L’11 settembre 2001, tra le 8.46 e le 10.03 (le 14.46 e le
16.03 in Italia), due aerei colpirono le Torri Gemelle del
World Trade Center a New York, un terzo il Pentagono
e un quarto, diretto a Washington, precipitò in Pennsylvania.
A partire dalle
8.46, dopo il primo impatto, tutte le reti televisive si collegarono
con New York e iniziarono a fare ipotesi su quello che stava
succedendo. Nel frattempo il secondo aereo si schiantò sulla Torre sud in
diretta mondiale.
Fu allora chiaro che
non si era trattato di un incidente, ma di un atto intenzionale; gli
Stati Uniti, per la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale e per
la seconda volta nella storia del loro Paese – dopo l’aggressione
Giapponese a Pearl Harbour, nel 1941 -, erano stati attaccati sul
loro territorio.
Si trattava di
un’azione di una portata così significativa che avrebbe modificato
gli equilibri nelle relazioni internazionali e le nostre vite.
Solo
quel giorno morirono quasi 3.000 persone, senza contare tutti
coloro che sono deceduti negli anni successivi a causa di malattie
provocate, probabilmente, dall’esposizione alle sostanze tossiche
liberatesi sul luogo dell’attentato.
Ora, dopo 19 anni, può
essere utile riflettere su alcune delle conseguenze di quel
giorno: nei giorni e negli anni seguenti,
infatti, abbiamo capito che c’è stato un "prima" dell’11 settembre e un "dopo".
Prima, gli Stati
Uniti sembravano usciti “vincenti” dalla Guerra fredda e,
venuto meno il conflitto bipolare, non sembrava possibile che
qualcos’altro potesse minare l’equilibrio del sistema
internazionale che andava costituendosi – ad accezione di alcune
teorie, come quella di Samuel Huntington, che vedeva una minaccia
nello scontro tra civiltà. Prima, i cittadini occidentali non
avevano paura di poter essere attaccati direttamente, “in casa
propria”, e i conflitti venivano percepiti solo come
lontani, come qualcosa che avveniva nella “periferia” del mondo.
Dopo, la minaccia
terroristica è entrata nelle nostre vite: difficile da
inquadrare e, nonostante tutte le misure di sicurezza che negli anni
sono state adottate, impossibile da prevenire totalmente, come
dimostrano gli altri attentati compiuti prima dal Al Quaeda e,
poi, nel nome dell’ISIS. Il terrorismo non era nuovo, ma
solo nel 2001 l’opinione pubblica occidentale ne prese veramente
coscienza.
Un fenomeno che non
solo ha causato, negli anni, migliaia di vittime, ma che ha portato
talvolta a una irrazionale diffidenza – e fin troppo
spesso ad un aperto razzismo – nei confronti delle persone
di religione islamica, nelle società occidentali. Senza dimenticare
gli attentati e le aggressioni ai danni dei
cittadini musulmani residenti nei Paesi occidentali.
Se, prima, le
potenziali minacce alla sicurezza internazionale provenivano da
attori facilmente identificabili - gli Stati - dopo è
divenuto chiaro che esse potessero provenire da attori ibridi, nuovi,
contro i quali le strategie classiche – l’intervento armato in
primis – non erano così efficaci.
Dopo l’11
settembre, gli Stati Uniti hanno intrapreso due lunghe guerre –
in Afghanistan e in Iraq - nel tentativo dichiarato di
eradicare l’organizzazione terroristica che aveva pianificato gli
attentati e di mettere al sicuro il proprio territorio dalle minacce
che, secondo l’Amministrazione, provenivano dal Medio Oriente.
L’invasione
americana dell’Iraq ha influito, inoltre, sulle stesse relazioni
all’interno dell’Alleanza atlantica, opponendo i
cosiddetti “volenterosi” - che intervennero nel Paese al fianco
degli Stati Uniti - al resto dell’alleanza, contraria all’operazione. Gli equilibri del Medio Oriente sono stati
sconvolti e migliaia di civili iracheni e afgani, già provati da
decenni di dittatura, furono vittime della guerra o ne
pagarono direttamente le conseguenze.
Dopo l’11 settembre è diventato chiaro come non sia possibile sentirsi estranei a quello che succede nel resto del pianeta, né immuni dalle sue conseguenze: un fenomeno come il radicalismo islamico che, in passato, sembrava colpire soprattutto i Paesi a maggioranza musulmana, è riuscito ad influenzare le vite di tutti – basti pensare ai controlli di sicurezza negli aeroporti che, ormai, diamo per scontati - e a cambiare la percezione che abbiamo del mondo.
Fonti consultate:
Britannica, Timeline of the September 11 attacks, https://www.britannica.com/list/timeline-of-the-september-11-attacks
Huntington, S. P., The Clash of Civilizations and the Remaking of the World Order, Simon&Schuster, 2011 (anteprima disponibile al seguente link: https://books.google.it/books?id=1CM3GUNLzOAC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false)
Il Post, La guerra in Iraq, 10 anni fa, 20 marzo 2013, https://www.ilpost.it/2013/03/20/guerra-in-iraq/
Lombardi, Anna, Christchurch, attacco in due moschee in Nuova Zelanda: 49 morti. La strage in diretta Facebook, La Repubblica, 15 marzo 2019, https://www.repubblica.it/esteri/2019/03/15/news/nuova_zelanda_attacco_in_un_moschea_decine_di_morti-221589586/
Marconi, Cristina, L'attentato contro i musulmani e l'islamofobia di cui parla Theresa May, Il Foglio, 19 giugno 2017, https://www.ilfoglio.it/esteri/2017/06/19/news/l-attentato-contro-i-musulmani-e-l-islamofobia-di-cui-parla-theresa-may-140533/
MIT Center for International Studies, Iraq: the Human Cost, http://web.mit.edu/humancostiraq/
United Nations, UN News, Afghanistan: Civilian casualties exceed 10,000 for sixth straight year, 22/02/2020, https://news.un.org/en/story/2020/02/1057921
Ritchie, Hannah, Hasell, Joe, Appel, Cameron, Roser, Max (2013) - "Terrorism". Published online at OurWorldInData.org, https://ourworldindata.org/terrorism
Immagine: https://pixabay.com/it/photos/...
Chiara Vona
Si è laureata in Relazioni Internazionali, con una tesi sulle trasmissioni radiofoniche americane verso i Paesi del blocco orientale durante la Guerra fredda e, attualmente, lavora nell'ambito della comunicazione.
In Mondo Internazionale è Segretario di Mondo Internazionale Academy e redattrice per "AccadeOggi" ed "EuropEasy".
She graduated in International Relations with a dissertation about American International broadcasting towards the communist bloc during the Cold War and, currently, she works in communications.
Within Mondo Internazionale, she is Secretary of the Mondo Internazionale Academy and she writes for "It Happens Today" and "EuropEasy".