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Aumento di abuso su minori online durante il lockdown

La necessità di sviluppare una forte strategia Europea

“Abusers are using our most modern technology, one of humanity’s greatest technological achievements, to commit some of the worst crimes we know.” Ylva Johansonn, Commissaria agli Affari Interni della Commissione Europea

Il mondo del Web ha sempre mostrato due facce della stessa medaglia: da un lato può offrire immense risorse e mettere in contatto persone da ogni parte del mondo; dall'altro, proprio questi mezzi possono dare spazio ad atti osceni ed estremamente pericolosi. 

Questo è il caso dell’abuso sessuale di bambini perpetuato online: non solo alcuni individui riescono a mettersi in contatto con dei minori e/o estorcerne dei materiali, ma inoltre, soprattutto nel Dark Web, esistono forum dove diverse persone si scambiano Child Sexual Abuse Material (CSAM) e si incentivano a vicenda nel compiere atti di abuso minorile

Questa problematica esiste da molto tempo, ma è divenuta ancora più importante dal 2012, poiché il Dark Web ha iniziato ad essere utilizzato per attività illegali, tra le quali lo scambio di materiali e di informazioni tra molestatori. 

Difatti, attraverso account anonimi, un maggior numero di persone sono riuscite ad accedere a questo angolo del Web, svolgendo azioni illegali in completa tranquillità. Proprio in quell’anno venne lanciata dalla Commissione Europea e degli Stati Uniti la “Global Alliance Against Child Sexual Abuse”. In questo progetto, che vedeva coinvolti 54 paesi, l’obiettivo era quello di portare ad un tavolo internazionale la problematica, in modo da trovare un sistema collettivo di sensibilizzazione sulla questione e prendere azioni più concrete, al fine di ridurre il numero di molestatori online.

Questa fu una delle diverse campagne internazionali create per rispondere alla problematica. Un’altra nacque nel 2014 con il nome di “We Protect”: uno stakeholder globale per combattere l’abuso e l’estorsione di minori online nato in Gran Bretagna e che ha visto come firmatari 63 paesi, 30 ONG e 20 tra le più importanti compagnie tecnologiche.

Questa fu la prima di una serie di campagne che si sono susseguite negli anni, sia su scala europea che nazionale, coinvolgendo paesi da tutto il mondo e ONG. 

Tuttavia, mai come adesso si è manifestata l’urgenza di affrontare la questione e di sviluppare una strategia europea forte ed incisiva. Difatti, uno studio Europol pubblicato il 19 giugno ha mostrato come il tasso di abuso su minori online e lo scambio di CSAM sia aumentato drasticamente in questi mesi di lockdown. L’impossibilità di muoversi e viaggiare ha impedito ai molestatori di raggiungere le mete del turismo sessuale minorile; ciò ha dunque eliminato la possibilità di incontrare dal vivo le vittime e si è tradotto in un forte incremento di scambio di materiali online, dovuto anche alla crescente facilità nel reperirli dovuto al maggior tempo passato dai minori sul Web.

Il report dell’Europol ha evidenziato numerosi dati che provano la gravità di questa situazione; tra questi il fatto che gli Stati Membri dell'Unione abbiano riportato un aumento di accessi bloccati da parte di individui che hanno tentato di entrare in siti contenenti CSAM durante il periodo di quarantena. Per di più, in alcuni di questi Paesi, l'aumento sarebbe proprio legato a sollecitazioni ed estorsioni.

Ciò nonostante, è analizzando le attività nel Dark Web che si può notare la gravità della situazione. L’azienda privata Web-IQ, che si occupa di monitorare il Dark Web e altre attività online, ha informato l’Europol del pesante incremento di attività in un grande forum, consistente in una chat di gruppo, per lo scambio di CSAM. Infatti, se il numero di post giornalieri nella chat è stato pari a zero per diverse settimane di febbraio, tra marzo e aprile il numero di condivisioni quotidiane non è mai stato inferiore a 100 e ha avuto anche picchi di 600 post al giorno. I materiali condivisi sono vari: possono riguardare video estorti con minacce alle vittime, materiali ottenuti in seguito a spionaggio a insaputa del minore o registrazioni di video che i minori condividono tra pari sui social network. Il problema dei materiali condivisi online consenzientemente da parte dei minori diventa vivido nel momento in cui questi molestatori riescono ad accedervi, con un account falso e spacciandosi per pari, riuscendo a vedere profili social, dirette streaming, tutti materiali che riprendono e condividono in vari forum.

