Uno tra i casi più interessanti nel diritto internazionale contemporaneo si rifà alla rottura delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Iran alla fine degli anni Settanta. Parliamo di Rivoluzioni, mediazione internazionale, personale diplomatico, sentenze della Corte Internazionale di Giustizia… Proprio così, questo #accadeoggi torna indietro nello spazio e nel tempo a Teheran, nel Novembre 1979, quando ebbe inizio la famosa crisi degli ostaggi.
Nel contesto della Rivoluzione islamica iraniana di Khomeini che, da un regime monarchico portò il paese ad acquisire la forma di una repubblica islamica sciita, gli USA erano considerati il nemico numero uno del governo di Teheran (frequenti gli appellativi come “Grande Satana” o “Nemici dell’Islam”).
La situazione degenerò quando il 4 novembre 1979, più di 500 studenti islamici assaltarono l’ambasciata americana nella capitale iraniana prendendo come ostaggio il personale diplomatico e consolare al suo interno.
La notizia fece subito scalpore e fu riprodotta su tutte le trasmissioni televisive e sedi giornalistiche.
In queste dinamiche intervenne con la sua giurisprudenza la Corte Internazionale di Giustizia (principale organo giurisdizionale delle Nazioni Unite), la quale ritenne il governo di Teheran colpevole di aver infranto numerose norme del diritto internazionale: in un primo momento l’omissione delle misure necessarie a proteggere l’ambasciata, in un secondo momento la responsabilità diretta dell’Iran nella crisi nel non aver denunciato né impedito ma anzi aver fatto proprie le azioni degli studenti islamici nei confronti degli USA.
La politica manifesta annunciata dall’ayatollah Khomeini consistette nel mantenere l’occupazione dell’ambasciata e la detenzione degli ostaggi al fine di esercitare pressione sul Governo degli Stati Uniti. Questa ebbe l’effetto di trasformare radicalmente la natura giuridica della situazione, facendo così assumere all’occupazione continua dell’ambasciata e alla detenzione prolungata degli ostaggi il carattere di "atti di Stato".
Iniziò così un lungo processo di riscatto con il quale i rivoluzionari islamici promisero il rilascio degli ostaggi solo nel momento in cui gli Stati Uniti avrebbero rilasciato e riportato nella propria terra l’esiliato Scià dell’Iran (in quel momento su territorio statunitense per motivi medici).
Nonostante la crisi degli ostaggi sia durata più di un anno (Novembre 1979 – Gennaio 1981), oggi in particolare segna l’anniversario dell’ordine esecutivo 12170 con il quale il presidente statunitense Jimmy Carter, in risposta all’offensiva iraniana, decise di congelare circa 12 miliardi di beni e attività del governo iraniano sul territorio statunitense, inclusi i depositi bancari.
Considerando tuttavia la natura fallacea di tutti i tentativi di approccio diplomatico, gli Stati Uniti tentarono con un’operazione militare (dal nome Eagle Claw) di liberare gli ostaggi usando la forza. L'operazione fallì ed ebbe come unico risultato una grande perdita di consenso verso il Presidente Carter.
La crisi fu infine risolta grazie alla mediazione dell’Algeria, la quale nel 1980 propose alle parti la creazione del Tribunale dei reclami USA-Iran e nel gennaio 1981 favorì la pace di Algeri.
Giulia Geneletti
Laureata con lode in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Milano, curiosa, intraprendente e sempre motivata da nuove avventure ed esperienze. Ha svolto diverse esperienze lavorative, formative e di volontariato in Italia e all'estero. Si interessa di politiche pubbliche, relazioni internazionali, comunicazione politica, affari europei e di consulenza.
Giulia è entrata nella community di Mondo Internazionale nel Giugno 2019 ed ha da allora ricoperto diversi ruoli sia di redazione che di direzione. Ad oggi è Direttore di Mondo Internazionale HUB, all'interno del quale ha dato vita al progetto di MIPP, l'Incubatore di Politiche Pubbliche di Mondo Internazionale.
Graduated with honors in Political Science from the University of Milan, curious, proactive and always motivated by new adventures and experiences. She has had several work, training and volunteer experiences in Italy and abroad. She is interested in public policy, international relations, political communication, European affairs and consultancy.
Giulia joined the Mondo Internazionale community in June 2019 and has since held various editorial and management roles. To date she is Director of Mondo Internazionale HUB, within which she gave life to the project of MIPP, the Public Policy Incubator of Mondo Internazionale.