Biologia infame: ecco perché ingrassiamo

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  Redazione
  13 febbraio 2019
  3 minuti, 36 secondi

Come è già stato detto nel precedente articolo, l’aumento della disponibilità di cibo, spesso di scarsa qualità nutrizionale, e i prezzi sempre più bassi di varie categorie di alimenti hanno contribuito, negli ultimi anni, ad un drastico aumento dell’obesità e delle patologie ad essa correlate. L’Italia stessa, da sempre associata alla ben nota Dieta Mediterranea, si sta sempre più avvicinando alla Western Diet, un modello di dieta, largamente diffusa nei Paesi Occidentali, caratterizzata da cibi ad elevata densità calorica, ricchi di grassi saturi e zuccheri semplici e poveri, invece di micronutrienti e fibra. Quest’ultima, in particolare, molto presente in frutta fresca e secca, verdura, legumi e cereali integrali, regola l’assorbimento dei nutrienti e contribuisce ad aumentare il senso di sazietà (non per niente, per contrastare il senso di fame si suggerisce spesso di sgranocchiare verdura cruda tra un pasto e l’altro). Se la fibra è poco presente nei nostri pasti, la fame sopraggiungerà di nuovo rapidamente, cosa che ci porterà a mangiare ancora a breve. Ma, di fatto, perché ingrassiamo?!

La risposta a questa domanda sta nei nostri geni. L’aumento di peso è il risultato di un introito energetico superiore rispetto alle nostre effettive esigenze, spesso associato ad uno stile di vita sedentario. In altre parole: più entrate di energia, meno uscite. Il nostro organismo è settato in modo tale da accumulare più riserve di nutrienti possibili quando ve n’è l’occasione. Si tratta di un meccanismo evolutivo utile soprattutto un tempo, quando il cibo non era sempre disponibile e spesso si andava incontro a lunghi periodi nei quali non si aveva la possibilità di mangiare. Oggi, salvo casi particolari, nei Paesi industrializzati questo non avviene più, ma il meccanismo di accumulo di riserve del nostro organismo, purtroppo, è rimasto immutato. Così, avendo la possibilità di mangiare ogni qualvolta lo desideriamo, spesso introduciamo più energia di quanta effettivamente ne abbiamo bisogno e immagazziniamo quella in eccesso sotto forma di riserve. La conseguenza è che il nostro peso aumenta. Ma non è finita qui! Sempre a causa dello stesso meccanismo, è molto più difficile perdere i chili in eccesso piuttosto che acquistarli: in tempi in cui la disponibilità di cibo non era assicurata, infatti, sarebbe stato decisamente svantaggioso perdere le riserve energetiche tanto faticosamente (e fortuitamente) accumulate! Oltretutto, molto spesso si cerca erroneamente di perdere peso digiunando, e l’evoluzione ha pensato anche a questo! Il risultato di una restrizione calorica drastica è l’abbassamento del nostro metabolismo basale, quale adattamento al periodo di “carestia”. Non appena, però, si riprende a mangiare normalmente (inevitabile, dopo un pò!), il nostro organismo riprende ad accumulare l’energia nuovamente disponibile in preparazione ad un nuovo, ipotetico, periodo di carestia. Ecco così che i chili persi si recuperano tutti con gli interessi! È da ricordare che questo non è l’unico motivo per cui è bene evitare le diete drastiche: con il digiuno, il nostro organismo spende in un primo momento le riserve energetiche accumulate fino ad allora e, quando queste finiscono, incomincia a “smontare” sé stesso, in particolare i muscoli (anche quelli che costituiscono i nostri organi vitali), per far fronte alla mancanza di nutrienti. Quello che dunque all’inizio può sembrare un dimagrimento miracoloso, a lungo andare può portare a danni molto gravi per la nostra salute.

In che modo, dunque, ingannare la biologia, perdendo peso senza danneggiare il nostro corpo?

La perdita di peso deve essere graduale e avvenire attraverso una dieta bilanciata che ci fornisca le giuste quantità di tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno: carboidrati, lipidi e proteine. Il percorso finalizzato alla perdita di peso, inoltre, ha come scopo fondamentale il cambiamento delle abitudini scorrette a favore di uno stile di vita più sano, che consentirà di mantenere il peso perso anche quando non si seguirà più una dieta grammata. Perché questo sia possibile, è indispensabile rivolgersi a un professionista della nutrizione, che elabori una dieta personalizzata sulla base del fabbisogno energetico individuale e degli obiettivi che si devono raggiungere. Così facendo, si abituerà gradualmente il nostro organismo alla nuova condizione e i risultati non potranno che essere positivi!

A cura di Francesca Locatelli

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Salute e Benessere

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