L’attività di condivisione tra molestatori ha visto un aumento del 50% nei mesi di quarantena, come evidenziato dal report. Questi dati sono la prova che i molestatori riescono a districarsi tra le vigenti leggi per la sicurezza del Web, riuscendo ad ottenere materiali da minori che non hanno una sufficiente consapevolezza dei rischi riguardanti il mondo online e delle precauzioni che dovrebbero prendere ogni qualvolta condividono dei contenuti.

Nel nuovo programma di lavoro della Commissione Europea, pubblicato il 29 gennaio 2020 e che probabilmente sarà adottato negli ultimi tre mesi del 2020, è stata sottolineata l’importanza di avere una strategia unitaria che porti ad una più efficace lotta all’abuso di bambini online.

Poiché un’impennata del problema pari a quella causata dalla pandemia di Covid-19 non era immaginabile, la Commissione ha dovuto riprendere il dibattito su questo tema, per sottolinearne la priorità.

In un webinar del 9 giugno organizzato per trovare una risposta europea per combattere l’abuso online di minori, la Commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson ha aperto con un forte discorso sull’importanza di agire.

Diverse ipotesi di risposta a livello di UE sono state illustrate:

• Lavorare sulla sensibilizzazione alla tematica;

• Aumentare la collaborazione internazionale per catturare i molestatori, visto che lo scambio di materiali e informazioni avviene tra diversi paesi, e creare una risposta europea al problema;

Aumentare l’addestramento e i materiali tecnologici della polizia in modo da aiutarli a combattere questo “tsunami di contenuti orribili”. In più ogni Stato Membro dovrebbe avere un’unità speciale di polizia pronta a combattere questi abusi sul territorio nazionale;

Collaborare con le "Internet companies" nel segnalare e combattere lo scambio di CSAM;

• Trovare una soluzione tecnologica per affrontare il problema del criptaggio che tuttora protegge i molestatori e limita il lavoro di protezione dei minori.

Infine, la Commissaria Johansson ha dichiarato che a breve esporrà la strategia europea per combattere l’abuso minorile online. Come abbiamo visto, il problema è presente e in aumento esponenziale, si può sperare che entro la fine dell’anno un forte piano d’azione venga elaborato e che sia una buona occasione per trovare una risposta UE ad un problema che affligge tutti gli Stati membri.

Fonti consultate per il presente articolo:


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  • L'Autore

    Valentina De Consoli

    Valentina De Consoli frequenta il terzo anno nella triennale Scienze Internazionali e Istituzioni Europee presso l’Università degli Studi di Milano. Il suo percorso di studi è stato arricchito dalla frequentazione di un anno accademico presso l’ateneo francese Sciences Po Grenoble.

    Il suo interesse spiccato per le questioni sociali e per la tutela dei minori l’hanno spinta ad affiancare agli studi attività di volontariato nell’ambito oratoriale, così come in quello educativo. Una sua ulteriore passione riguarda lo studio di culture e lingue, tramite la sua esperienza all’estero ha potuto coltivare l’inglese e il francese.

    Nella realtà di Mondo Internazionale ricopre il ruolo di Autrice per l’area tematica “Organizzazioni Internazionali” e di Junior Researcher all’interno della Divisione GEO.

    Valentina De Consoli is attending the last year of the Bachelor of International Studies and European Institutions at the University of Milan. She had the chance to enrich her educational path by attending one academic year at the French Institute Sciences Po Grenoble.

    Since she has a strong interest and inclination for social issues, she has always participated in voluntary projects both in the parish and educational field. Another strong interest of hers regards other cultures and languages. Through her experience abroad, she could pursue English and French.

    In Mondo Internazionale, she is an author for the “International Organisations” thematic area and a Junior Researcher in the GEO division.

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