Aumento dei risparmi tra i paesi UE

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  Redazione
  17 aprile 2021
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Diversi elementi hanno accumunato gli Stati Membri dell’UE durante la crisi pandemica, uno di questi è stato l’importante aumento del tasso di risparmi a livello familiare e d’impresa. Nel secondo trimestre 2020, le stime dell’Eurostat registrano il più alto picco del tasso di risparmi dal 1999: 25%. Nel terzo trimestre, il tasso è sceso al 17,3%, per poi risalire al 19,8% durante il quarto.[i] Tale incremento si può notare dai numeri registrati nei conti correnti: in Italia in 12 mesi si è visto un aumento di 126 miliardi di euro (Centro Einaudi-Intesa Sanpaolo, 2020).

Le cause di questo fenomeno sono fondamentalmente due: il calo dei consumi legato all’adozione di misure sanitarie restrittive e l’incertezza delle entrate future a causa della crisi economica. Infatti, l’Eurostat ha registrato un calo dei consumi ad un tasso più elevato (-3,7%) del reddito disponibile lordo delle famiglie (-0,8%). Per quanto riguarda il fattore incertezza, basti pensare che a luglio 2020 il tasso di disoccupazione nell’area Euro era pari all’8% e ad agosto, le previsioni del tasso di disoccupazione per i futuri 12 mesi, pari a circa 13% (DG-ECFIN - Eurostat).

Rimane insolito pensare che durante una crisi economica, paragonata per gravità a quella del 1929, gli individui riescano a risparmiare senza problemi. Appare, infatti, che ad averlo fatto siano coloro che si trovavano in condizioni economiche agiate già prima della pandemia, mentre diverse categorie vulnerabili sono state colpite ulteriormente e il loro tasso di risparmi non ha potuto che diminuire.

Nel 2020, Intrum ha condotto un'intervista a 4,800 individui provenienti da 24 paesi UE, per indagare come la crisi pandemica stesse impattando sulle loro finanze personali. Ciò che emerge dal report è un quadro dove ad essere svantaggiati sono:

  • i genitori, il 63% degli intervistati con figli ha ammesso di aver subito una riduzione delle entrate a causa del Covid-19, contro un 49% di coloro che non hanno figli;
  • i giovani, il 67% di individui tra i 18 e i 21 anni e tra i 22 e i 37 hanno ammesso di aver vissuto una battuta d’arresto nelle entrate, contro un 57% della fascia 38-44 anni e un 42% della fascia 55-64 anni;
  • le donne, il 46% delle intervistate ha dichiarato di non essere sicura di riuscire a risparmiare in vista della propria pensione, contro un 34% degli intervistati uomini.[ii]

Inoltre, uno studio condotto dal Joint Research Center sullo Smart Working ha affermato che il 74% delle professioni più pagate sono svolgibili da remoto, contrariamente a solo il 3% dei lavori meno pagati.[iii] Quindi, ancora una volta chi era in una condizione economicamente vulnerabile da prima della pandemia si è trovato ad essere ulteriormente svantaggiato.

Infatti, secondo un report dello European Anti Poverty Network, nonostante le misure di sostegno da parte dei governi nazionali, le fasce svantaggiate della popolazione UE non sono state aiutate sufficientemente. In più, paesi come Grecia, Spagna e Italia, il cui sistema di protezione sociale risultava debole e dove è presente un grande settore informale[iv] all’interno di quello lavorativo, hanno tardato nell’applicare delle politiche di sostegno nei confronti dei lavoratori in condizioni più vulnerabili, facendo sì che bruciassero i propri risparmi nel primo periodo di lockdown.[v]

Si spera che questo "tesoretto" di risparmi arrivi fino alla ripartenza dell’economia, quando la pandemia sarà tenuta sotto controllo. Dovremmo imparare da questa crisi e sfruttare il pacchetto Next Generation EU per prevenire, davanti ad una futura crisi, una situazione di divario così accentuata come quella a cui assistiamo oggi.

A cura di Valentina De Consoli

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Fonti consultate per il presente articolo:

[i] “Household saving rate up to 19,8% in the euro area”, Eurostat, euroindicators, 9/4/2021: https://ec.europa.eu/eurostat/documents/2995521/11563023/2-09042021-AP-EN.pdf/3b153e44-c948-f923-34bb-90ade681f920?t=1617949668143;

[ii] “European Consumer Payment Report 2020”, Intrum, 5/2020: https://www.intrum.com/media/8047/ecpr-2020-special-edition-white-paper.pdf;

[iii] “Teleworkability and the COVID-19 crisis: a new digital divide?”, Matteo Sostero, Santo Milasi , John Hurley, Enrique Fernandez-Macías and Martina Bisello, JRC Technical Report, 05/2020: https://ec.europa.eu/jrc/sites/jrcsh/files/jrc121193.pdf;

[iv] “L'economia informale, chiamata anche settore informale o economia grigia, è una sezione dell'economia che non è né controllata né tassata dal governo. Le attività o le caratteristiche dell'economia grigia non sono mai incluse nel prodotto interno lordo (PIL)”, Jerome Mcgee, ripley believes.

[v] “The Impact of Covid-19 on people experiencing poverty and vulnerability”, Graciela Malgesini, EU Inclusion Strategies Group, European Anti Poverty Group, 07/2020: https://www.eapn.eu/wp-content/uploads/2020/07/EAPN-EAPN_REPORT_IMPACT_COVID19-4554.pdf;

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