno di legge n. 1827 del settembre 2020, un’iniziativa parlamentare dal titolo “Istituzione dello psicologo di cure primarie” proposto da Paola Boldrini.
Il Governo italiano inizialmente ha rifiutato la legge proposta dal Consiglio Regionale campano, perché avrebbe invaso “la competenza legislativa esclusiva statale in materia di ordinamento civile”, violando l’articolo 117 della Costituzione. Ma con la sentenza n. 241/2021 la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del Governo, visto che “la regolamentazione di tale disciplina non presenta alcun collegamento con la materia dell’ordinamento civile”. La sentenza ha stimolato le decisioni di altre regioni: il Consiglio Regionale Lombardo, il 18 gennaio 2022, ha approvato la mozione in merito all’inserimento dello psicologo di base, con una prima sperimentazione nelle Case della Comunità. Nonostante in Italia si parli di Psicologia delle cure primarie almeno dal 2010, anno della prima proposta di legge per l’introduzione della figura dello psicologo di base, si è arrivati solo adesso all’effettiva istituzione di questa figura fondamentale. La speranza è che anche altre regioni colgano l’occasione della sentenza positiva della Corte Costituzionale per seguire l’esempio campano.


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  • L'Autore

    Marina Cielo

    Marina Cielo è attualmente studentessa del percorso di laurea magistrale in Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica curriculum orientalistico. Ha conseguito la laurea triennale in Lingue, Culture e Società dell'Asia e dell'Africa Mediterranea, curriculum Vicino e Medio Oriente, studiando la lingua araba ed ebraica, presso il medesimo ateneo.

    Da sempre molto legata al terzo settore sta frequentando l'Università del Volontariato. Scrive per il blog dell'associazione studentesca Femminismi contemporanei coltivando ulteriormente la sua passione per la scrittura e l'interesse per i temi femministi. Si interessa inoltre di salute mentale e di psichiatria.

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