Una sera, quella più speciale dell’anno, dalle trincee franco-tedesche della Prima Guerra Mondiale non arrivarono più botti di spari, urla di paura o pianti di sofferenza; ma, al contrario, canti corali, urla di brindisi e sonagli sonori.
Un evento unico nella sua spontaneità: una temporanea tregua tra due parti nemiche, in qualche modo rispettose delle tradizioni e dei valori del proprio avversario di guerra. La tregua di Natale del 24 dicembre 1914 permise ai tormentati soldati nelle trincee dei rispettivi schieramenti, in varie aree del fronte occidentale, di rivedere la luce.
La tregua, nonostante precedentemente sostenuta sia da un gruppo di suffragette britanniche e da Papa Benedetto XV ("i cannoni possano tacere almeno nella notte in cui gli angeli cantano”), non fu frutto di un accordo ma il risultato di un fraterno “cessate il fuoco” non ufficiale.
La bandiera bianca proclamata dette la possibilità alle parti di celebrare comuni cerimonie religiose, decorare le trincee con piccoli alberelli scintillanti e lampioncini luminosi, addirittura organizzare improvvisate partite di calcio e soprattutto, seppellire i caduti morti in “terra di nessuno”.
In seguito a questo singolare episodio, i combattimenti proseguirono normalmente.
In tutta Europa fu sostenuta una generale censura sull’accaduto, la Francia dichiarò fraternizzare con il nemico un atto di altro tradimento e la ripetizione di episodi simili fu severamente proibita da tutti i comandanti bellici.
La Grande Guerra fu la guerra delle trincee: centinaia di chilometri di terreno scavato, veri e propri corridoi a zig-zag, profondi poco meno di due metri ed aventi lo scopo di proteggere i soldati dagli attacchi nemici. Tra il 1915 e il 1918 le trincee rappresentarono vere e proprie “case” per i soldati tra una battaglia e l’altra. Dure furono le regole imposte dai comandi e diversi racconti dipingono la vita dietro le trincee come una vita al limite, caratterizzata da dubbi, paure e stati d’animo altalenanti.
Il suono di un fischietto da parte del comandante rappresentava il momento di assedio della trincea nemica. Fu spaventosamente elevato il numero di perdite, si assisteva a vere e proprie carneficine; inoltre, assolutamente irrilevante era la possibilità di avanzare effettivamente conquistando territorio nemico.
Giulia Geneletti
Laureata con lode in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Milano, curiosa, intraprendente e sempre motivata da nuove avventure ed esperienze. Ha svolto diverse esperienze lavorative, formative e di volontariato in Italia e all'estero. Si interessa di politiche pubbliche, relazioni internazionali, comunicazione politica, affari europei e di consulenza.
Giulia è entrata nella community di Mondo Internazionale nel Giugno 2019 ed ha da allora ricoperto diversi ruoli sia di redazione che di direzione. Ad oggi è Direttore di Mondo Internazionale HUB, all'interno del quale ha dato vita al progetto di MIPP, l'Incubatore di Politiche Pubbliche di Mondo Internazionale.
Graduated with honors in Political Science from the University of Milan, curious, proactive and always motivated by new adventures and experiences. She has had several work, training and volunteer experiences in Italy and abroad. She is interested in public policy, international relations, political communication, European affairs and consultancy.
Giulia joined the Mondo Internazionale community in June 2019 and has since held various editorial and management roles. To date she is Director of Mondo Internazionale HUB, within which she gave life to the project of MIPP, the Public Policy Incubator of Mondo Internazionale.