Il 25 agosto 2012 ricordiamo la morte di Neil Armstrong, astronauta e aviatore statunitense, riconosciuto come il primo uomo a posare piede sulla Luna alle 02:56:15 UTC del 21 luglio 1969. In occasione dell’anniversario della sua morte. cerchiamo di ripercorrere alcune delle tappe più importanti della sua vita.
La passione di Neil per lo spazio nacque per caso all'età di sei anni quando, con suo padre, notò un aereo appena atterrato e insieme chiesero al pilota se ci potessero fare un giro. Da quel momento Neil e gli aerei furono inseparabili. A 15 anni, infatti, Neil prese il suo primo brevetto da pilota, per poi studiare ingegneria alla Purdue University. Durante i suoi studi però fu chiamato a combattere la Guerra di Corea, come aviatore della Marina Militare degli Stati Uniti. Rientrato nel suo Paese, decise di proseguire gli studi e proprio in quell’università incontrò la sua futura moglie Janet Elizabeth Shearon. I due si sposarono il 28 gennaio 1956 ed ebbero tre figli, Eric, Karen e Mark.
Successivamente ai suoi studi, Neil Armstrong iniziò a lavorare come aggregato della NASA, e nel 1962 diventò astronauta. Le prime missioni a cui prese parte furono la "Gemini 8" come comandante, e la "Gemini 11" come componente dell’equipaggio di riserva. La data che però cambiò per sempre la sua vita fu quella del 5 aprile 1967, quando, riunito con altri 17 astronauti, Deke Slayton esordì dicendo loro che sarebbero stati i primi a mettere piede sulla Luna, con la missione Apollo 11. Questa notizia però trovò i ragazzi con un po’ di amaro in bocca, perché solo pochi mesi prima era avvenuto l’eclatante fallimento della missione Apollo 1. Questa missione, tuttavia, non volò mai perché durante un’esercitazione, circa un mese prima del lancio programmato, divampò un incendio nella cabina che uccise tutti e tre i membri dell’equipaggio.
Durante la preparazione della missione Apollo 11 venne deciso che Neil Armstrong sarebbe stato il primo uomo a posare il piede sulla Luna. La missione Apollo 11 fu lanciata il 16 luglio del 1969 alle 13:32 e fu la quinta missione Apollo. L’allunaggio avvenne alle 20:17 del 20 luglio 1969 con la celebre frase di Armstrong: «Houston, Tranquillity base here, the Eagle has landed». Quando i due furono pronti per scendere dal modulo di atterraggio, depressurizzarono la Eagle, aprirono il portello e Armstrong si avviò per primo sulla scaletta e recitò un’altra celebre frase: «That's one small step for (a) man, one giant leap for mankind». La passeggiata lunare del 20 luglio fu trasmessa in diretta negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Si è infatti stimato che al momento dello sbarco almeno 450 milioni di persone la stessero seguendo su un totale di 3 miliardi. Soli 20 minuti più tardi anche Aldrin raggiunge la superficie lunare diventando il secondo uomo a mettere piede sulla Luna. I due posizionarono per prima una placca commemorativa del volo, e subito dopo piantarono la bandiera degli Stati Uniti.
Il 24 luglio del 1969 Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins ammararono con la loro navicella spaziale nell’Oceano Pacifico. I 3 furono recuperati dalla Marina Militare statunitense e portati al centro spaziale di Huston, in Texas. Ovviamente l’esperienza dei 3 astronauti non era finita lì: dovettero stare in quarantena per più di 2 settimane per paura che avessero contratto dei virus alieni, e per riadattare i loro corpi all’atmosfera terrestre.
Armstrong dopo il suo enorme successo, sia a livello accademico che mondiale, morì il 25 agosto del 2012 a causa di alcune complicazione derivanti dall’intervento alle arterie coronarie che aveva subito un paio di settimane prima. In occasione della sua morte le più alte cariche dello Stato espressero il loro cordoglio, così come la NASA. Nonostante la sua morte Neil Armstrong sarà per sempre ricordato.
Redazione