È amore o violenza? Il traffico di donne dei paesi est europei

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  Redazione
  28 febbraio 2019
  2 minuti, 33 secondi

Oltre alla tratta nigeriana, di cui si è già parlato negli ultimi articoli, un’altra molto rilevante è quella che coinvolge le donne provenienti dai paesi dell’Est- Europa, in particolare dalla Romania, Bulgaria e Albania; queste donne, per poter essere portate in Italia, subiscono un enorme inganno di natura psicologica. Più o meno la storia è sempre la seguente: l’uomo sceglie la sua preda, prediligendo ragazze molto giovani e ingenue, poi inizia a corteggiarla, la fa innamorare e la illude di star vivendo una gran bella storia d’amore, finché non le propone di andare in Italia con lui a vivere. Nella cultura di questi paesi, generalmente ci si sposa molto presto, ed è visto come un bene quando la donna si affida completamente al proprio fidanzato o marito, e così di solito accetta volentieri questa fuga verso l’Italia. Quando i due giungono a destinazione, la fiaba d’amore che la donna pensa di stare vivendo, si trasforma in un incubo, da cui svegliarsi sembra impossibile. Il cosiddetto fidanzato diventa un terribile aguzzino, spietato, che la costringe a prostituirsi, facendo leva sul fatto di essere disoccupato e che servono assolutamente soldi al più presto per mantenersi. La ragazza, anche se soffre, spinta un pò dalla paura e un pò dall’amore nei confronti dell’uomo, decide di accontentarlo e inizia a lavorare per le strade. Il rapporto tra i due diventa altalenante: quando lei fa quello che le viene ordinato, lui la “premia” dimostrandosi l’uomo dei suoi sogni, ma appena prova a disobbedire e a smettere di lavorare, si trova davanti ad un mostro, che comunica solo attraverso la violenza. La donna razionalmente sa che dovrebbe scappare, ma è troppo legata emotivamente a lui per farlo e, inoltre, ha troppa paura delle conseguenze. La maggiore difficoltà per la vittima è di riuscire ad essere consapevole che l’uomo a cui pensa di stare insieme, in realtà, non è il suo fidanzato, ma il suo sfruttatore; ammetterlo a sé stesse non è semplice, e spesso ci si affida alla speranza che un domani lui possa cambiare e tornare ad essere l’uomo dolce che aveva conosciuto all’inizio. Oltre a questo primo ostacolo, fuggire da tale situazione risulta difficile, perché le ragazze sono sottoposte ad un costante controllo da parte dello sfruttatore e di alcuni complici; quindi, riuscire a chiedere un aiuto a qualche operatore è complicato e mette la donna in una posizione di pericolo.

Ci sono stati casi in cui ragazze in questa situazione sono riuscite a farsi coraggio e a uscirne, ma purtroppo non succede spesso; il percorso è molto lento ed articolato e, a volte, le donne non riescono a reggere lo stress provocato dalla paura di essere scoperte dal “fidanzato” e così decidono di abbandonare la via di fuga, continuando a prostituirsi.

A cura di Giorgia Mazza

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