Addio restrizioni: l’Europa si avvicina sempre di più alla normalità

L’Europa sta entrando quasi interamente in zona verde – gli Stati in ritardo a uscire dall’emergenza Covid sono il Portogallo e la Lettonia, ancora in zona gialla, la Spagna con ancora delle regioni a zona rossa e la Svezia, per metà gialla. Questo significa che mediamente in Europa si sta mantenendo un tasso di positività ogni due settimane minore del 4% e una “bassissima incidenza Covid”, risultato che non si otteneva ormai da un anno. L’Europa sta per dire addio alle restrizioni anti-Covid. Il primo paese a farlo è l’Islanda, dove la situazione è già tornata alla normalità pre-pandemia. Invece, in Italia, dal 28 giugno non c’è più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Le aperture coinvolgono anche i viaggi tra i paesi europei e il turismo, che sono permessi grazie alla realizzazione del green pass (Eu Digital Covid Certificate), in vigore dal 1° luglio. Questi traguardi sono stati raggiunti grazie agli effetti della campagna di vaccinazione: il 57% della popolazione europea ha ricevuto la prima dose e poco più della metà ha ottenuto la somministrazione completa. Nonostante ciò, l’OMS invita i governi a essere prudenti, soprattutto in vista del campionato europeo di calcio. A destare preoccupazioni è anche la diffusione della "variante delta", della quale non è ancora chiaro se è immune al vaccino o meno, e oggi sta minacciando l’immunità che stava per essere raggiunta in Gran Bretagna. Un altro caso da monitorare è il focolaio di Maiorca, nelle Baleari, dove sono state contagiate più di 700 persone.
Il Belgio chiede altre dosi di AstraZeneca
Il 18 giugno, la Corte del Belgio ha ordinato urgentemente 50 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca da consegnare in tre mesi. Precisamente, ne sono state chieste 15 milioni per il 26 luglio, 20 per il 23 agosto e 15 per il 27 settembre, con la condizione che la casa farmaceutica paghi una penale di 10 euro per ogni dose non consegnata. La Corte di Bruxelles ha dichiarato necessaria questa richiesta, poiché il vaccino di AstraZeneca costituiva una porzione importante di dosi da somministrare ai cittadini, secondo quanto stabiliscono i contratti stipulati dall’Unione Europea. Questo vaccino ha suscitato diversi dubbi sulla sua sicurezza a seguito dei casi di trombosi e al particolare caso della morte di una ragazza italiana con pregressi problemi clinici. Secondo quanto dichiarato dalla presidente della Commissione, Ursula Von Der Leyen, la sentenza del Belgio “conferma che la casa farmaceutica non ha rispettato i suoi obblighi e che i contratti stipulati dalla Commissione per l’acquisto dei vaccini si fonda su solide basi giuridiche, infatti il loro adempimento può essere ordinato dalle corte nazionali”. La Commissione, a maggio, aveva deliberato la sospensione del contratto a seguito dei ritardi nella consegna delle dosi da parte di AstraZeneca.
Direttiva SUP: addio alla plastica monouso addio alla plastica monouso
La direttiva europea SUP (single use plastic) abolirà dal 3 luglio in tutti i paesi l’utilizzo di posate, piatti, cotton fioc, cannucce, tazze, bicchieri e imballaggi in plastica usa e getta. L’obiettivo è quello di ridurre i rifiuti plastici di almeno il 50% entro il 2025 e dell’80% entro il 2030. La svolta danneggerà inevitabilmente i settori dell’economia impegnati nella produzione della plastica, infatti si stima un impatto negativo sul 13% della produzione.
La Danimarca istituisce centri per richiedenti asilo fuori dai confini europei
Il parlamento danese ha approvato una legge che istituisce dei centri per richiedenti asilo fuori dai confini europei, in cui questi soggetti vengono trasferiti in attesa dell’esame della pratica. La delibera ha suscitato la reazione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e della Commissione europea. Secondo loro, infatti, la nuova legge potrebbe compromettere l’effettivo accesso alla protezione, diritto fondamentale dell’Unione Europea. La Commissione, prima di agire concretamente, intende analizzare attentamente il contenuto della legge, mentre il governo di Copenaghen ha già avviato i negoziati con dieci Stati extra-Ue per l’istituzione di questi centri, senza però riferire di quali si tratta.
La Commissione avvia la procedura di infrazione contro Germania e Ungheria
Secondo la Commissione, la Germania non avrebbe rispettato il principio del primato del diritto europeo su quello nazionale. Bruxelles si riferisce alla sentenza della Corte Costituzionale tedesca di maggio 2020, che aveva chiesto alla Bce di giustificare l’acquisto di titoli pubblici dei Paesi dell’Eurozona, come previsto dal programma Pepp. La Commissione sostiene che questa sentenza è in contrasto con quella della Corte di giustizia Ue del 2018, che si era proprio pronunciata su questa materia. Questa situazione potrebbe costituire un grave precedente, poiché mette in discussione le competenze dell’Unione e della Corte di giustizia europea: per questo motivo la Commissione ha deciso di adottare un atto estremo come quello di avviare la procedura di infrazione contro la Germania.
Sembrano diventati più frequenti i casi gravi di violazione dei principi dell’Unione. L’anno scorso era stata avviata la procedura di infrazione contro la Polonia, perché la Commissione sosteneva che era stata compromessa l’indipendenza dei giudici nazionali. Successivamente tra il 2020 e il 2021 – in occasione dei negoziati per il Next Generation EU - la stessa è stata avviata nei confronti dell’Ungheria con l’accusa di non rispettare lo Stato di diritto. I rapporti tra questi due paesi e l’Unione Europea non mostrano prospettiva di miglioramenti. Un'altra procedura contro l’Ungheria è stata avviata, con l’accusa di aver promulgato una legge che limita la libertà di espressione alle persone lgbt, e per aver sospeso la frequenza all’ultima radio indipendente nel Paese. In questo caso, vi è stata una dura risposta dalla maggior parte degli Stati membri, che in una missiva al Consiglio dei Ministri hanno manifestato la loro posizione e invitato il presidente Orban ad abolire la legge.
Michele Bodei
Michele Bodei sta per conseguire la laurea triennale in Studi Internazionali e Istituzioni Europee presso l’Università degli Studi di Milano, dove sta approfondendo gli studi sul regime di Cuba negli anni Sessanta nella preparazione dell’elaborato finale.
È appassionato di geopolitica e di musica, dall’hip hop al jazz, e pratica nuoto nel tempo libero.
In Mondo Internazionale ricopre il ruolo di autore su tematiche europee.
Michele Bodei is getting his Bachelor’s degree in International Studies and European Istitutions at “Univesità degli Studi di Milano”, where he is deepening his studying on cuban regime during the Sixties while preparing his final thesis.
He loves geopolitics and music, from hip hop to jazz, and during free times he enjoys swimming.
In Mondo Internazionale he is author for european themes.