Adozioni internazionali, àncora di salvezza dei bambini più sfortunati

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  Redazione
  11 marzo 2021
  2 minuti, 46 secondi

Le adozioni internazionali sono un tema tanto interessante quanto ancora poco conosciuto e forse compreso, in Italia. Le regole per l’adozione internazionale sono le medesime di quelle previste per la nazionale, regolate in Italia dall’articolo 6 della legge 184/83.

In particolare la legge italiana si rivolge alle coppie in quanto "L’adozione è permessa ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, o che raggiungano tale periodo sommando alla durata del matrimonio il periodo di convivenza prematrimoniale, e tra i quali non sussista separazione personale neppure di fatto e che siano idonei ad educare, istruire ed in grado di mantenere i minori che intendano adottare."

Per quanto riguarda i limiti di età, è stato stabilito dai legislatori che ci debba essere una differenza minima di 18 anni tra adottante e adottato, mentre la differenza massima ammessa è di 45 anni per uno dei coniugi e di 55 per l'altro, ma tale limitazione può subire delle deroghe nel caso in cui vengano adottati due o più bambini o se hanno già un figlio minorenne naturale o adottivo. Questa scelta è motivata dalla volontà di assicurare al minore la tutela e la presenza parentale sino all’età adulta.

Le coppie vengono anche sottoposte ad una valutazione atta ad accertare che i coniugi siano idonei ad educare ed istruire, e in grado di mantenere i minori rispondendo alle esigenze che questi hanno.

Dato il numero esiguo di adozioni internazionali che avvengono in Italia, lo Stato prevede dei sussidi economici per il rimborso delle spese sostenute dai genitori adottivi per aiutare quindi le coppie che decidono di intraprendere questa strada.

Per quanto riguarda i dati relativi alle adozioni internazionali, in Italia la situazione non è positiva, infatti secondo il CAI, la Commissione per le Adozioni Internazionali, i dati relativi al 2019 evidenziano che il numero di coppie adottive è sceso sotto la soglia delle mille unità (precisamente 969) per un totale di 1.205 minori adottati. Le principali mete dalle quali i minori in oggetto provengono sono la Colombia (222 bambini), la Russia (159), l’Ungheria (129), l’India (104), in coda la Bulgaria e la Bielorussia (81).

La nota positiva del calo di adozioni, che viene registrato a livello globale, è che l’Italia resta tra i Paesi con la più elevata propensione alle adozioni internazionali, seconda solo agli Stati Uniti per numero assoluto di adozioni.

Tra le motivazioni della decrescita di adozioni internazionali vi è ad esempio, la prevalenza di istanze nazionaliste dei vari Paesi, che scelgono di trattenere i bambini e destinarli al circuito interno delle adozioni nazionali, una spiegazione di questa tendenza è il calo demografico generalizzato, come avviene in particolare in Cina.

Nei Paesi dell’Est invece, è attiva la pratica dell’affido a pagamento, che prevede un sussidio alle famiglie che ospitano per un periodo di tempo i minori, rendendoli bersagli appetibili di interessi esclusivamente economici, sempre meno bambini così entrano nel circuito delle adozioni internazionali.

Oltre alla Commissione per le Adozioni Internazionali, che è un ufficio statale vi sono anche numerose Organizzazioni Non Governative che lavorano nel campo delle adozioni internazionali.


FONTI:

http://www.commissioneadozioni.it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare/chi-puo-adottare/

http://www.commissioneadozioni...

https://unsplash.com/it/foto/M...

a cura di Sofia Perinetti 

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