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30 giugno 2005

Accade Oggi

La Spagna, a livello mondiale, è riconosciuta come un Paese gay-friendly e tra i più liberali al mondo. Nel corso degli ultimi decenni i diritti LGBT+ hanno subito vari cambiamenti e riforme ma soprattutto ci sono stati numerosi passi avanti. Se ripercorriamo la storia della comunità LGBT+ in Spagna si può notare che già tra il 1994 e il 1997 fu approvata l’Unione Civile, mentre in Paesi come l’Italia si è dovuto aspettare fino al 2016. Le Unioni Civili, che all’apparenza possono sembrare un traguardo, in realtà non lo sono fino in fondo. Ricordiamo, infatti, che le coppie legate dall’istituto dell’Unione Civile non hanno la possibilità di adottare un figlio o ricorrere alla procreazione assistita e, inoltre, gli eventuali bambini non vengono riconosciuti come figli di entrambi i coniugi ma solo di quello biologico.

La data più emblematica nella storia spagnola riguardo i diritti LGBT+ è il 30 giugno 2005 che segna una svolta importante per le istituzioni spagnole e, soprattutto, per la sua comunità. Esattamente 15 anni fa il Parlamento spagnolo approvò la legge che legalizza il matrimonio gay, equiparandolo a quello tradizionale, e l’adozione. Il provvedimento ottenne 187 voti a favore, 147 contrari e 4 astensioni. Questa data segnò un momento importante per coppie dello stesso sesso che finalmente videro riconosciuti i loro diritti. Precedentemente, non essendoci infatti una norma che legalizzava il matrimonio, i coniugi non avevano diritto a eredità, pensioni e adozioni. La legge in questione è stata fortemente voluta dal Primo Ministro, esponente del partito socialista, José Luis Zapatero. La riforma prevedeva un vero e proprio cambiamento del codice civile spagnolo. Vi fu, infatti, la sostituzione delle parole “moglie e marito” con “coniugi” e la parola "genitori" sostituì le parole “madre e padre”.

A seguito della votazione favorevole di questa legge le reazione furono diverse e contrastanti. Per fare degli esempi il presidente della Federazione LGBT+ Beatriz Gimeno disse: “un giorno storico per tutti i cittadini che credono nell'uguaglianza, nella giustizia e nello stato di diritto”, ancora il Premier José Luis Zapatero nel suo discorse avvenuto subito prima della votazione, quello stesso giorno, in Parlamento disse: “Noi non stiamo legiferando per gli stranieri o per gente che vive lontano, ma stiamo accrescendo le possibilità di gioia per i nostri vicini, i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro, i nostri familiari". Nonostante questi commenti e reazioni positive, non mancarono però anche le critiche che furono numerose e vennero soprattutto dal mondo della Chiesa Cattolica. Questa legge venne definita dalla CEE (Conferenza Episcopale Spagnola) come “molto negativa”, opponendosi a essa con tutti i mezzi legittimi. Nella realtà spagnola, ovviamente, questa reazione negativa non fu di certo una sorpresa. Infatti il 18 Giugno, qualche settimana prima della votazione, vi furono già manifestazioni in piazza contro questa riforma.

La Spagna in Europa è stato il terzo Paese ad introdurre questo diritto, dopo Olanda e Belgio, ma è stato il primo Stato in assoluto ad introdurre il diritto di adozione. Nel corso degli anni molti Paesi seguirono le orme della Spagna. Per quanto riguarda i Paesi europei, ricordiamo la Francia nel 2013, il Regno Unito 2014, la Germania 2017 e molti altri. Per i Paesi Extra-europei, invece, il Brasile nel 2013, gli Stati Uniti nel 2015, la Costa Rica nel 2020 e molti altri ancora.


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