Ad inizio anno è stata effettuata una prima analisi della situazione africana, in riferimento agli Obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In quel momento si è parlato dell’Agenda 2030 e di quella specificatamente concepita “in e per” l’Africa, l’Agenda 2063 (contenente i punti dell’Agenda 2030 ed altri più specifici per il continente)[1], per poi approfondire la dimensione sociopolitica ed economica delle questioni in corso nel territorio, con un accenno all’Accordo di Cotonou con l’Unione Europea (positivo a parole ma negativo nei fatti).[2]
A che punto siamo dopo 12 mesi?
Come nel resto del mondo, il Covid-19 non ha semplificato la situazione e il processo di miglioramento delle condizioni di vita delle persone non sta avanzando come dovrebbe.
Si registra una preoccupante instabilità in varie zone del continente (come in Etiopia e in Libia), la situazione economico-sociale-sanitaria sta mostrando tutte le lacune che ha da decenni e l’emigrazione in “cerca di fortuna” non accenna ad esaurirsi.
Infine, la sezione dedicata all’Agenda 2063 sul sito dell’Unione Africana (UA)[3] non è aggiornata come dovrebbe.
A tal proposito, la trentesima sessione dell’UA, apertasi il 26 novembre 2020, è stata dedicata proprio ad una delle piaghe del continente: “la corruzione e i modi di combatterla”.
A seguire, sono stati toccati anche i seguenti punti:
- Una grande riforma per rendere più incisiva l’azione dell’Organizzazione, spesso frenata dalla possibilità, da parte dei singoli Stati, di adire alla propria esclusiva sovranità su molte materie.
- La “Zona di Libero Scambio Continentale”, già entrata in vigore ma da implementare progressivamente (si stanno vedendo forti ritardi).
Nonostante degli sviluppi positivi, gli interventi da implementare in diversi ambiti sono numerosi, e di notevole portata.
La sanità pubblica e gratuita è ancora sostanzialmente in condizioni disastrose, anche se dei passi in avanti ci sono e lasciano sperare per il futuro:
- il 60% dei positivi all’HIV è in questo continente, nonostante esso abbia solamente l’11% della popolazione mondiale.
- Più del 90% dei casi di malaria registrati ogni anno nel mondo, sono in Africa.
- Il più alto tasso al mondo di mortalità neonatale è in Africa.
- L’oncocercosi è stata praticamente eliminata, così come la lebbra e la poliomielite.
A tal proposito, il Direttore dell’Ufficio Regionale dell’OMS Luis Gomes Sambo ha dichiarato: “Sappiamo quali sono le sfide e come affrontarle, ma siamo consapevoli, d’altra parte, che i fragili sistemi sanitari africani costituiscono una barriera enorme a un’applicazione più estesa delle soluzioni evidenziate in questo rapporto. Se intendiamo continuare a progredire, i governi africani e i loro partner devono impegnarsi con decisione e investire più fondi nel rafforzamento dei sistemi sanitari”.[4]
L’economia ha subito, e sta ancora subendo, dei contraccolpi fortissimi a causa del Covid-19:
- Molti Paesi faticano a ripagare il debito e hanno chiesto sostegno al “Fondo Monetario Internazionale”.
- Si è registrato un grande deflusso di capitali.
- Il PIL africano si contrarrà di circa il 4% nel 2020, diminuendo di più del 7% rispetto alle stime pre-covid.
La società africana si trova, in maggioranza, in condizioni non positive:
- Nell’Africa sub-sahariana la situazione inerente la povertà si è fatta ancora più drammatica con il Covid-19.
- In Libia la destabilizzazione che è presente dal 2011 non garantisce neanche una parvenza di sicurezza alla popolazione.
- Il 75% circa dei bambini nigeriani vive sotto la soglia di povertà.
“Che fare?” avrebbe detto Lenin fosse stato alla guida di questo continente.
L’Africa non può prescindere da almeno 3 punti fondamentali:
- Una piena attuazione dell’Agenda 2030, accompagnata da una precisa e rispettata tabella di marcia dell’Agenda 2063.
- Una conquista piena, definitiva e soprattutto rapida della propria sovranità, cercando una collaborazione reale e vincolante fra i vari Stati che compongono questo splendido continente.
- Una base operativa che affondi le sue radici su un “nuovo umanesimo”, rispettoso del mondo nel quale viviamo e attento ai bisogni di tutti, senza lasciare indietro nessuno.
L’Africa ha tutte le carte in regola e le possibilità reali per uscire da una situazione ormai “cronica” di sottosviluppo e di mancato benessere collettivo.
Il tempo però passa inesorabile e, come per l’intero pianeta, non ce n’è ancora molto prima che i danni diventino irreversibili.
[1] A questo link trovate il dettaglio degli obiettivi e delle priorità: Goals & Priority Areas of Agenda 2063 | African Union (au.int).
[2] Per i dettagli potete leggere l’articolo completo su Mondo Internazionale, a questo link: “Agenda 2030 e Africa: cenni sullo “stato dell'arte” - Mondo Internazionale”.
[3] Entità che comprende tutti gli Stati africani, con sede ad Addis Abeba, in Etiopia.
[4] OMS, Il rapporto sulla salute dell’Africa, epicentro.iss.it.
Alessandro Fanetti
Alessandro Fanetti è nato nel 1988 a Siena e attualmente tratta le questioni inerenti l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per Mondo Internazionale. Da sempre appassionato di geopolitica (con focus sulle aree del centro-sud America ed ex-URSS), collabora anche con l' "Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie" (IsAG) e con "Opinio Juris – Law and Politics Review". Ha conseguito un Master in Intelligence Economica presso lo IASSP di Milano nel 2020 e ha frequentato con successo un corso sulla geopolitica latinoamericana e caraibica promosso dalla "Escuela de Estudios Latinoamericanos y Globales" (ELAG) nel 2021. Infine, è iscritto all' "Associazione Italiana Analisti di Intelligence e Geopolitica" (AIAIG) ed è l'autore di un libro intitolato "Russia: alla ricerca della potenza perduta - Dall'avvento di Putin alle prospettive future di un Paese orfano dell'URSS" (Edizioni Eiffel, 2021).Alessandro Fanetti was born in Siena in 1988. Since 2019 he has been writing posts for "Mondo Internazionale" on 2030 Agenda for Sustainable Development. He has always been passionate about geopolitics (with a particular focus on Latin America and former USSR area), he also writes for IsAG and Opinio Juris - Law and Politics Review. He holds a Master degree in Economic Intelligence and actually he's writing a book about post-Soviet Russia. In the end, he is a member of the AIAIG and he is the author of the book "Russia: alla ricerca della potenza perduta - Dall'avvento di Putin alle prospettive future di un Paese orfano dell'URSS" (Edizioni Eiffel, 2021).